Welcome to Holmes Chapel

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Capitolo 1

23 novembre 2013

Caro diario oggi è un giorno importante.Oggi dopo anni,che cerco di convincere mia madre,andrò a Londra. Sono ormai maggiorennne e mia madre,finalmente,ha capito che deve lasciarmi vivere la mia vita.E' tutto pronto: le valigie sono chiuse sul letto e sto mettendo le ultime cose nel beautycase,quelle essenziali per il viaggio.Una cosa che non ti ho detto è che,questo viaggio non sarà un viaggio di piacere e mia madre si è convinta a mandarmi solo perchè io lì ci andrò a vivere per sempre.Ti ricordi zio Albert? Quello di Londra che mi chiamava tutti i giorni?Beh...una settimana fà è deceduto. Mi dispiace moltissimo ma,solo grazie alla sua morte hanno scoperto che nel testamaneto ha lasciato a me la sua casa di Holmes Chapel.Non posso credere che sia morto,mi dispiace davvero tanto. Io e mio zio passavamo intere giornate al telefono e solo grazie a lui ho avuto modo di imparare bene la lingua inglese.Da un lato però sono contenta che la ricca eredità di mio zio non sia andata in mano alla moglie,almeno non tutta.Quella donna è una delle più cattive che esistano al mondo e dicono che sia stata lei a far morire il marito.In ogni caso,per volere di mio zio Albert,la casa ora è mia e devo andarci ad abitare entro domani o la daranno alla moglie.Partirò oggi pomeriggio alle 4 in punto,così riuscirò ad arrivare lì per la sera.Ho un pò paura di entrare a far parte di questa mia nuova vita,questo nuovo posto che,per quanto conosciuto di nome,mi è del tutto sconosciuto.Un'altra cosa che non ti ho detto è che andrò a frequentare a Londra la mia università di fotografia e spero di riuscire a fare amicizie almeno lì.Beh...Ora devo proprio lasciarti,devo sistemare le ultime cose e cercare di convincere mia madre che andrà tutto bene.Ti scrivo appena posso. Un bacio Lola.

Chiusi il diario e lo riposi in una delle borse che sarebbero rimaste più a portata di mano lungo il tragitto.Ero emozionata all'idea di andare a Londra,di frequentare lì l'università e di diventare una cittadina inglese,con il thè alle 5 e il raffinato stile di vita."Amore sei pronta? Sono le tre,ti conviene andare o non arriverai in tempo!" mia madre urlava come una pazza pur stando solo a due stanze di distanza dalla mia. Urli a parte,aveva ragione dovevo dirigermi all'areoporto di Capodichino,vicino Napoli, ci avremmo messo almeno mezz'ora per arrivarci ,se vogliamo escludere il traffico.Iniziai a portare le migliaia di valigie vicino la porta e mio fratello,che era appoggiato vicino all'uscio,le guardava ad una ad uno con aria stupita "non penso che ci entrino tutte in macchina...ne sono circa 20 Lola!" Tom,si sedette su una delle mie valigie,quella più rigida e sbuffò divertito." Tommo alzati! Me l'ammacchi!" era un ragazzo molto muscoloso,aveva degli occhi castani che cambiavano colore ,diventando più chiari o più scuri,a seconda del sole. Era bellissimo.Lui mi dice sempre che se non fosse stato mio fratello,probabilmente,mi sarei innamorata di lui . Era vero."Tom! Evita di perdere tempo e inizia a caricare la macchina se arriva tardi e perde il volo me la prendo con te!" mia madre iniziò a urlare isterica contro mio fratello,lui storse il muso "mamma stai tranquilla,ci manca un ora!" prese ben tre valigie in una sola volta e le portò in macchina.Quella partenza aveva stressato molto sia me che mia madre. Dopo tutto quando ci hanno dato notizia della morte di zio Albert siamo rimaste malissimo. Zio era il fratello di mia madre,per questo io avevo un legame speciale con lui, per lei è stato un lutto tremendo sapere che era morto,nonostante la sua età si iniziava a far sentire." Ci ha lasciato che aveva solo 77 anni" continuava a ripetere mia madre. Il fatto era che,zio soffriva di cuore e,infatti,era stato proprio un infarto a decidere la sua fine. In ogni caso quando ci hanno chiamato,dando la notizia del testamento,mia madre ha iniziato ad urlare per telefono che la sua adorata piccolina non poteva allontanarsi da lei. "E' forte come lo era tuo padre..." mia madre si era ormai avvicinata a me e mi infilava alcuni medicinali nella borsa che avevo a tracollo, "lui è sempre stato come papà" cercai di consolarla.Mio padre ci aveva lasciato quando io avevo solo 10 anni e mio fratello 13.Mia madre dal giorno del funerale era sempre stata molto protettiva nei nostri confronti e noi,abbiamo sempre evitato di fargli pensare la nostra esistenza.L'incidente di nostro padre ci aveva cambiati un pò tutti.Io diventai più matura,mi trovai a crescere troppo in fretta per prendermi cura sia di me che di mia madre che non era riuscita a riprendersi subito e cadde in depressione per i primi tre mesi.Mio fratello Tommo fu quello che cambiò di più. A 17 anni iniziò a saltare la scuola per andare a fare danni con dei bulletti che aveva conosciuto nell'istituto. Dopo la terza volta che lo portarono a casa ,per aver fatto scattare l'ennesimo incendio nel parco,mia madre lo chiuse a casa per un mese.Quando,finalmente potè uscire alla libertà,disse che voleva lavorare ,che a scuola non voleva andarci più e mia madre non riuscì ad obbiettare.Quel mese a casa era stato un continuo litigio tra mia madre depressa e mio fratello ribelle,il fatto che lui avesse preso una posizione e una decisione cosi drastica ci fece capire che era ciò che voleva davvero.Sentii mia madre sbuffare e poi abbracciarmi "penso che farà freddo lì,siamo a novembre dopo tutto..."si tolse la sciarpa che aveva al collo e la mise attorno al mio. Era la sua sciarpa rossa preferita,sapevo che me la stava dando per farmi avere un ricordo costante di lei. Aveva paura che la dimenticassi e a quel pensiero cosi ingenuo non potetti fare altro che sorridere. "Ora vai a mamma,chiamami quando arrivi! Mi raccomando,non dare troppa confidenza agli estranei.." mi diede un bacio sulla guancia mentre io alzavo gli occhi al cielo "lo farò,ti voglio bene mamma!" uscii dalla porta con l'ultima valigia e un vento di fine novembre mi invase " Tommo questa è l'ultima" mio fratello con un riflesso prese la valigia."Bene visto che è tutto pronto possiamo anche andare!Sali in macchina sorellina"io seguii il suo ordine e mi andai a mettere seduta nel calore della macchina strapiena. Prima di partire guardai per l'ultima volta quella figura in pigiamone invernale e vestaglia che era sull'arco della porta e mi guardava con le lacrime agli occhi,sapevo che si era promessa di non piangere ma l'avrebbe fatto comunque una volta che io sarei stata fuori dalla sua portata visiva.Arrivammo all'aereoporto e mio fratello fece venire un fattorino per prendere tutte le mie valigie "sai sorellina,mi mancherò la tua brutta faccia in giro per casa" mi sorrise,io e lui non riuscivamo ad essere sdolcinati se non mettevamo qualche insulto in una frase,"invece a me non mancherà la tua puzza che lasciavi in giro,dopo la palestra!" lui rise e mi abbracciò,respirai per l'ultima volta quella "puzza" perchè sapevo mi sarebbe mancata."Prometti che fai la brava e che mi scrivi tutti i giorni,come fai con il tuo diario?" restai leggermente scossa da quell'ultima fase,non sapevo che lui fosse a conoscenza del mio diario,probabilmente,l'aveva anche letto come ogni fratellone ficcanaso sa fare. Eppure in quel momento,non mi importava."Devo andare Tommo ,mi mancherai..." il fatto che non abbia risposto alla sua domanda gli fece subito capire che avrei mantenuto quella promessa.Lasciò la presa e fui libera di andare. Seguii il fattorino,lanciando a mio fratello uno guardo ogni due secondi finchè mi fosse possibile.Non pensavo che lui e mamma mi sarebbero mancati cosi tanto ma,dopo tutto,stavo lasciando a Napoli la mia vita.Dopo circa venti minuti ci fecero salire sull'aereo ed io mandai un breve messaggio a Tom.

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