Capitolo 114.

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Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

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Dakota's pov.

A quanto pare Jamie sta venendo qui. In Alabama. Ed io l'ho scoperto per puro caso da Robin che mi stava riaccompagnando in camera, come sempre alla fine delle riprese, e si è fatta sfuggire che Jamie stava arrivando. In realtà mi sorprende che non si sia precipitato qui già dopo la nostra ultima chiamata. Ma questo in realtà sottolinea ancora di più il fatto che sia davvero arrabbiato e ferito per questa storia. Ma spero di sistemare tutto. Mi sono precipitata in camera mia e ho messo tutto in ordine, anche per fare spazio alle sue cose. Dopo di che mi sono fiondata sotto la doccia, ma l'ho sentito bussare alla porta prima che finissi di lavarmi. "Cazzo!" Mi sono tamponata i capelli con un asciugamano e ne ho avvolto un altro intorno al corpo, dopo di che sono andata ad aprirgli. Senza nemmeno rendermi conto davvero che lui fosse realmente li. Sulla soglia della mia porta. È lì di fronte a me.. dopo settimane di litigi e battibecchi, ora mi fissa con quegli occhioni gonfi e arrossati, il viso spendo e chino verso il basso. Sembra così trasandato e trascurato.. Ed era quasi tutta colpa mia, io l'avevo reso così miserabile.

"Ciao.." Mormora, rompendo il silenzio.

"Ciao." Sospiro, nervosamente. "Prego, entra..." Gli dico, scostandomi per fare spazio a lui e alla sua valigia. Come al solito, ha anche il solito zaino sulle spalle. "Scusa se.." Chiudo la porta dietro di me. "Scusa se mi trovi così, in asciugamano, ma non ti aspettavo così presto.." Gli spiego. Improvvisamente è come se non sapessi più come comportarmi con mio marito.

"Va tutto bene." Accenna un sorriso. "Anzi, se vuoi vestirti nel frattempo io approfitto del bagno, è stato un viaggio lungo.." Mi dice, io annuisco e gli indico il bagno, nel quale scompare. Nel frattempo ne approfitto per vestirmi e per pensare a quello che dovrei dire che chiarire la situazione, o almeno per iniziare a parlarne.. ma non mi viene nulla. Vorrei solo abbracciarlo e fargli capire che non penso niente di quello che ho detto, ma temo che servirà più di così. L'ho ferito nel profondo. Mi siedo sul letto e mi prendo la testa tra le mani, pensando alle parole giuste da utilizzare. Quando esce, mi guarda immediatamente ed entrambi sorridiamo in maniera imbarazzata.

"Hey.." Mormoro. Lui ha le mani in tasca. "Vieni qua..." Propongo, indicandogli il posto accanto a me sul letto. Lui scuote la testa e non si avvicina di un millimetro. "Dai, non farti pregare però..." Aggiungo. "Vieni qua." Con voce più morbida. Lui sospira e si siede accanto a me sul letto. Non ricordo nemmeno più l'ultima volta che l'ho avuto così vicino. Gli prendo le mani fra le mani e lui, per fortuna, mi lascia fare e non si scansa. "Ascolta.. mi dispiace molto per queste ultime settimane, sono state orribili e ho detto delle cose che non pensavo perché ero presa dalla rabbia." Lui abbassa il viso. "Io non penso quelle cose."

"Mi hanno ferito ugualmente." Replica, pacato. "Soprattutto perché sono venute da te.." Mi guarda e si alza, passandosi una mano tra i capelli. "Io.. la mia forza la prendevo da te. Se in questi anni mi sentivo forte, più sicuro di me, normale.. lo dovevo a te, perché tu mi facevi sentire così." Mi guarda negli occhi, e percepisco tutto il dolore che prova. "Quando mi hai detto quelle cose mi hai letteralmente tagliato le gambe. Mi hai fatto sentire come se non fossi buono a nulla, mi hai completamente demoralizzato. E si, forse questo è patetico perché come mi sento dipende da te.. ma non posso farci niente. È così." Si mette le mani in tasca. "E a me andava bene così." Aggiunge. "Mi andava bene vedermi forte ai tuoi occhi."

"Lo sei!" Mi alzo e vado verso di lui. Non posso sopportare di sentirlo ancora così abbattuto per colpa mia. "Tu sei la persona più forte che io conosca, non penso niente di quello che ho detto." Lui abbassa il viso. "Tu sei l'uomo che ho scelto di sposare e col quale ho deciso di fare un figlio.. e questo perché penso che tu sia l'uomo migliore del mondo." Dico, con la mano sul cuore. Mi avvicino a lui e gli prendo le mani tra le mani, stringendogliele contro il mio petto. "Pensa a tutto quello che hai passato da ragazzo, quando ti sei sposato... io ti ammiro da morire per come sei." Sospiro. "Tu sei la mia forza.. mi dispiace di aver detto quelle cose."

"Mi hanno fatto molto male." Ammette.

"Lo so." Mi si spezza il cuore. Gli bacio le nostre mani unite contro il mio petto. "Ero arrabbiata.. furiosa.. io non pensavo quelle cose, davvero, ero arrabbiata e gelosa in quel momento." Annuisce, mostrandosi affranto. "Cosa posso fare per farmi perdonare?" Chiedo.

"Niente... tu..." Sospira, poi finalmente mi guarda negli occhi e mi prende il viso tra le mani in un attimo, annullando ogni distanza tra di noi. La sua fronte contro la mia. "Mi sento mancata da morire..." Mormora, stringendomi forte contro di sé.

"Anche tu.." Mi rilasso finalmente dopo quella che mi sembra un'eternità. Finalmente tra le sue braccia. "Mi dispiace. Mi dispiace da morire." Mormoro, baciandogli il collo di qua e di là. "Mi sei mancato da morire anche tu. Ti giuro che farò di tutto per farmi perdonare."

"Un diamante andrebbe bene." Scherza lui. Ed io rido, di nuovo nel mio posto preferito al mondo. "Ascolta.." Mi dà un bacio tra i capelli. "Non voglio tirare di nuovo fuori l'argomento, ma sono ancora convinto che Amelia non abbia detto nulla. Fidati di me. Sai benissimo quanto io ami questo bambino.. partirei in quarta per difenderlo, ma in questo caso non c'entra niente." Mi dice, ancora una volta. Io sospiro.

"Non la penso come te, mi dispiace." Gli passo una mano tra i capelli. "Penso che lo abbia fatto apposta, tutto mi fa pensare che sia stata lei." Dico. "Non penso che cambieremo mai idea al riguardo. Mi spiace. Ne sono convinta."

"Beh.. vediamola così, non sarà di certo questo a rovinare la nostra vita. Dimentichiamocene e non ne facciamo una questione di stato, avevamo comunque intenzione di dirlo noi.. e prima o poi si sarebbe scoperto. No?" Chiede.

"Va Bene." Alzo gli occhi al cielo. "Ma sappi che lo faccio giusto per te. Mi arrendo." Mormoro.

"Grazie." Mi bacia la fronte. Poi mi tocca la pancia. Mi stendo sul letto e lui fa lo stesso, mettendo la testa all'altezza della mia pancia. "Mi siete mancati da morire." Si china e mi bacia la pancia. "State bene tutti e due?!"

"Si.. va tutto bene." Gli passo una mano tra i capelli. Mi è mancato fare così. "Ci sei mancato anche tu. Anche a lui, ne sono sicura." Dico.

"Già." Sorride. "Non pensavo che avresti accettato di fare questo film.." Mormora, toccandomi la pancia. "Eravamo d'accordo di fare una pausa per questi mesi di gravidanza."

"Lo so.." Continuo a passargli le mani tra i capelli. "Ma avevo davvero bisogno di staccare e tornare alla mia normalità. Io e te avevamo litigato, eravamo lontani.. ho deciso d'impulso di farlo. E poi mi stanno aiutando tantissimo. Il pancia si può coprire.. senza fargli del male. Mi sono assicurata di questo fin da subito." Dico.

"Va Bene." Mi bacia di nuovo la pancia. "L'importante è che stiate bene. Non parliamone più, okay? Lasciamoci tutto QUesto alle spalle e non ne parliamo più." Mi dice.

"Okay." Annuisco, e lui si allunga verso di me per baciarmi. Dopo di che rimaniamo accoccolati sul letto per delle ore.. e non potrei chiedere niente di meglio. Io e lui insieme, di nuovo in pace. Farò di tutto per farmi perdonare e per dimostrargli che mi dispiace.

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Damie • The love affair IIIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora