No, basta. Non sopportavo più di essere solo un burattino, non potevo ne volevo più nascondermi, voglio smettere di mentire, di indossare una maschera. Io, Andrea Grassi, tiranno di Mileto, oggi, 1 maggio 500 a.C., ristabilirò la democrazia, a costo di essere deposto. Il demos, il popolo, non deve più tacere. Eppure solo un anno fa non la pensavo così, ma qualcuno mi ha fatto cambiare idea: uno schiavo, un uomo baciato malasorte, mi aveva fatto capire che tutto ciò in cui credevo era sbagliato. Era diventato il mio unico schiavo personale, in quanto tiranno ne avevo il diritto, ma in realtà ci trattavamo da pari a pari. Avevamo così passato due mesi, poi quella che era una forte amicizia si era evoluta. Ci eravamo innamorati lentamente, progressivamente, e ciò aveva reso tutto più bello, perché entrambi sapevamo di essere ricambiati, era impossibile mentirsi.
Finii di scrivere l'editto e lo firmai, per poi consegnarlo ai messaggeri che lo avrebbero diffuso in tutta la polis. In quel momento entrò, colui che aveva fatto breccia nel mio cuore, Giovanni. Mi sorrise e io ricambiai, mentre pensavo che il paradiso fosse formato prevalentemente da quei sorrisi. Non avevo notato che mi si era avvicinato finché non appoggiò le sue fantastiche labbra sulle mie, facendomi sentire, ancora una volta, in paradiso. Mi chiese cosa aveva fatto durante quella giornata, e io gli dissi di andare al mercato per comprare una penna, se voleva sapere cosa avevo fatto, Lui aveva perso le cinque dracme borbottando, e uscì dalla stanza. Tornò 20 minuti dopo, con la mascella che toccava terra da quanto era stupito dalla notizia che aveva appena appreso, mentre io ghignavo nella sua direzione. Poi alzò lo sguardo sui miei occhi e corse vicino a me, baciandomi appena prima di andarmi a sbattere contro. Continuai a baciarlo finché qualcuno bussò alla porta. Lui si staccò e andò a ravvivare il fuoco, mentre io andai ad aprire la porta. Trovai Leonardo, un funzionario, che sembrava terrorizzato. L"I PERSIANI! SONO QUI!!" Io però non ero in ansia, sapevo che sarebbe successo, infatti il nostro esercito era pronto a combattere, inoltre c'erano 100 opliti inviati da Atene su mia precedente richiesta. Schierai le truppe, ma vidi, dopo un paio di giorni di combattimento, che i guerrieri erano spenti, senza speranza né ardore. Allora decisi di mettermi in armi ed andare a combattere. Ero in camera, e stavo per cambiarmi mettendomi l'armatura, quando vidi Giovanni entrare con un grande sorriso e un'armatura un po' disastrata. Alla mia espressione stupita lui mi sorrise di nuovo e mi disse: "Mio cugino si è rotto la gamba destra e non può combattere, quindi lo sostituisco io." Io ero molto preoccupato per la sua incolumità, ma lui sussurrò: "Non ti lascio solo". E sorrisi. Ci cambiammo e uscimmo alla luce della battaglia. Fomentai l'esercito, che finalmente iniziò a combattere per la salvezza di Mileto. I nemici erano rimasti in pochissimi, ma un soldato avversario mirò la freccia contro di me, colpendomi alla gola, tagliando lentamente il filo della mia vita. L'ultima cosa che sentii fu Giovanni urlare "NOOOOOOOOOOO", una sua lacrima toccare il mio viso e il suo corpo cadere sul mi, morto a causa di una spada piantata in mezzo alle scapole. Mileto era salva, e noi avemmo la possibilità di stare insieme per l'eternità.
~spazio autrice~
Dato che oggi è il mio compleanno ho deciso di farvi una specie di "regalo" con questa one shot. Domani probabilmente ne arriva un'altra, se no domenica. Ringrazio -Dark-Angel per la copertina e i suggerimenti, oltre per le sclerate.
Ele