Ognuno è artefice del proprio destino

1.7K 91 11
                                    

Ognuno è artefice del proprio destino

Mi girava la testa. Perché mi sentivo così debole? E anche strana, in un certo senso. Diversa, come se mi fosse capitato qualcosa. Tentai di aprire gli occhi, senza risultato. Ero ancora troppo fiacca e confusa. Cos’era successo?

Mi faceva male il collo.

Derek...

Derek aveva bevuto il mio sangue, mi aveva attaccata nel sotterraneo. I suoi canini mi avevano fatto male, sentivo il sangue passare da me alla sua bocca. E mi stringeva contro il muro, per non farmi scappare.

Sentii improvvisamente l’allarme pericolo vicinissimo a me, perciò iniziai di nuovo a ragionare come un’ammazza vampiri, quale ero. Mi alzai di scatto, afferrando la pistola che tenevo nella cintura e la puntai contro la persona che si trovava nella mia stanza, davanti all’armadio. Era buio e la mia vista appannata mi impediva di capire chi fosse.

«Hai tutto il diritto di spararmi» disse quella voce pentita, così glacialmente che sentii un brivido correre lungo la mia spina dorsale. Accese il lampadario e vidi che teneva gli occhi bassi, le labbra tese. Io gli stavo ancora puntando la pistola al petto.

È strano, pensai, che Derek sia l’unico vampiro alla quale avevo puntato contro delle armi, ma non avevo mai ceduto alla tentazione di sparargli.

«Sparami. Ora» disse cupo. Abbassai la pistola, socchiudendo le labbra.

«Derek...» mormorai. Si avvicinò a passo feroce, inginocchiandosi sul letto e facendomi appoggiare la schiena contro il materasso. Era completamente sopra di me e teneva la pistola stretta fra le mie mani, puntata alla sua gola.

«Ho detto di spararmi.» Suonava come un ordine. Scossi la testa, mentre posizionava il mio dito sul grilletto e lo teneva ben saldo.

«Non posso, Derek. Non posso ucciderti» risposi freneticamente. Che diavolo gli era capitato, perché voleva che lo uccidessi?

«Ho rischiato di dissanguarti, tu devi uccidermi. Ora!»

«Non posso!» gridai più forte di lui. Cominciò a respirare faticosamente, i suoi occhi erano di nuovo gli stessi: viola chiaro, con scaglie cristalline. E mi fissavano pentito, come se avesse commesso l’errore più grande della sua vita.

«Ed è così, è stata la cosa peggiore che avessi potuto fare» sussurrò a bassa voce. Lo guardai a lungo, confusa. Sentii poi qualcosa solleticarmi la guancia, ma non era stato Derek. Le sue mani erano ancora strette sulla pistola.

Mi toccai con un dito e vidi del sangue uscire dalla mia bocca.

Sangue? mi chiesi.

Il vampiro s’irrigidì, lo notai subito. Lo guardai in modo interrogativo e...spaventato. «Perché ho del sangue sulla bocca?» domandai palesemente nervosa.

Daughter of EvilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora