ERA MIO FRATELLO

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RosannaPriolo

"Devi proprio andare?"
"Sorellina, lo sai. Non siamo poi così lontani e potrai venire a trovarmi quando vuoi. Ho un letto in più nella camera del Campus."
Elena si strinse nelle spalle, guardò per terra e, dopo, alzò gli occhi su suo fratello.
"Quando voglio?", chiese.
"Quando vuoi!" Le rispose, abbracciandola.
Elena era allergica alle smancerie, ma quell'abbraccio non le diede fastidio. Così ricambiò.
É vero, avrebbe avuto tutta la camera per lei, ma non sarebbe più stato lo stesso. Era molto legata a suo fratello e ne avrebbe sentito la mancanza.
"Lo so tanto che conoscerai nuove persone, una nuova ragazza e non avrei più tempo per me."
"Stai scherzando? Io troverò sempre il tempo per la mia piccola barbagianni."
Si staccò un secondo, lo guardò e disse: "Meno male che non vai dall'altra parte del mondo, Tom!"
"Come avresti fatto se no?" Domandò, staccandosi e sorridendole. "Dai, da Parma a Milano è solo un'ora e mezza. Una volta al mese io sarò qua e un'altra volta potresti venir tu."

Quella conversazione era avvenuta solo un anno prima.
Elena la ricordava come se fosse avvenuta solo ieri.
Tommaso tornava ogni mese e lei due volte era andata a trovarlo. Aveva conosciuto i suoi amici e. Elena aveva saputo da loro, che si era preso una bella cotta per una ragazza, un anno più grande di lui. E ora non c'era più.
I giornali parlavano di incidente, aveva bevuto troppo, forse era scivolato dal cornicione o, forse, semplicemente voleva smettere di vivere. Hanno parlato di depressione.
Elena sapeva che non poteva essere vero. Era sempre allegro e con una parola buona per chiunque, ma la depressione si nasconde bene, dicevano. Tommaso era sempre col sorriso sulle labbra, ma forse era già morto dentro e nessuno se n’è accorto. Nemmeno lei, sua sorella, se ne era resa conto.
Quella mattina, era il 9 settembre del 2018, era entrata nella stanza di Tommaso, la camera che condivideva con lei prima di andare a Milano. Il suo mondo, il posto dove rinchiudersi e mettere a posto i mille pensieri che la tormentavano. Quella mattina si era buttata, a peso morto, sul suo letto. C'erano ancora le lenzuola di Tommaso, quelle che sua madre aveva messo per il suo arrivo, un anno fa. Non sapendo che non sarebbe mai tornato.
Se Elena si concentrava, chiudeva gli occhi e inspirava profondamente, poteva percepire, ancora, il suo profumo, quella nota di borotalco e agrumi. Chiuse gli occhi e pensò che l'aveva lasciata sola, sola contro il mondo e non con la sua spalla su cui piangere, se qualcosa fosse andato storto. Serrò la mandibola e i denti emisero uno strano stridio. Era stanca. Aprì gli occhi, si mise seduta e si guardò intorno.
Tutto era rimasto come allora.
C'era il poster dei Queen sulla parete sopra il letto di Tommaso. I suoi cd erano sempre, lì, sulla scrivania dove lui li aveva lasciati. Aveva deciso che avrebbe portato con sé al campus solo i suoi preferiti, mentre gli altri avrebbe potuto tenerli lei. Così, ascoltandoli, avrebbe pensato a lui. Avrebbe pensato a quel fratellone dai capelli troppo biondi, troppo lunghi e dagli occhi verdi. La sua attenzione fu attratta dalla foto sul comodino chiaro, accanto al letto. La prese.
La cornice era plastificata e nella foto c'erano lei e suo fratello. Tommaso le aveva stretto un braccio intorno alle spalle e Elena sorrideva, mentre lui sorrideva, sì, ma non gli brillavano gli occhi. Era stata scattata ad agosto, un mese prima che lui partisse.
Eppure, non era felice. Come avevano fatto a non accorgersene? Come aveva fatto lei a non capirlo?
"Ti odio, ti odio per quello che hai fatto!" Scoppiò in lacrime. Scivolò dal letto, piangendo, per terra. Perse la presa sulla foto che cadde.
Si asciugò le lacrime, la riprese. Il vetro si era frantumato, ma lui era ancora lì.
"Ti odio, Tommaso, perché mi hai lasciato da sola." Disse, con voce più ferma e asciugandosi con la manica della felpa gli occhi. Con quella consapevolezza, si alzò, mise la cornice al suo solito posto.
"Mi manchi" disse alla stanza vuota e silenziosa, passandosi una mano fra i capelli scuri e sospirando, rumorosamente.
"Mi manchi." Ripeté, prima di voltarsi e uscire fuori da quella stanza. La sua stanza.

Parere  delle TheGirls

Il tema trattato è interessante, davvero molto, ma non il modo in cui lo si tratta. Gli errori non sono molto evidenti, nè ce ne sono di troppo gravi, ma il testo è banale, neutrale, senza attrattiva. I sentimenti della protagonista sono poco approfonditi, nei confronti di una tragedia del genere che necessita di qualcosa di più. “Elena la ricordava come se fosse avvenuta solo ieri”, riferendosi alla morte del fratello, è errato. Infatti dovrebbe essere “Elena la ricordava come se fosse avvenuta solo il giorno precedente.”
Certo, i presupposti ci sono, non siamo allo sfacelo più totale, ma c'è qualcosa che va rivisto, un approfondimento maggiore della vicenda e dei personaggi.

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