Un binario, un treno in corsa e le sole luci del convoglio visibili nella nebbia. Una cortina di fumo a confondersi tra il bianco più assoluto e un rumore assordante di rotaie. Una ragazza al bordo della banchina, oltrepassando la linea gialla, si apprestò a salire sulla carrozza assegnata sul suo biglietto. Prese posto vicino ad un'anziana signora che le sorrise e le fece spazio. Pensò tra sé e sé che avesse scelto la soluzione migliore per affrontare il suo ultimo viaggio, quindi mise le cuffie alle orecchie e si immerse nella musica della sua vita, asciugando di tanto in tanto una lacrima.
Con il singhiozzo sempre più invadente e le guance arrossate dal continuo sfregare della manica del maglione, il treno si fermò a un bivio. Una strana segnaletica indicava due direzioni e il capotreno si diresse verso la ragazza chiedendo quale scegliere.
Lei ci pensò un momento e tutto di un fiato disse: <<destino!>>Claudia si svegliò con uno stato di confusione tale da non farle subito rendere conto dello strano sogno che avesse appena fatto. Cosa significava?
Iniziò a pensarci e ne dedusse che la sua mente affaticata dall'ultimo periodo le stesse chiedendo la certezza di procedere verso la strada giusta. Che fosse un azzardo lanciarsi nuovamente in una nuova avventura dopo tutto quello che aveva passato era abbastanza scontato ma ne valeva davvero la pena lasciarsi passare un treno così bello davanti, rischiando di vedere salire a bordo un'altra ragazza che non fosse lei?
Non c'era tempo da perdere, Luca la stava aspettando ormai da dieci giorni e lei doveva assolutamente dargli una risposta. Non avrebbe certo aspettato in eterno una ragazza che spaventata dal suo passato stava mettendo la testa sotto la sabbia.Luca, dopo quel meraviglioso bacio al giardino, pensò che non potesse correre il rischio di lasciarsi scappare via una persona così, quindi prima di tornare a casa si soffermò sulla vetrina di un negozio, pensando che per chiederle di impegnarsi con lui, un piccolo regalo sarebbe stato di suo gradimento.
Il giorno dopo i due ragazzi si diedero appuntamento alla stazione ferroviaria centrale, si vennero incontro e si diedero un bacio rapido e freddo.
Luca non stava più nella pelle e senza indugiare un attimo di più le disse:<<Claudia, mi piaci, mi fai stare bene e io ho bisogno di sapere se posso fare affidamento sulle tue intenzioni. Vuoi stare con me?>>
Claudia, sorpresa per l'ennesima volta da quel ragazzo totalmente diverso da tutti quelli che avesse finora conosciuto, rispose:<<beh, io... ecco... non so se mi sento ancora pronta per lasciarmi andare così... ho bisogno di tempo per pensare... scusami devo andare.>>E senza voltarsi indietro prese la strada di casa e lasciò Luca solo con i suoi turbamenti e un regalo nella tasca, che non aveva nemmeno osato prendere in considerazione.
Alle sue spalle si ergeva la stazione. Una struttura risalente agli ultimi anni dell'ottocento, caratterizzata da altissimi e proporzionati archi a creare un porticato su tutto il perimetro. Di fronte all'ingresso principale, una piazza di forma circolare, contornata da bassi arbusti sempreverdi, dava spessore ad una statua di Garibaldi a cavallo che con il suo destriero, fissava fiero la costa poco distante.
Attese per un'ora l'arrivo dell'autobus che lo avrebbe riportato a casa, il 224, ma quel giro di orologio a lui parve fosse durato una vita. Pensò e ripensò a cosa potesse avere sbagliato. Forse era stato frettoloso, forse era lei che stava giocando con lui. Forse stava tornando con il suo ex. Non seppe darsi alcuna risposta e con il capo chino, raggiunse casa sua e filò dritto in camera sua, ignorando qualsiasi presenza intorno.Claudia prese il telefono e con una leggera esitazione digitò il numero di Luca. Il telefono squillava ma lui non rispose. Riprovò ancora e ancora ma Luca non dava alcun riscontro.
Le risultò molto strano perché a quell'ora solitamente lui si dedicava alla passeggiata con Guglielmo e il fatto che non le rispondesse le diede un forte senso di sconfitta e di apprensione. L'aveva già dimenticata, forse rimpiazzata. Che stupida era stata a lasciar andare una persona così! Non riusciva a perdonarsi l'errore appena commesso.
Poco dopo, rassegnata e sull'orlo di una crisi di nervi, si chiuse in bagno, si sdraio sulle gelide mattonelle di marmo e sperò che si trattasse di un altro strano sogno. Si disse che il telefono avrebbe squillato a breve e che quel tormento sarebbe svanito nel medesimo istante.<<Dai Guglié, sbrigati, di tutti i cani al mondo proprio un cane stitico dovevo avere!>> disse con un sorriso affettuoso Luca.
Da quasi un'ora il suo amichetto lo stava costringendo a una lunga passeggiata per decidersi dove e come farla.Faceva caldo, la gente era chiusa nelle proprie case al fresco di un condizionatore e lui e il suo cane erano le uniche anime a girovagare.
Era questa la vita nella periferia di città. La frenesia del centro non c'era ma in compenso il traffico nel pomeriggio era qualcosa di estenuante. Ma la sera, dopo cena, l'unico rumore che potevi sentire era quello di qualche auto in transito o del motorino di qualche ragazzo in corsa per raggiungere gli amici. Era estate! E lui era a pregare che Guglielmo si decidesse a marcare il territorio definitivamente.
Quando il piccolo amico ebbe finito, fece di corsa le scale con lui per vedere chi arrivasse prima ma il risultato era scontato: Guglielmo ampiamente ultimo e con il fiato grosso.<<Amico mio, sei proprio uno scansafatiche!Lumacone>> gli disse dolcemente baciandogli il musetto.
Dopo la doccia gelata, andò in camera sua e quasi gli prese un colpo quando notò ventidue chiamate senza risposta di Claudia. Che stupido che era stato a dimenticare il telefono in casa. Non esitò un attimo e chiamò. Al primo squillo il cuore già sembrava volesse uscire fuori dal petto per esplodere, quando all'improvviso...
<<Pronto?>> rispose Claudia <<Si! Voglio stare con te, dimmi che non hai cambiato idea>>.
Luca con una piccola esitazione disse:<<ecco... io... non so come dirtelo... no stupidina! Aspettavo solo te>>.Quella notte fu come quelle notti dove il tempo si ferma, le stelle sembrano muoversi nel cielo e il silenzio è talmente forte che il battito del cuore rimbomba nelle orecchie come fosse un tamburo.
Erano entrambi con la testa rivolta al cielo a fissare le stelle e la luna piena, confrontandosi al telefono sulle sensazioni che suscitava.
Quando chiusero la chiamata, nessuno dei dubbi ebbe il coraggio di abbandonare quello spettacolo meraviglioso.
Il cielo era nero come la pece, le stelle erano meravigliosamente limpide e incandescenti. Un aereo sorvolò il cielo e si domandarono quanto piccoli fossero al cospetto del mondo.
La cintura di Orione quasi sembrò inghiottire il velivolo e Luca chiuse gli occhi. Quanto era fantastica la vita! Ciò che gli era stato tolto adesso stava dando posto a una nuova presenza.
E per un attimo tornò a volare con la mente verso i suoi giorni felici insieme al suo amico della vita. Quando tutto era perfetto. Completo. Quando ad ogni caduta, il braccio teso di Alberto era li a sollevarlo. Lo sentiva vicino. Lo sentiva presente nella sua vita e desiderò con tutto il cuore poterlo abbracciare per dirgli che ce la stava facendo. Stava vincendo. Una lacrima gli rigò il volto. Gli bagnò le labbra e lui ne assaporò il retrogusto salato e si sorprese nel non trovarla amara. Chissà se ad Albe una come Claudia sarebbe piaciuta. Lui che da sempre incitava Luca a trovare l'equilibrio con qualcuno all'opposto di lei. Si, gli sarebbe senz'altro piaciuta.
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CON IL SOLE NEL CUORE
Storie d'amoreUna storia come tante. Un ragazzo e una ragazza provenienti da due mondi differenti ma incredibilmente simili. Sogni, progetti, passione, eros e un unico comune obiettivo. Un cammino lungo e difficile, talvolta semplice e spensierato, qualche volta...