Guardami negli Occhi

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Si sarebbero potute dire tante cose riguardo Luca. Era un gran bravo ragazzo ma con la propensione a cacciarsi nei guai. Aveva sempre avuto bisogno di qualcuno a dargli il giusto consiglio. Che fosse stato suo padre, Alberto o sua sorella, lui riusciva sempre a fare tutto il contrario di tutto ciò che gli dicevano. Il suo professore di inglese che lo stimava tanto, lo spronava in maniera forte e decisa e lui ricercava questo nelle persone: sfrontataggine e durezza. Gli servivano dei colpi duri e ben assestati per reagire. Era come Rocky. Aveva dei sogni da inseguire ma per esaudirli aveva bisogno della sua Adriana. E come Rocky incassava colpi dalla vita. Incassava e incassava fino a quando, giunto al capolinea degli ultimi round, tirava fuori la sua vera forza sferrando pugni al destino. Cadeva e si rialzava sempre e non gli importava vincere ma soltanto restare in piedi.
Il match che stava disputando adesso era uno di quelli che si sarebbero potuti concludere al primo round, dopo un montante ben assestato e un conteggio per ko. Avrebbe soltanto dovuto abbassare la guardia, lasciarsi colpire e sarebbe finita. Mai più alcun pugno, mai più alcun match. Soltanto il ritiro di un lottatore che aveva ceduto alla forza del suo nemico che non aveva un nome alla Apollo Creed e tanto meno alla Ivan Drago ma che lui, in memoria di Alberto, aveva deciso di chiamare Frankie.
Forse questo nome gli suscitava uno spirito di vendetta come Rocky lo ebbe per il suo amico Apollo e così, indossati i guantoni decise di combattere fino all'ultimo round la sua battaglia personale contro il suo Ivan Drago.
Frankie era forte, veloce e aggressivo e ogni giorno diventava sempre più difficile affrontarlo.
Arrendersi sarebbe stata la cosa più facile. Per lui. Per lui lo sarebbe stato eccome ma tante persone al suo fianco erano lì a fare il tifo.
Sua sorella che con le solite cuffie alle orecchie gli teneva compagnia e lo sosteneva nel fare i compiti per non restare indietro con la scuola;
i suoi genitori che nascondendo il pianto, gli dedicavano ogni minima attenzione; Bryan, Spongebob e Grido che puntualmente finivano per essere sbattuti fuori dall'ospedale e infine c'era lei. C'era Claudia.
La piccola ragazza dagli occhi a mandorla che gli aveva per l'ennesima volta insegnato un capitolo nuovo del libro dell'amore.
La mattina andava a scuola, passava da casa a mangiare e libri nello zaino in spalla andava da lui. Studiava accanto a lui e aiutava Manuela con i compiti di Luca. Guardavano dei film insieme e cantavano a sguarciagola cercando di cancellare il più possibile la presenza incombente della realtà.
Nel giro di una settimana avevano divorato le prime due stagioni di Lost e fu piacevole commentare i loro punti di vista relativamente ai personaggi. Claudia si rivedeva molto in Kate, ragazza dalla vita incasinata ma con l'amore nel cuore. Lui invece, si vedeva tra il John Lock e Jack. Una parte di lui era sempre stata concretezza e sostanza come il secondo personaggio ma il lato più evidente del suo carattere era legato all'immagine del primo.
John Lock era un uomo ferito dalla vita e dal suo vissuto. Il padre lo aveva reso paraplegico e lo aveva tradito e lui si ritenne fortunato ad avere dei genitori fantastici.
D'altra parte però, John Lock, sull'isola ebbe la sua rivincita. Le sue gambe tornarono a sorreggerlo e lui si aggrappò a quel luogo come fosse un segno divino.
Claudia, i suoi genitori, sua sorella e i suoi amici erano l'isola di Luca. Erano il suo segno divino e se la vita gli aveva posto l'ennesimo ostacolo nel suo cammino, lui aveva il compito di oltrepassarlo, per lui e per tutti loro.

Le giornate passavano lente tra una flebo di "fotemustina" o almeno così ricordava si chiamasse e una di anti-collaterale.
Si sottraeva alla vista degli specchi ma fu sollevato nel sapere che i suoi capelli e i suoi denti fossero ancora tutti al loro posto.
Il viso era decisamente emaciato ma dalle prime analisi del processo, emerse che la terapia stava dando i risultati sperati. Il peso scendeva lentamente e le emicranie erano frequenti. Di tanto in tanto l'appetito svaniva e arrivavano crisi di nausea e vomito.

Due giorni prima aveva effettuato l'ultimo ciclo e adesso poteva dedicarsi al riposo e al recupero, prima di ripartire con il secondo ciclo.
La speranza di vincere era aumentata e seppur debilitato trovava sempre il modo di sorridere.

CON IL SOLE NEL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora