Hai Paura del Buio?

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Chi nella vita non ha avuto paura del buio almeno una volta? Nasciamo così piccoli e indifesi che la stanza senza luce ci sembrava la tana del lupo e se non fosse stato per la mano rassicurante di papà o mamma non avremmo mai varcato la soglia della porta.
L'avvento della tecnologia ha fatto si che il buio si riducesse al minimo in confronto al dopo guerra dove la maggior parte delle case era attrezzata di sole lampade ad olio.
Quella del buio, è una delle fobie più diffuse ma esistono vari tipi di buio. Il buio oggettivo e il buio soggettivo. Quest'ultimo è quello della mente. Del proprio io.
Attraversiamo momenti tristi e difficili in una o più parentesi delle nostre vite da sentirci oppressi a tal punto da vedere solo buio intorno a noi.
Luca non sapeva ancora quanto il buio stesse percorrendo il cammino, andando incontro a lui.

Si svegliò di buon mattino per andare a scuola, galvanizzato dalla nuova opportunità che lui e Claudia si erano reciprocamente concessi.
Era felice come un grillo. Saltellava di stanza in stanza e nell'attesa della colazione abbracciò sua madre ripetutamente, insospettendola non poco. Andò in bagno per fare una doccia e...

Claudia era in ritardo come sempre e lui non arrivava e per di più la stava innervosendo non rispondendo al telefono. Che si fosse addormentato quello stupido?
Non attese oltre e prese con una vena di preoccupazione il bus. Non poteva attendere oltre perché aveva il test di biologia e non poteva proprio mancare. Aveva come un presentimento al petto. Sentiva come se fosse successo qualcosa perché la madre di Luca se non altro, a quest'ora l'avrebbe di certo svegliato.
Le ore passavano lente e il presentimento si fece certezza quando le squillò il telefono.

<<Ciao, sono la madre di Luca. Ho visto le tue chiamate sul telefono e ho pensato fosse giusto richiamarti. Luca non è stato bene e adesso è in ospedale. Sta facendo degli accertamenti per capire cosa è successo. Siamo al Civico nel caso volessi vederlo. Penso di aver capito chi tu possa essere.>>
<<Grazie mille. Corro subito lì.>>

Luca si era svegliato divelto sulla sponda della vasca da bagno con un vistoso ematoma sullo zigomo e un taglio al mento. Si sentiva confuso e non riusciva a chiamare sua madre. Fu lei stessa infatti a insospettirsi non vedendolo venire fuori dal bagno e aprendo la porta lo trovò lì, bianco come un cencio e tremante.
Lei lo incalzava di domande al quale non sapeva rispondere e allora sua madre prese la saggia decisione di portarlo in ospedale avvisando tempestivamente Sandro per raggiungerli in ospedale, dal lavoro.

Claudia corse come una forsennata e raggiunge l'ospedale circa un'ora dopo. Nessuno riusciva a darle informazioni e dovette procurarsele da sola vagando a destra e sinistra alla ricerca del suo Luca. All'improvviso una donna alta e bionda le venne incontro e le disse con tono delicato: <<Sei pronta? Immagino tu sia Claudia.>>
<<Pronta a cosa?>>
<<Non ha proprio una bella faccia e abbiamo appena parlato con i medici. Ha preso una forte botta allo zigomo e ha un piccolo taglio al mento ma ciò che desta preoccupazione sono le cause ancora poco chiare dello svenimento. Ha anche ammesso in un breve momento di piena lucidità che è stata la seconda volta in poco tempo. E poi ci sarebbe il problema che non ci vede. Stanno facendo delle diagnosi per capire se è un effetto temporaneo dovuto al trauma ho se ha compromesso la vista per sempre.>>
<<Signora, perché proprio a lui? La ammiro perché in un momento così riesce a mantenersi così calma!>>
<<Tesoro, io non sono la madre di Luca. Lei mi ha detto che sarebbe arrivata la sua ragazza e mi ha affidato il compito di riceverti e spiegarti tutto. Lei è distrutta e insieme alla figlia e al marito sono in terapia intensiva sperando per il meglio...>>
<<Terapia intensiva? Come terapia intensiva? Posso vederlo?>>
<<No, non puoi. Non ancora. Si, è in terapia intensiva per semplice precauzione. Starà bene, non preoccuparti. Se vuoi restare qui dovresti avvisare a casa che farai tardi. Non credo che avremo notizie tanto presto.>>

Claudia era un fiume in piena pronto a esondare dagli argini. Sembrava che una maledizione la avesse presa di mira e non riuscisse a scrollarsi di dosso quel senso di impotenza che la attanagliava. Non era giusto. Non era giusto. Perché proprio Luca. Pregava che la vista gli tornasse e che le cause fossero cose banali come il caldo o lo stress. Non riusciva a calmarsi e sua madre non era stata di aiuto al telefono. La aveva chiamata per avvisarla che si trovava in ospedale e per tutta risposta ricevette l'ordine di rientrare a casa perché si stava facendo tardi. Non poteva dirle ancora di avere un ragazzo e che quel ragazzo si trovava a dieci metri da lei malconcio ma non poteva nemmeno pensare minimamente di andare via da lì. Quando si sarebbe svegliato avrebbe dovuto vedere che le persone che lo amavano erano tutte intorno a lui. E se non avesse potuto vederle? Quel pensiero le bruciò forte nella testa ma in un bagliore di positività si disse che li avrebbe visti e nel caso peggiore li avrebbe potuti sentire.

Da qualche parte, tempo prima, aveva letto di una ragazza che aveva perso la vista temporaneamente per l'effetto di un trauma facciale e si rincuorò nel pensare che fosse esattamente la stessa situazione.

Arrivò l'ora di andare via. Sua madre non avrebbe gradito un ritardo eccessivo e avrebbe dovuto dare spiegazioni. Suo malgrado salutò la donna che la aveva accolta ore prima e chiese la gentilezza che se si fosse svegliato, di avvisarlo che era stata lì tutto il tempo. L'idea di andare via non le piaceva affatto ma non aveva alternativa.

Luca si svegliò qualche ora dopo, frastornato dalla morfina e dai dolori al viso. I dottori corsero a valutare la sua situazione e emerse sin da subito che vi era poca reazione. Non rispondeva agli stimoli oculari ma percepiva tutto ciò che gli accadeva intorno. E allora chiese: <<perché è tutto buio? Dove mi trovo? Chi è lei?>>
<<Stia tranquillo, sono il medico di turno. Siamo in ospedale per degli accettamenti e con lei ci sono i suoi genitori e sua sorella!>>
<<Dottore perché è tutto buio?>>
Il dottore per evitare reazioni brusche e controindicate lo tranquillizzò:<<Le luci sono basse per non infastidire la vista e il fatto che non vede bene è dovuto allo shock subito dalla caduta. Valuteremo le condizioni nelle prossime ore. Adesso riposi!>>
<<Claudia?>>
<<Chi è Claudia?>>
<<La mia ragazza... non è qui?>>
<<Se si tratta di quella bella ragazzetta che era fuori fino a poco fa, credo sia andata via! È piccoletta e con due occhi da bambina?>>
<<Si!>>
<<Allora era proprio lei. Stia tranquillo, era qui fino a poco fa. Adesso riposi!>>

Luca percepì un tono poco rassicurante nelle parole del medico e presto si rese conto che la sua vista non era offuscata ma del tutto assente. Iniziò a capire che qualcosa non andava e dialogando con i suoi genitori intuì ancor più il tono preoccupato di sua madre.
La paura si fece strada nella sua mente.
Istintivamente andò a toccarsi le palpebre con le mani per vedere se gli occhi fossero ancora lì. C'erano. La paura cresceva di secondo in secondo e il pensiero di perdere la vista lo spinse ad un pianto disperato.
Si fece notte ma per lui questa volta non faceva affatto differenza.

CON IL SOLE NEL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora