Era spudorata. Intensa. Delicata.
Mi disse che aveva visto l'Africa e che una bambina nel mezzo del deserto le aveva indicato la strada.
Si era fidata, di quella bambina, come un aquilone che si fa spingere dal vento.
Girovagava per le vie del mondo sorridendo al cielo, si nutriva dei colori delle strade e amava le rughe degli anziani.
Una sera ballammo in una spiaggia, per poi cadere in acqua.
Mi diceva che aveva paura di non bastare a se stessa e che la vita, a volte, la terrorizzava.
Le risposi che potevamo affrontarla insieme, la vita. E per un po' lo facemmo.
Mi chiedi perchè ne sono ancora innamorata: è come chiedere a un bambino perchè nella folla cerca il viso della madre.
Era la persona più sbagliata da amare, eppure lo feci con una semplicità disarmante.
Anche lei mi amava, i suoi occhi erano così sinceri quando me lo sussurrava la notte.
Non è che si sia stancata di me, o io di lei, semplicemente la sua vita è raccontata in un numero infinito di libri e io sono uno di essi.
Era ingenua e facilmente condizionabile dagli altri, mi osservava con quello sguardo di qualcuno che è pronto a vivere un'avventura. E quante storie ha da raccontare, ora.
Rifuggiva dall'ovvietà come se la bruciasse, non se ne faceva nulla del mediocre. Per questo odiava il suo passato.
Era un caos di emozioni e sogni. Faceva ridere, le piaceva mangiare, quando ballava lo faceva sempre al centro della pista.
Dovevo saperlo che con quelle così, prima o poi uno si fa male.
Mi piaceva come il suo viso si illuminava quando sorrideva e come quegli occhi blu fossero ricolmi di storie, di verità.
Mi ricordo il suo timore e la sua determinazione quando facemmo sesso per la prima volta a casa mia e quando, in quel bagno, capii che non avrei rinunciato a lei tanto facilmente.
Mi intrigava, mi divertiva, mi faceva sentire potente. Mi dava coraggio.
Ora i ricordi bruciano di disprezzo e malinconia, di affetto e speranza.
La amavo anche quando nessuno sopportava la sua saccenza, il suo velato snobismo. La amavo anche quando somigliava a sua madre (e quanto si arrabbiava quando glielo urlavo in faccia!) e perfino quando risultava una gigantesca egoista.
Glielo rinfacciavo e lei si metteva a ridere, dicendo che l'amore è fatto di perseveranza.
Poi mi baciava.
Una notte litigammo furiosamente, perchè lei non sopportava quello che io facevo per vivere e io accusavo il fatto che lei, dalla vita, avesse avuto tutto. Ero convinta che non potesse capirmi, quando lei aveva già capito tutto.
Mi osservò con sguardo severo, corrucciato. Mi disse che non era colpa sua ma che io potevo cambiare, per lei.
Le risposi che io non ero disposta a cambiare per nessuno. Fece un passo indietro, si voltò con le lacrime agli occhi e lasciò che la porta d'ingresso si chiudesse dietro di lei. Per qualche giorno non si fece sentire.
L'ansia mi attanagliava, non avevo idea di dove fosse, se stesse bene, se sarebbe tornata.
Alla fine lo fece, si presentò alle tre di notte con uno sguardo sconvolto. Mi disse che aveva conosciuto un ragazzo, che un tempo ci si sarebbe fiondata ma quella volta le era sembrato tutto stupido e inutile, perchè lui non possedeva la mia luce. Così disse, luce. Chissà che cosa significava, ma lei le persone le vedeva tutte a modo suo.
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Mi chiedi se sono felice
RomanceL'amore di Piper e Alex. Quello viscerale e senza limiti. Quello tenero e passionale. Quello che é la condanna di Alex Vause ma a cui rimarrà legata per sempre. Per sempre.