Era quasi l'alba e le strade della città erano già avvolte da quell'alone di briosa purezza che investe tutto ciò che si trova nel mondo, in un frangente compreso tra la notte precedente e il giorno successivo, un breve lasso di tempo nel quale le persone si sentono scevre del becero peso della vita, dove ritornano alla loro innocenza originale.
Io ti incontrai proprio allora, percorrevi la mia stessa strada, in direzione opposta, nei pressi del parco. I nostri sguardi si incrociarono per un attimo ed io mi chiesi da quale mondo venissi e da quale parte di esso. Cercasti di aiutarmi, forse un po' preoccupato per la mia aria spaesata, ma ti risposi che andava tutto bene avanzando davanti ai tuoi occhi una mano incerta. Non era per niente tutto ok ma forse, vedendo qualcuno lì vicino a me, con la possibilità di soccorrermi qualora fosse stato necessario, mi sentivo un po' più al sicuro.
"Cosa ci fa una ragazza a quest'ora per strada?" il tuo sorriso provocatorio ma serafico mi invadeva il corpo.
"Per lo stesso motivo per cui un ragazzo come te si trova per strada a quest'ora."
Quella notte la discoteca era stata strapiena di visi familiari, già conosciuti, e la noia mi impediva di indugiare ancora in conversazioni vuote e ripetitive. Eppure avrei dovuto notare facilmente in quella scatola i pochi volti nuovi come il tuo, ma mi erano sfuggiti, chissà se a causa dell'ennesimo bicchiere di vodka o per le lacrime che mi offuscavano la vista.Parlammo a lungo e ci rifugiammo nel parco, lontano da eventuali occhi indiscreti, avvolgemmo quel momento in un involucro di segretezza. Distesi sul prato ci raccontammo tante cose, ridemmo, ci sfiorammo il corpo con le dita, infine finimmo abbracciati ed io non ne ricordo nemmeno la ragione. Non ti conoscevo e non ti avevo mai visto prima di allora, ma sconosciuti, passionali e innocenti ci lasciammo andare ad attimi di follia.
Ciò che successe nelle settimane successive fu qualcosa che potrei descrivere brevemente come un susseguirsi di desideri repressi. Le nostre vite erano già troppo vincolate per abbandonarle. Adesso il tuo viso era dappertutto, frequentavamo gli stessi posti, a volte eravamo spaventosamente vicini l'uno all'altro, separati da un respiro, ma fingevamo di non conoscerci. Chissà quante volte in passato ti avevo già visto in quei luoghi, ma non ti avevo mai notato. E non sai quante volte avrei voluto che i miei occhi non ti riconoscessero più, che ti avessero lasciato in quel parco nel centro, dove c'eravamo soltanto io e te, in quel frangente di tempo che separava la notte dal giorno.
(I Sentieri della Solitudine)
Storie dal mondo.
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Tra la notte e il giorno
Short StoryCercasti di aiutarmi, forse un po' preoccupato per la mia aria spaesata, ma ti risposi che andava tutto bene avanzando davanti ai tuoi occhi una mano incerta. Non era per niente tutto ok ma forse, vedendo qualcuno lì vicino a me, con la possibilità...