La chiamata di Armie mi aveva colto di sorpresa. Avevo accettato ma ero intimorito di farlo avvicinare così tanto a me, ai miei aspetti che avevo sempre cercato di nascondere perché non ero mai riuscito ad apprezzarli. E se una volta avvicinato si bruciasse e volesse ritornare indietro? Stava entrando troppo nella mia vita privata così velocemente che non sapevo come reagire. Vivere con me. Nei miei spazi. Mi aveva promesso che avrebbe apprezzato qualsiasi tratto della mia personalità, ma non sapevo se sarebbe stato davvero così. Ero oppressante con le persone che invadevano i miei spazi. Ma nonostante tutte queste mie paranoie ero felice di poter stare con lui.
Sentì il campanello suonare.
Mi diressi verso la porta per aprirgli.
T: hei!
A: hei, posso entrare?
T: oh sì certo. Fai come se fosse casa tua, non sarà un castello ma spero ti piaccia comunque. Qui c'è la tua stanza. La mia è quella opposta. Se hai bisogno di qualsiasi cosa io sono sempre disponibile. Il bagno è qui e la cucina è li.
A: come faccio a non adorarti? Sei troppo disponibile. Dove posso appoggiare la valigia?
T: Qui. Comunque, come mai questo trasferimento?
A: io e Elizabeth abbiamo avuto qualche problema e devo decidere se chiedere il divorzio.
T: oh, non pensavo che fosse una cosa seria. Mi dispiace.
A: no, non è vero.
Disse con tono disprezzante. Lo guardai fisso per fargli capire che non mi piaceva quel suo tono.
A: scusami, n-non era mia intenzione parlarti così.
T: già ma l'hai fatto.
A: È che sono ancora spossato. Ma ciò non mi da il diritto di rivolgermi a te in questa maniera dispotica. Davvero, mi dispiace.
Allungó la mano sulla mia guancia e iniziò ad accarezzarla.
A: Te l'ho già detto che ti adoro?
T: mh... direi proprio di sì.
Scoppiammo a ridere.
A: ultimamente non ho fatto altro che pensarti?
T: ah si?
Mi avvicinai a lui.
A: si.
Avvicinò le sue labbra alle mie fino a sfiorarle delicatamente, in modo quasi impercettibile, per farsi desiderare. Le volevo. Mi avvicinai di più e lo baciai con più foga.
T: Facevi il timido?
A: mh no...volevo solo farmi desiderare.
T: vuoi troppe attenzioni!
A: peró a me sembra che ti piaccia darmele!
Alzai gli occhi al cielo.
*5 ore piú tardi*
Ci eravamo trasferiti in terrazza per goderci a pieno le stelle.
A: guarda
Mi indicò un punto del cielo in cui si trovava la stella più luminosa di tutte.
A: Da piccolo mia Mamma mi diceva sempre che la Nonna mi guardava dall'alto e che era la stella più luminosa di tutte. So che era una cosa che mi diceva solo per non farmi sentire solo, e forse è stupido crederci, ma mi illudo che sia così, che sia veramente li a proteggermi. È una follia.
T: no, affatto. La trovo una cosa carina. Eri legato molto a tua nonna?
A: si, lei è sempre stata accanto a me, anche quando stava male. Mi ha sempre amato incondizionatamente. Ha trascorso i suoi ultimi giorni con me. Lei era tutto il mio mondo. È stato un duro colpo per me.
Gli scese una lacrima che asciugó subito con la mano.
A:scusami, non avrei dovuto. Ho rovinato il momento con la mia storia strappalacrime. Dimenticatela, sono patetico.
T: Armie non dire così. Mi fa piacere conoscere anche i tuoi lati più sensibili, il tuo passato. Mi dispiace un sacco, non immagino quanto tu abbia sofferto.
A: Non è stato facile. Sei il primo a cui racconto di mia nonna. Sono certo che gli saresti piaciuto, un ragazzo brillante come te.
T: da come me la descrivi tu sono certo che fosse una donna squisita. Come suo nipote.
A: peró così mi fai arrossire.
Rise.
A: Ora vado a letto, ripensare al passato è stancante. Notte Timmy t
T: Timmy t?
A: si, mi sembrava carino chiamarti cosi.
Si avvicinò e mi diede un bacio sulla fronte.
T:notte Armie.
Continuai a osservarlo finché non scomparve nell'altra stanza.
T:Timmy t.
Dissi a bassa voce, sorridendo.
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La verità è che mi piaci troppo
RomanceCosa succederebbe se Timothèe Chalamet provasse dei sentimenti per il suo collega sposato Armie Hammer?