Tra crocchette di aragosta e vino bianco

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Consiglio: No Running From Me – Toulouse

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"I'm not a saint
Nor am I one for smooth edges
When I'm around
Calamity comes out to play"




«Oh

Millie aveva spalancato gli occhi a quella richiesta così improvvisa, ne era rimasta talmente sorpresa da lasciare che qualche secondo di silenzio di troppo si sedimentasse in quel frangente di imbarazzo, a seguito di quelle parole che rimasero sospese, in attesa di una risposta.

«Veramente io, beh...»

La ragazza congiunse le dita in modo spigoloso, cercando di apparire rilassata mentre la mente le si tendeva, si dimenava nel guazzabuglio di pensieri sconnessi alla ricerca di quello che potesse sembrare più convincente– la scusa più plausibile.

«Io...»

«Lei stava andando via, mamma.»

Furono le parole decise che risuonarono alle loro spalle; le donne si voltarono entrambe verso quella figura prestante e slanciata, ancora ferma al centro dell'entrata.

Finn Wolfhard si mosse in avanti, con passi lenti e misurati, senza fretta; un sorriso tirato sul viso, le raggiunse in poche falcate.

«Mi dispiace, mamma. La ragazzin– uhm, Millie... era salita solo per cambiarsi.» si corresse velocemente.

Gli occhi caramellati di Millie scattarono sul suo viso nel momento in cui lo sentì pronunciare il suo nome.
E lì si fermarono, su quelle labbra che lo avevano modulato, che lo avevano appena respirato fuori in un modo che la ragazza non seppe descrivere, ma che... le piacque.

E si maledisse, la piccola Brown, per aver trovato sintonia nel suo nome con quelle labbra; le stesse che non avevano fatto altro che offenderla da quando l'avevano conosciuta.

Finn Wolfhard dovette sentire il peso dello sguardo della ragazza su di lui, perché i suoi occhi immediatamente scattarono su di lei; un'espressione consapevole gli si dipinse sul volto.

Perché lui non sbagliava mai, non c'era mai niente che non capisse, e la gente non riusciva a farne a meno, lui lo sapeva.

La gente non riusciva a fare a meno di guardarlo esattamente come quella ragazzina stava facendo in quel momento, pur se contro la sua volontà.

Ed era vero, Millie si era un'altra volta persa tra i tratti di quel viso etereo; tra quei lineamenti fieri, era appena annegata in quelle pozze di petrolio che ora la soffocavano, facendole mancare il respiro.

«Vero, Millie?» fu il soffio elusivo che lasciò le labbra del ragazzo.

«Io... . Sì, vero.» sussurrò lei, cercando di riprendere fiato, strappandosi via dalla morsa di quello sguardo affilato.

«Oh, che peccato.» esclamò con tono dispiaciuto Claire, i cui occhi adesso scivolarono sulla t-shirt di Millie, e notarono finalmente il lungo strappo di stoffa che le penzolava su un fianco, lasciando scoperta la
pelle nuda della ragazza.

«Ma come hai fatto cara? Mio Dio, non ti sarai fatta male, spero!»

Millie stava per aprir bocca, ma qualcuno parlò al posto suo.

«Oh, non preoccuparti mamma. Non è nulla, Millie è soltanto una persona molto... sbadata

Le labbra di Finn si storsero verso un angolo della bocca, regalando alla faccia di Millie, adesso paonazza dalla rabbia, un malizioso sorriso sghembo.

Dal cuore di carta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora