[Se sensibili, non continuate a leggere questa parte della storia]
Una notte di pensieri fu quella in cui Akira dormì a casa di Aki, d'altronde due membri della sua famiglia erano appena stati uccisi ed Akira sapeva chi era stato, se solo non fosse stata traumatizzata dall'accaduto sicuramente lo avrebbe detto, la persona che aveva ucciso sua madre e suo fratello minore era...
|Flashback|
Akira : Mamma, dov'è Papà?
Mamma di Akira : Tesoro, arriverà a momenti non preoccuparti.
Akira : Ma è via da tanto...
Mamma di Akira : Starà arrivando... Oh eccolo qui!
Akira : Papà!
Papà di Akira : Cosa volete...? Lasciatemi in pace.
Mamma di Akira : Hai bevuto di nuovo?
Papà di Akira : Io faccio quello che voglio, tu non sei nessuno per dirmi cosa fare!
Mamma di Akira : Akira, vai nella tua stanza.
Akira : Ma, mamma...
Mamma di Akira : Dai tesoro...
* Akira esce dal salotto e sbircia dalla porta scorrevole *
Mamma di Akira: Te ne devi andare! Non voglio che mia figlia cresca in questo ambiente con te!
Papà di Akira: Ah si? Perché non te ne vai tu?!?
* Il papà di Akira dà uno schiaffo alla mamma *
Mamma di Akira: Vattene!
* La mamma di Akira, scappò di corsa dalla porta scorrevole, Akira vedendo sua madre uscire si nascose, intanto il padre di Akira uscì di casa e se ne andò *
Il giorno dopo si seppe che suo padre morì in un incidente, la madre di Akira diede la notizia a sua figlia e la iniziò ad abbracciare in lacrime, Akira però era stata segnata dalla scena della sera prima e anche se si sentiva triste non cacciò neanche una lacrima, tra sè e sè forse pensava che lui se lo meritava, qualche settimana dopo però svegliandosi vide suo padre davanti a lei, e non era semplice immaginazione, quello che stava vedendo era davvero lui, non sapeva come era vivo ma sapeva ch'era un uomo per lo più violento. Voleva urlare, chiamare sua madre e dirle di mettere in salvo il suo fratellino e anche che quella persona spregiovole era lì sopra di lei, ma... Non riuscì a farlo, rimase in silenzio e l'unica cosa che fece quell'uomo era stata quella di mettersi l'indice di fronte al naso e sussurarle; "Shh", dopo che fece quell'azione se ne andò senza rimanere traccia della sua visita in quella casa, quella notte Akira non dormì e purtroppo aveva quella sensazione che quel uomo sarebbe ritornato prima o poi.
|Fine Flashback|
Si, l'unica persona talmente malata e violenta che poteva fare quella cosa era solo una... Suo padre. Lei non riusciva a dormire quella notte e così decise di alzarsi e ritornare al fiume, Aki stava dormendo e non se ne sarebbe accorto della sua mancanza, prima di uscire però lasciò una lettera a casa di Aki con delle scuse e il nome del padre con tutto quello che aveva fatto. Era uscita dalla casa di Aki in pigiama e senza neanche le ciabbatte, camminava senza fermarsi a passo lento, piano piano stava arrivando sulla scena dove erano stati trovati i corpi di sua madre e di suo fratello. Eccola era ad una passo dallo scorgere il fiume, appena vide la scena, era tutto era barricato dalle protezioni della polizia, e lei si fermò a guardare quel fiume prima rosso di sangue, tornato azzurro, mentre lo guardava però sentiva un qualcosa, o meglio... Una presenza dietro alle sue spalle... Era lui, suo padre, aveva un coltello in mano e si stava avvicinando a lei con uno sguardo assassino
Padre di Akira: Guarda cosa è successo a tua madre e tuo fratello... Tutto questo è colpa tua... È colpa tua...
Subito dopo aver pronunciato quelle frasi si scagliò contro Akira, lei per evitarlo si scansò, aveva gli occhi spalancati davanti a quel pazzo che cercava di ucciderla, mentre lei si continuava a scansare d'un tratto i due cadderò e rotolarono giù per la discesa del fiume, il coltello caddè dalle mani di suo padre e lei lo vide appena si era rialzata, suo padre allo stesso tempo cercò di riprenderlo ma Akira lo aveva battuto sul tempo e lo prese per prima, con una ira negli occhi lo guardò puntandogli il coltello
Padre di Akira: Akira, che stai facendo...? Sono tuo padre, posa quel coltello, possiamo tornare a casa ed essere felici e...
Neanche il tempo che finì di parlare che Akira lo accoltellò alla gola
Akira: Muori!!!!!
Lo accoltellò per più volte sempre alla gola finché non lo sentì inalare il suo ultimo respiro. Appena capì ch'era morto, si alzò e tutto d'un tratto sentì che delle persone la stavano chiamando
???: Akira! Dove sei?!? Akira!
Passò poco per scoprire che quella voce era proprio del suo amico: Aki. Appena Aki vide quella scena rimase un po' scosso e disse subito alla sua amica;
Aki: Akira, sta arrivando la polizia, stai calma!
Akira non gli disse niente, semplicemente lo guardò per un po, nell'aria si iniziò a sentire una melodia, lei gli sorrise e poi appoggiò il suo indice sulle sua labbra pronunciando un lungo e sonoro "Shhhhh", dopodiché si pugnalò con il coltello all'addome e caddè a terra, Aki gli corse subito incontro e la prese tra le braccia
Aki: Akira! Resisti! La polizia appena arriverà, farà arrivare subito un ambulanza, non morire.
Akira: Aki... Mi dispiac-
Aki: Non ti dispiacere, non hai fatto niente di male, non ti affaticare a parlare.
Akira: Aki... È inutile sto morendo...
Aki: No... Non può essere...
Akira: È così... Prima di morire però voglio chiederti una cosa...
Aki: Dimmi pure...
Akira: Fammi seppellire vicino a Mamma e il mio fratellino, Alex...
Aki: Vabbene, lo farò, te lo prometto.
Akira: Ti voglio bene... Aki.
Aki: Anche io, Akira.