Era una normale mattinata al 221b di Baker Street. L'ex capitano John Watson era sulla sua poltrona rossa a leggere il giornale del giorno mentre ,il suo ormai compagno, Sherlock Holmes era occupato ad abbrustolire qualche bulbo oculare con la fiamma ossidrica. Tutto tranquillo, fin troppo.Niente urletti annoiati e nessun altro buco nella carta da parati della signora Hudson, nonostante la mancanza di casi per il consulente. La verità era che l'investigatore aveva già alcune faccende di massima importanza per la testa. Era il 14 febbraio,la festa degli innamorati,e lui,nonostante odiasse ammetterlo,lo era eccome. Aveva passato l'intera giornata a domandarsi se fosse il caso o meno di regalare qualcosa al biondo,chiedendosi anche quale potesse essere il regalo in questione. Il dottore,invece, aveva già le idee chiare. Questa festa era da sempre stata una delle preferite di John e,nonostante dubitasse fortemente che il suo coinquilino conoscesse la festività, gli aveva comprato comunque un pensiero.Proprio mentre il medico pensava all'espressione di Sherlock alla vista del regalo che gli aveva fatto,il consulente si alzò ed uscì, indossano cappotto e sciarpa. John,abituato agli strani comportamenti del compagno ritornò, con tranquillità, a leggere il giornale. Sherlock aveva girato per tutte le strade di Londra alla ricerca dell'idea del regalo perfetto, non voleva nulla di complesso, dopotutto era una festività stupida, ma doveva essere un pensiero abbastanza carino e originale,che potesse stupire John. La prima idea che gli venne fu quella di prenotare il loro tavolo da Angelo, l'idea di una cena romantica non gli sembrava da escludere,prenoto' e subito dopo digito' il numero di Lestrade. Aveva bisogno di un consiglio, Greg dopo aver riso un po' della insolita nota isterica nella voce del consulente, gli consigliò di comprare al fidanzato un mazzo di fiori .Nonostante l'animo romantico di John,Sherlock non credeva che avrebbe apprezzato un insulso fiore. Licenziò Greg,che non era stato affatto da aiuto e compose il numero della dottoressa Hoper. Neanche Molly aiuto' Sherlock ,infatti la ragazza aveva rivelato al detective che il regalo migliore da fare al proprio compagno era una notte di fuoco, Sherlock non rifiutò del tutto l'ipotesi, l'idea non gli dispiaceva affatto,ma aveva intenzione di dare a John anche un altro pacco. L'ultima speranza di Sherlock era suo fratello. Mycroft ,dopo aver deriso il fratello per la sua richiesta e fatto qualche ricerca,consigliò, come meglio poteva il minore.
John ormai era preoccupato,il coinquilino mancava da casa ormai da 5 ore e,quest'ultimo non si degnava neanche di rispondergli al telefono.Si tranquillizzo' solo quando ricevette un messaggio da Sherlock. Quest'ultimo aveva scritto velocemente a John di prepararsi e mettersi una camicia,odiava ammetterlo ma era spaventato dalla reazione che John avrebbe potuto avere alla vista del suo regalo,salì i 17 scalini che lo dividevano dal suo appartamento ed aprì la porta. John lo aspettava sulla sua poltrona,vestito di tutto punto e con un sorriso stampato in volto. Sherlock non resistette e si avvicinò al fidanzato per baciarlo. John tentò di approfondire il bacio ma Sherlock aveva altri piani per la serata, si staccò di malavoglia dal biondo e dopo avergli sussurrato all'orecchio che andava a cambiarsi entrò nella camera ,che ormai condividevano, dalla quale uscì una ventina di minuti dopo con la camicia viola che John adorava tanto . Il medico non aveva mai visto niente di più bello. Il detective afferrò la mano di John e,intrecciando le dita a quelle dell'altro,in un gesto più che naturale,condusse l'ignaro soldato davanti al ristorante.John aveva perso l'uso della parola,non riusciva a credere che il suo detective si fosse ricordato di una festa tanto commerciale come S. Valentino. Angelo mise subito una candela per rendere l'atmosfera più romantica e John non poté fare a meno di sorridere pensando alla loro prima volta in quel ristorante italiano.
-John,tu sai che ho sempre ritenuto i sentimenti un difetto chimico,e forse lo penso ancora ma la chimica é piena di eccezioni che confermano le regole, e credimi quando ti dico che amarti è la cosa migliore che potesse capitarmi. Come sai ,non ho una alta considerazione di questo giorno, sopratutto perché, da quando sono con te, è come se fosse ogni giorno la festa dell'amore. Ma so che per te questa festa è speciale,e quindi ho cercato di fare il possibile per renderla tale.- John sentiva le lacrime solleticargli le guance, da quando si erano conosciuti , Sherlock, aveva fatto molti progressi nella sfera delle emozioni e sapere di esserne il motivo lo rendeva felice come un bambino il giorno di Natale -quindi John buon s.valentino- concluse così il discorso estraendo poi dal cappotto un piccolo cofanetto che,con un leggero tremore,porse all'uomo che amava. John sussurro un grazie al fidanzato e senza neanche accennare al tentativo di asciugare le lacrime aprì la scatolina. All'interno c'erano due fedine d'argento con all'interno scritti i nomi dei due amanti. Il dottore alzò lentamente lo sguardo sul fidanzato, che stava osservando con ansia la scena, e con un gesto veloce della mano prese Sherlock per il colletto della camicia e lo bacio' con impeto. Lo bacio' come non aveva mai fatto mentre lacrime di gioia gli solcavano le guance. -Ti piace?- chiese titubante Sherlock -lo adoro- rispose semplicemente John allungando la mano verso il compagno per farsi infilare la fedina, lo stesso poi fece Sherlock. John abbasso lo sguardo sulle loro mani intrecciate ed i loro anelli uguali e ricominciò a parlare -Sherlock,io non ho parole, io...al diavolo...Ti amo da impazzire...ho anche io un pensiero per te,ma rispetto al tuo è una sciocchezza-
-vediamo dottore-disse semplicemente Sherlock. John prese il sacchetto e lo porse a Sherlock che iniziò ad analizzarlo con l'intento di dedurre cosa ci fosse all'interno,fu subito interrotto da John che lo intimo' ad aprirlo. Quando capì di cosa si trattasse a Sherlock sfuggì una risata divertita che bastò per riempire il cuore di John di pura felicità. Tiro' fuori dalla busta il maglione sul quale erano ricamati una lontra ed un riccio e, dopo averlo indossato sopra gli indumenti che già aveva, si avvicinò a John per lasciargli un delicato bacio sulla guancia.
- Mi piace riccio-disse semplicemente Sherlock mentre stringeva ancora la mano del suo uomo con un sorriso sincero sul volto. In fondo, pensò Sherlock, San Valentino non era così male.....
Mi scuso in anticipo per eventuali errori
Alec❤