Paura

41 6 11
                                    

Laura spezza un quadratino di cioccolato fondente e lo porta in bocca, chiude gli occhi, assaporandone il gusto leggermente amaro, mentre dalle sue labbra esce un gemito di apprezzamento; terminato il suo breve momento di relax, osserva la tavoletta che giace sul ripiano della cucina, sulla quale è seduta, e ne affera un altro pezzo, ingorda di provare ancora quel senso di appagamento che le regala ogni volta. Nel giro di pochi minuti, senza rendersene conto, l'ha finita tutta.
Guarda la carta, ormai accartocciata e non può non sentirsi in colpa, succube di quel paradiso marrone scuro che ogni volta è il suo rifugio.
Si alza, stizzita butta la carta nel bidone e scende in garage, infila le scarpe da ginnastica, afferra gli auricolari e il cellulare ed esce a camminare.
Aumenta il passo sempre più, calpestando il cemento con foga, come se lo stesse combattendo, finché è costretta a rallentare a causa dei crampi ai polpacci; butta fuori l'aria in uno sbuffo e si sente una perfetta idiota: sono settimane che non esce a passeggiare e avrebbe dovuto andarci piano, ma questa parola, per lei è divenuta insopportabile; come non tollera più il tempo che sembra farsi beffa di lei: ci sono giorni in cui si guarda indietro e le pare sia trascorso troppo in fretta, altri, invece, ha l'impressione siano andati a rallentatore.
La musica rock salvata sulla playlist  termina e in sottofondo partono le prime note melodiche che hanno il potere di riportarla alla realtà.
La mente offuscata in precedenza dal frastuono, ora torna a riflettere e ricordarle quanto stia sbagliando.
Si sente una codarda, schiacciata dall'angoscia e dalla paura, incapace di prendere la giusta decisione, terrorizzata dal dopo, nonostante, in fondo al suo cuore, sappia sia arrivato il momento di reagire.
Non riesce più a sopportare la sua indifferenza, la sua superficialità, il  suo contorto modo di tenerla legata a sé, infiltrandosi nel suo subconscio e convincendola di non poter fare a meno di lui, giocando con le sue debolezze e traendone vantaggio.
Laura percepisce la responsabilità di quella promessa, schiacciarle il petto, stritolarle la bile e incollarle i piedi al pavimento, come se avesse dei mattoni legati alle caviglie.
Alza lo sguardo verso casa sua, raggiunta troppo rapidamente e uno stato di repulsione la coglie impreparata; rimbalza gli occhi dal cancello di fronte, alla strada alla sua sinistra, indecisa sul da farsi. E come sempre decide di scappare.

Scruta disinteressata le sue scarpe muoversi una avanti all'altra, troppo presa a riordinare le idee e a tenere a freno le emozioni che sembrano averla sopraffatta

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Scruta disinteressata le sue scarpe muoversi una avanti all'altra, troppo presa a riordinare le idee e a tenere a freno le emozioni che sembrano averla sopraffatta. Come può continuare a vivere in quel modo?
Perché non sceglie la sua felicità, una buona volta?
Ed ecco che in un attimo, la sua risposta le arriva chiara: ha troppa paura di restare sola... Già, lei che oltre un paio di amiche, non ha nessun'altro; lei, che da quando ha promesso amore, si è sempre sentita inferiore agli altri, terrorizzata dagli imprevisti.
Rammenta quel sentimento che l'ha spinta a fare il grande passo, all'oscuro di ciò che l'aspettava, ma allora era un'altra persona: più determinata, più solare.
Alcune gocce scivolano sulle sue guance che si affretta ad asciugare per timore di essere vista, poi intravede in lontananza una panchina in legno, dipinta di verde, sbatte le palpebre, certa sia una visione, eppure le sue gambe si muovono frettolose, arrestandosi una volta giunte ai suoi piedi.
Accarezza la superficie ruvida, soffermandosi sui nodi che la contraddistinguono e inizia a contare: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette. Oh...
Rimane immobile, con il dito a mezz'aria, incredula da tale coincidenza; si siede con estrema cautela, ancora frastornata e incerta. Chiude gli occhi, mentre il ricordo di suo nonno impegnato a incidere il suo nome sul retro del sedile della sua panchina preferita, le si presenta nitido. È certa di sognare, infatti, preme la pelle della guancia tra le dita, sorridendo, ma quando avverte dolore, resta di ghiaccio.
Non può essere...
Con mano tremante percorre la superficie sottostante, finché le sue dita incontrano un'incisione.
Scende di scatto, si piega sulle ginocchia e cerca con gli occhi ciò che alla sua mente pragmatica risulta impossibile.
Eppure, eccole lì, le lettere che compongono il suo nome, scritte in un corsivo antico.
Perde un battito e si prende la testa tra le mani, confusa e disorientata. Com'è possibile?
Le manca la figura amorevole e saggia del nonno, lui saprebbe consigliarla, la stringerebbe tra le sue forti braccia e le sussurerebbe di non preoccuparsi; una lacrima le bagna la guancia, mentre si lascia cadere a terra, cullata da quei ricordi.

"Tesoro, non avere paura... sei più forte di quel che credi. Segui il tuo cuore e tutto andrà a posto. E ricorda, non sei sola..."
 
Laura apre gli occhi e un timido sorriso spunta a disegnarle le labbra, si alza sorretta da una consapevolezza e una forza sconosciuta.
Ora, sa perfettamente che strada prendere e non ha più il timore di sbagliare, perché ha capito che può farcela, anche da sola e nessuno potrà più farla dubitare di sé stessa.
Inizia a correre verso casa, incontro a una nuova vita e si volta come per imprimere nella mente quelle parole, come a ringraziare il nonno, ma la panchina non c'è più...

PauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora