Dire che Hermione Jean Granger era sconvolta, è dire molto poco: era pietrificata.
Mentre il resto della Sala prorompeva in applausi e urla festanti, lo sguardo di Hermione ricadde vacillante sul volto familiare del suo migliore amico, che la fissava sgomento.
Solo guardandolo, riuscì a riprendere una certa stabilità.Fred non ci poteva credere: il suo peggior incubo era divenuto realtà. Deglutì a fatica, mentre le faceva segno di alzarsi e di andare con gli altri Campioni del Torneo.
La riccia, ancora tremante, si alzò e si diresse a passo incerto verso Silente per stringergli la mano, e poi raggiungere Viktor e Fleur.
Si lasciò alle spalle il frastuono della Sala Grande, restando da sola con il silenzio dei suoi pensieri, intanto che i suoi compagni parlavano tra loro.
- Bene, Campioni, mi presento: mi chiamo Ludo Bagman, Direttore dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici. Presto ci sarà la prima prova, e per allora dovrete aver preso consapevolezza del fatto che sarete da soli. Barare è severamente proibito, dunque, non avrete altro che voi stessi, e nessun altro su cui contare. Vi servirà grande forza e tanto coraggio. Domani verrà Rita Skeeter per scattare delle foto per La Gazzetta del Profeta, e per fare un'intervista. Per il momento, potete andare. Ulteriori informazioni vi verranno date il giorno della prova, che è tra due settimane. -, concluse Bagman con un sorriso.
- Giovani ragazzi: buona fortuna. -, disse Bartemius Crouch, l'organizzatore del torneo.
Hermione pensò che avrebbe dovuto avere più che fortuna per uscire viva da quella competizione.
La preoccupazione che la pervadeva era lampante, e Silente se ne accorse. Quando il resto dei presenti tornò alla Sala Grande, lui le si avvicinò.- Signorina Granger? Sta bene? -, le chiese, pur sapendo già la riposta.
- Sì. -, rispose la riccia.
Silente la guardò da sopra gli occhiali, con un sorriso di chi la sapeva lunga.
- Be', più o meno. È che non posso ancora credere a ciò che è appena successo. Io... -, tentennò per un momento.
Non sapeva se dirglielo o no; poi, si disse che era il preside, e che forse avrebbe potuto fare qualcosa.
- Io non ho messo il mio nome nel Calice, professore. -, rivelò tutto d'un fiato.
Dal suo sguardo e dal tremito della mano, Hermione capì che Silente non si aspettava per niente quella confessione.
- A dire il vero, signorina Granger, il pensiero mi aveva per un attimo sfiorato la mente quando ho letto il suo nome sul biglietto. Pertanto, ho creduto che una studentessa del suo calibro, avesse voluto mettersi alla prova, in qualche modo. Ma non è così, giusto? -, chiese il preside retoricamente.
- No, non lo è. -, deglutì lei a fatica.
- E ha la minima idea di chi avrebbe potuto farle un simile scherzo, se così possiamo chiamarlo? -
Hermione scosse la testa con fare convinto.
- Proprio non lo so, signore. -
- E può essere che, chissà, qualcuno pensava che in fondo volesse prendere parte al torneo? -, continuò Silente.
- No, io non ho mai voluto partecipare. Professore, lei potrebbe cambiare le cose? Può fare in modo che qualcuno prenda il mio posto? -, chiese lei disperata, e con sguardo implorante.
- Mi duole dirle che, purtroppo, dal momento in cui il suo nome è stato gettato nel Calice di Fuoco, e posteriormente estratto, costituisce un contratto magico vincolante dal quale non ci si può sottrarre e... -
- In poche parole, dovrò prendere parte al Torneo Tremaghi. -, concluse Hermione, portandosi le mani al volto.
- Sì. Senta, so che Ludo Bagman ha detto che non è consentito barare. Tuttavia, non è certamente un segreto che negli anni passati, in un modo o nell'altro, tutti i Campioni abbiano ricevuto degli aiuti. Sono sicuro che qualcuno sarà pronto a correre il rischio per lei, non so se mi spiego. -, Silente sussurrò le ultime parole, per poi farle l'occhiolino.
Hermione riuscì a fare un mezzo sorriso.
- Ora raggiunga pure i suoi amici. -
La riccia annuì, e uscì per dirigersi al tavolo dei Grifondoro.
Quando fu abbastanza vicino, notò che Harry, Lea, Ron, Ginny, Lavanda e George se n'erano già andati, mentre Fred e Justin l'aspettavano impazientemente.Sorrise ad entrambi, ma quando il rosso aprì le braccia, lei non poté che tuffarsi dentro al suo posto sicuro nel mondo.
Si abbracciarono stretti, mentre Justin li guardava basito.Hermione se ne accorse appena in tempo, così si staccò da Fred, e abbracciò il suo ragazzo.
- Come stai? -, le chiese quest'ultimo.
- Domanda di riserva? -, sdrammatizzò lei.
Justin scoccò uno sguardo inequivocabile al rosso accanto.
- Ci vediamo dopo nella sala comune. -, disse Fred rivolto a Hermione, la quale annuì con un sorriso.
Fred si strinse nelle spalle, e se ne andò infastidito.
- Vieni qui. -
Justin l'avvolse ancora una volta in un abbraccio.
Hermione fissò la schiena del suo migliore amico, finché non sparì dietro l'angolo.***
Al dipinto della Signora Grassa, Justin salutò Hermione con un bacio sulla guancia; poi una volta superato il passaggio, la riccia andò a sedersi accanto a Fred sul divano di fronte al caminetto.
Il rosso la guardò: non c'era bisogno di parole tra loro due. La riccia annuì, e per la seconda volta si lasciò stringere da lui in un abbraccio.
Fred le baciò la sommità del capo, e la strinse ancora una volta a sé.
Rimasero così, a fissare il fuoco e le sue fiamme che si rincorrevano per arrivare più in alto delle altre, e a pensare a quanto - in quel momento più che mai - avessero bisogno l'uno dell'altra.
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Fred & Hermione
Fiksi PenggemarIl giorno in cui riceve la sua lettera, Hermione Granger non sa che la sua vita sta per cambiare. E nemmeno Fred Weasley immaginerebbe mai di conoscere, senza saperlo, la persona di cui si sarebbe perdutamente innamorato. Non sanno che delle avventu...