Epilogo

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Sono passati ottantasette giorni dalla partenza di Flavio e oggi, nel giorno del mio ventinovesimo compleanno, sono in aeroporto in attesa di salire su un volo diretto in America. L'Università di Stanford ha accettato la mia richiesta di trasferimento.

Di Flavio non ho più avuto notizie pur nutrendo una curiosità che mi scalpita dentro come una furia impazzita. Alcune volte mi è capitato di sognarlo che torna qui da me, e altrettante volte mi immagino come la protagonista di un epilogo diverso. Io che sono in aeroporto, con il mio biglietto di sola andata per Palo Alto e poi lui che compare lì, tra la calca delle persone in fila al gate, che urla il mio nome.

È pura immaginazione.

Ho trovato una casa sul mare, con la staccionata in legno bianco, la veranda e un delizioso dondolo. Ho deciso che prenderò anche un cane, per sentire meno la solitudine iniziale e vincere l'impellente necessità di immaginarmi accanto qualcun altro pur di riprendermi.

Alex partirà con me, sostiene di aver bisogno di una pausa dal troppo lavoro e io gli sono grata per la sua presenza nella mia vita incasinata.

Mia madre ha storto la bocca quando ha saputo del mio progetto. Non ha commentato, solo dopo, in un momento di intimità tra noi, si è sbottonata un po'.

«Ora che ci siamo ritrovate, tu parti. Non è destino viverci io e te.» Aveva gli occhi lucidi.

«Puoi sempre venire a farti una vacanza, no?» La mia risposta prima di abbracciarla.

Ha ragione. Nella mia vita scorre tutto al contrario, ma voglio pensare che, in questo caso, il destino abbia in serbo per me molto più di un amore non corrisposto. Conoscere Flavio ha significato tanto, perderlo è stato ancora più importante perché è proprio per lui che sto sovvertendo l'assetto della mia esistenza con l'intenzione di dipendere solo ed esclusivamente da me stessa, con tutte i limiti che la mia ritrovata emotività mi impone.

«Zuccherino, dobbiamo andare.» Alex mi reclama.

Non ho voluto che i miei venissero a salutarmi in aeroporto, sarebbe stata troppo dura tanto per me quanto per loro.

«Eccomi.» Afferro il trolley, a passo spedito corro verso Alex.

Hello Goodbye London.

Ridammi indietro il cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora