«Roger! Per favore,scendi da lì sù!» la voce del più piccolo era tremante,visibilmente preoccupato dalle azioni poco prudenti dell'amico.
«Oh John,quanto sei noioso.» controbatté il biondo,mentre con agilità continuava salire sul quel vecchio albero,dove spesso si sedevano per raccontarsi a vicenda le loro fantastiche giornate.
Roger aveva sempre qualcosa di straordinario da dire,la fantasia di quel bambino era impressionante,e l'entusiasmo della sua voce quando narrava le sue avventure -ovviamente inventate per fare scena- riempivano il cuore di John.«N-non sono noioso...sono solo prudente,a differenza tua.» anche se allora aveva solo 7 anni,John,riusciva a capire immediatamente cos'era giusto e cosa no,ed evitava sempre le scelte sbagliate.
In pratica,era il completo opposto di Roger,ed era lui che lo portava sulla giusta strada.Anche se quel giorno,il piccolo John,non poteva fare nulla.
«Non vedo l'ora di arrivare sulla cima! Mi immagino già la fantastica vista!» esclamò il biondo entusiasta,con un sorriso stampato sulle labbra.
Mancava poco e sarebbe arrivato sulla punta dell'albero,non era molto alto,ma alla vista di un bambino quella piccola quercia poteva sembrare un grattacielo.
Poggiò il piede su un ramo,un ultima spinta e l'avrebbe raggiunta.John,aveva spostato lo sguardo sul prato- perché solo a vederlo così in alto gli veniva il voltastomaco -solo che il rumore di un ramo spezzato richiamò la sua attenzione,costretto a rialzare gli occhi sull'amico.
Riusciva a malapena a reggersi,stava per precipitare,quell'esile ramo non riuscì a reggere il peso e si ruppe.
John perse un battito,con gli occhi sgranati colmi di paura.
«John!» continuava a ripetere.
«C-cerca di reggerti,i-io vado a chiamare qualcuno resisti!»
John scattò,e si allontanò il più velocemente possibile,solo che era troppo tardi.Roger era a terra,privo di sensi.
—
Un rivolo di sudore scese dalla fronte del ragazzo ormai adulto. Si trovava seduto sul letto,con la schiena inclinata in avanti e le coperte che lo ricoprivano dal busto in giù.
Dalla sua bocca socchiusa,si potevano sentire i forti ansimi dovuti allo spavento,e gli occhi colmi di tristezza cercavano di abituarsi al buio della camera: ancora quel sogno.
Pensò John,portandosi successivamente le mani sul viso.
Roger gli fu strappato via da quella terribile sventura che ormai da anni lo perseguitava.Poggiò la schiena sul frigorifero,mentre il rumore del gas rompeva quell'agghiacciante silenzio mattiniero.
Erano le 8:30 di un freddo sabato mattina,e a breve avrebbe avuto un'audizione.«Quindi,come te la cavi col basso caro?» il luccichio del bicchiere pieno di tequila,infastidì leggermente gli occhi chiari del bassista.
«Da quello che la gente mi dice,bene.» rispose ansioso John,mentre reggeva la propria guancia col palmo della mano.
«Magnifico!» esclamò Freddie,alzando in aria le braccia: "questo ragazzo è strano" pensò il più giovane,ma in buona fede. Non aveva mai conosciuto una persona tanto strana quanto unica.
«Domani,da me alle 9:30 non tardare.» continuò dopo essersi alzato dallo sgabello di legno.
«Che- che intendi?» lo seguì con lo sguardo,aggrottando la fronte confuso.
«Ci serve un bassista nella band!»
Freddie prese una penna,che non si sa il perché teneva nella tasca del giacchetto un po' stravagante che portava.
Afferrò il braccio del ragazzo davanti a lui,e gli scrisse il proprio indirizzo.
Sorrise,e subito dopo gli diede le spalle incamminandosi verso l'uscita,mentre i fianchi si muovevano com fierezza da un lato all'altro una Drag queen.
John non riuscì a trattenere un sorriso,realizzando la magnifica opportunità che aveva davanti.Controllò l'orologio,ed in perfetto orario uscì di casa recandosi nella sua auto.
Seguì le indicazioni di Freddie e dopo qualche minuto si ritrovò davanti l'abitazione del ragazzo che il giorno prima lo aveva incuriosito.
Mise il basso in spalla dopo aver parcheggiato l'auto,il cuore gli arrivò in gola quando si ritrovò davanti alla porta.
Aveva davanti a se l'opportunità che avrebbe dato una svolta nella sua vita,e non avrebbe potuto permettersi di sbagliare.
Prese coraggio e premette il campanello,aspettando con ansia che qualcuno andasse ad aprire.Fu costretto ad alzare lo sguardo dalle mattonelle quando notò la porta aprirsi.
Un alto ragazzo dai lunghi capelli ricci,lo accolse in casa con un confortevole sorriso.
«Tu sei John giusto!»
«Uhm,si in carne ed ossa..» disse timidamente,restando in piedi davanti la porta ormai chiusa dietro di lui.
In quel preciso momento entrò in stanza Freddie,con un sorriso smagliante sul volto,che lasciava intravedere i suoi denti sporgenti ancor di più.
«Eccolo il mio tesoro!» escalmò,sedendosi accanto a Brian.
«Vogliamo cominciare subito?»In quel momento l'ansia prese il sopravvento,tanto che non riusciva a stare in piedi così prontamente si sedette su una poltrona poco distante da lui.
«Oh amico,ti senti bene?» disse il ragazzo alto con la chioma leonina.
«Ah si,assolutamente non ti preoccupare! Penso sia solo un po' d'ansia.»
«Amore non stai per essere condannato all'ergastolo e l'ansia ti fa ammosciare il cazzo,perciò cerca di stare calmo!»
Cercò di tranquillizzarlo Freddie,provocando una risata generale da parte di tutti compreso John.«Hai ragione,scusami.»
«Be',facci sentire di cosa sei capace avanti.»
John tirò fuori il basso dalla custodia e lo poggiò sulle proprie gambe. Dopo aver ingoiato un groppo che si era formato in gola,iniziò a strimpellare le corde del basso con agilità lasciandosi trasportare dalla musica che lui stesso stava creando.
Ogni tanto alzava lo sguardo per pochi secondi,e notando l'espressioni soddisfatte del gruppo gli diedero più fiducia in lui,non sbagliando neanche una nota.Alla fine dell'esibizione,si sentì un forte battito di mani che fece arrossire il ragazzo,alzò lo sguardo e rimane confuso quando notò che nessuno dei due davanti a sé stava applaudendo.
Il suono proveniva dalla sua destra;rimase pietrificato quando rincontrò quei profondi occhi blu,che tanto gli mancavano.