Capitolo 26

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Mi risvegliai il giorno dopo con un forte mal di testa. L'ultima cosa che mi ricordavo era me e Timmy sul terrazzo e dopo di quello il buio più totale. Cercai di uscire dalle coperte e notai una cosa: non indossavo nulla. Com'era possibile? Non ricordavo di aver fatto sesso. Aspetta: questa non era camera mia! Mi girai cautamente, intimorito di sapere chi fosse la persona accanto a me distesa come un morto. Non ci potevo credere, era Pauline, la sorella di Tim! Com'era possibile? Non era neanche presente alla festa! Cos'era successo? Dov'era Tim, o mia moglie? Mi sentivo uno schifo, mi ripudiavo, ero stata con un'altra donna che neanche amavo. Corsi verso il mio zaino e presi il telefono: 25 chiamate perse da Liz. Non potevo richiamarla subito, ero proprio un vigliacco! Presi il telefono, andai su Instagram e digitai: @pauline.chalamet : nulla, niente post, niente stories. Digitai il numero di Tim.
T: che vuoi?
Cos'era quel tono?
A: Calmino eh.
T: dopo quello che mi hai fatto ieri sera dovrei stare calmo?!
A: che ho fatto?
T:Mi dai un pugno e non ti degni neanche di ricordartelo?!
A: io ti ho dato un pugno?
T: si Armie, non me lo sto mica inventando! Ti ho detto chiaramente di non chiamarmi ieri sera!
A: i-io... mi dispiace, non ero in me ieri sera, ero troppo ubriaco per reagire. Perchè te l'ho dato?
T: Perché mi hai visto parlare con Chris e ti sei ingelosito, perciò ti sei avvicinato per dargli un pugno ma mi sono messo in mezzo io.
A: che sciocco che sono. Poi cos'è successo?
T: tua moglie mi ha medicato e si è arrabbiata con te e ti ha cacciato fuori di casa.
A: oddio, non immagino quanto mi odierà. Che mi sai dire di tua sorella?
T: mia sorella? Ti è venuta a prendere perchè eri troppo ubriaco.
A: grazie Tim e scusa ancora, davvero, ho esagerato.
T: già Armie...
Chiusi la telefonata. Ora dovevo vedermela con Pauline.
A: Pauline svegliati!
Posai la mia mano sulla sua spalla e la scossi.
P:hmm... hei ciao splendore!
A: Splendore?
P: non ti ricordi? Il nomignolo che ti ho dato ieri sera!
A: noi? Insomma... abbiamo..?
P: Oddio no!
Si mise a ridere.
P: non sei decisamente il mio tipo, splendore!
A: grazie a dio! Allora perché sono nudo?
P: sei nudo perchè hai vomitato, ti ho dato il cambio per cambiarti ma mentre ti stavi spogliando ti sei addormentato! Avrei voluto dormire altrove, ma la mia camera d'hotel è minuscola e non avevo posto!
A: Scusami per aver dato tutto per scontato e per averti svegliata bruscamente. Ma, se posso chiedere, perché splendore?
P: perché mi hai vomitato sulle scarpe ieri sera e per scherzare ti ho chiamato così. Anche se era tutto tranne che splendido!
A: posso farmi perdonare in qualche modo? Mi sento uno schifo.
P: fatti una doccia, quello mi farebbe davvero piacere e passa questa sbornia!
A: sarà fatto!

Un'ora dopo ero fuori da quella stanza di hotel. Mi stavo dirigendo da Tim. Verso le 11:30 arrivai sotto casa sua. Suonai al citofono.
T: chi è?
A: Sono io, Armie.
T: ah.. Armie senti non mi va di parlare.
Aveva tenuto la porta semiaperta, perciò non riuscivo a vederlo interamente.
A; per favore, ti devo delle scuse di persona, sai benissimo che da sobrio non mi sarei mai permesso. Non sono quel tipo di persona.
T: lo so Armie, ma mi hai fatto male e non intendo solo sul viso.
A: Fatti vedere, per favore.
Aprí la porta completamente. Aveva l'occhio destro nerissimo.
A: Oddio Tim, ma come ti ho ridotto.
Scoppiai a piangere.
T: hei.. non è così male.
A: si che lo è. Ti ho picchiato, non mi sono controllato e ho creato solo problemi. Tu dovresti farti una tua vita e io mi sono messo in mezzo.
T: non ti preoccupare, guarirà. Anzi devo andare a disinfettarlo.
A: ci penso io,te lo devo.
T: d'accordo.
Mi allungò il disinfettante.
T; ouch come brucia!
A: mi spiace, ti sto facendo tanto male?
T: un po'.

Il telefono iniziò a vibrare: Liz
A: Pronto?
E: Armie torna a casa. È la 30° volta che ti chiamo. Hai superato il limite. Dobbiamo parlare.
T: tra un'ora sono da te.

La verità è che mi piaci troppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora