Capitolo 17

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‹‹Come farai a pranzare?›› chiedo incuriosita.

‹‹Ho spazio anche per il pranzo. Ho bisogno di energie se voglio mantenere questo corpo da dio greco.›› dice sorridendomi maliziosamente.

‹‹Quale corpo da dio greco? Io qui vedo della pancetta.›› dico stuzzicandolo.

‹‹Non è vero. Mi alleno tutti i giorni, e poi se avessi la pancia non mi avrebbero preso nella squadra di football.››

‹‹Va bene, hai vinto. Ora vado da Lexy, le avevo promesso che le avrei dato una mano a prepararsi.››

‹‹Basta che non ci impiegate delle ore. I miei genitori arriveranno tra un ora.›› dice stampandomi un bacio fugace.

Non so come i suoi genitori, o come li chiamo io zii, reagiranno a questa notizia bomba. Non vedono loro figlio da luglio, quando è partito una settimana per tornare a casa sua. In realtà hanno origini inglesi ma sono negli Stati Uniti da prima che nascesse il loro primogenito, e alla fine si sono trasferiti a San Diego. All'università hanno conosciuto i miei genitori, e da allora sono sempre rimasti amici. Io li chiamo zii perché fino a poco più di un anno fa ero convinta che il mio ragazzo fosse in realtà mio cugino, cosa che ho scoperto non essere vera.

Busso alla porta della camera di mio fratello, che si apre esattamente due secondi dopo.

‹‹Alyssa! Buongiorno.›› dice Lexy abbracciandomi.

‹‹Buongiorno Lexy. Vieni andiamo in camera mia. Lì abbiamo tutto lo spazio che ci serve e un bagno solo per noi.›› dico prendendo la sua roba.

Filiamo dritte nel mio bagno, dove inizio a arricciare i capelli della mia amica in delle onde morbide. Nel frattempo parliamo di tutto quello che ci passa per la testa, dai ragazzi a i nuovi brand di cosmetici, dalla musica ai campionati di cheerleader e football.
Mezzora dopo anche lei è pronta, con il vestito con le maniche a tre quarti nero. È vestita in maniera semplice, ma è allo stesso tempo elegante; aderisce perfettamente nei punti giusti.
Quando il citofono suona, mi catapulto giù dalle scale saltando l'ultimo gradino.

Isaac sta abbracciando la sua famiglia, e questa scena mi fa scoppiare il cuore di gioia; so quanto gli mancano e che vorrebbe passare più tempo insieme a loro, quindi spero che si goda tutto il tempo che ha a disposizione con loro.
Saluto gli zii con un abbraccio affettuoso e poi scendiamo tutti insieme; assistere a mia madre che abbraccia Evelyn e Noah mi fa spuntare in automatico un sorriso, per non parlare di papà che si scambia pacche con il suo migliore amico.

Tutti noi ragazzi ci sediamo sul divano e ci sfidiamo con un videogioco di mio fratello; battere mia sorella e vederla incavolarsi è la cosa più divertente del mondo, anche se sono sicura che lei non la pensa allo stesso modo.

‹‹Perché il mio personaggio non si muove?›› chiede Lexy arricciando il labbro e muovendo il joystick.

‹‹Stai premendo il pulsante sbagliato›› dice mio fratello, mostrandole quello giusto.

‹‹Sono una schiappa, non imparerò mai.›› dice passandolo a Dylan, che continua la corsa al suo posto.

‹‹Il vantaggio di avere un fratello maggiore e soprattutto maschio è che ti insegna un sacco di cose: giocare ai videogiochi, fare a pugni e a dire le bugie perché lo devi coprire.›› dico.

‹‹E voi facevate tutte queste cose?››

‹‹Si. Mi costringeva a giocare con lui e spesso ci prendevamo a colpi perché litigavamo. Inoltre mi toccava inventare le bugie perché si cacciava nei casini.›› spiego.

‹‹Ho sempre desiderato un fratello maggiore.›› dice guardando Dylan.

‹‹Io no, ma non ho voce in capitolo perché sono la secondogenita.›› dico alzando le spalle.

Never Say Never || Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora