Hestia
Vicino alla nostra scuola, il liceo classico Petrarca di Roma, c'è un bar molto conosciuto per la cioccolata calda. A me fa schifo la cioccolata calda, ma quell'infida di Hera mi ha suggerito di portarci Tommy per il nostro faccia a faccia definitivo. Effettivamente, la scuola sarebbe stata troppo deprimente, anche perché oggi è domenica ed è chiusa, mentre luoghi come il lungo Tevere o il Burger King avrebbero rievocato troppi ricordi dolorosi.
E di dolore, fra poco, ne vivremo già a sufficienza. Così ho scritto a Tommy che ci saremmo visti davanti a questo bar alle tre in punto, e io lo sto aspettando con lo stomaco occupato da mille delfini Flipper impazziti.
Non ho paura del dolore in sé, no. Quello lo conosco già; anche se non posso lamentare di aver avuto una brutta famiglia o una brutta infanzia, posso comunque affermare di avere in generale un'esistenza dolorosa, perché è così che l'ho sempre vissuta. Ciò che mi spaventa di più oggi, in realtà, è il male che farò a Tommaso.
Perché al contrario di quello che tutti mi hanno suggerito fino ad ora, non sono qui per raccontargli la verità, bensì per lasciarlo.
Sospiro, voltandomi verso la vetrina del bar per guardarmi.
Oggi ho deciso di non vestirmi da nessuno in particolare: sono struccata e ho raccolto i lunghi capelli castani in una coda alta. Hera non mi ha visto uscire di casa, ma sono sicura che se fosse successo, avrebbe assoldato un tiratore scelto della CIA per farmi fuori nel tragitto prima che potessi raggiungere Tommy.
Il fatto è che non mi andava di conciarmi in nessun modo e poi inizio davvero a non sopportare questa chioma. Non ho mai avuto tagli strani perché me ne fregavo di curare quell'aspetto di me e negli ultimi tempi in cui ho dovuto impersonare mia sorella, lei mi ha proibito di farci qualsiasi cosa che non fossero maschere alla cheratina e olio di mandorle californiane. Così li trovo sempre troppo sfuggevoli e profumati; anche ora che sono raccolti non mi piacciono. A Tommy, invece, piacciono un sacco, perché sono così da Hera.
Tommy mi ha riempito di chiamate e messaggi, dopo il nostro ultimo appuntamento sul Tevere, da cui sono sfuggita senza un apparente motivo valido. Il giorno successivo era un sabato e grazie al cielo io ed Hera non siamo andate a scuola perché i nostri genitori ci costringono a partecipare ai matrimoni di zio Ermes. Lo so, niente commenti sui nomi che appaiono nel nostro albero genealogico, ve ne prego, è già abbastanza imbarazzante così.
Comunque, zio Ermes ha l'abitudine di sposarsi ogni due o tre anni, convinto di aver trovato la donna giusta. Ormai è più una ricorrenza che un evento straordinario, ma se non altro mi ha salvato dal dover affrontare Tommy il giorno successivo all'appuntamento. Non avrei saputo come comportarmi; avevo bisogno di interiorizzare.
Sono passati due giorni e in questo lasso di tempo, durante la cerimonia di cui non me ne è importato nulla, gli ho scritto di non preoccuparsi per me, che stavo bene. Nel frattempo ho chiesto consiglio anche a Hera - credo che i fumi delle sue candele mi abbiano annebbiato il buonsenso - e ciò che ne è uscito è che dovevo assolutamente parlargli. In maniera definitiva. Una volta per tutte.
Secondo Hera, Giulia e Ste, dovrei spiattellargli la verità, secondo me e i tarocchi che conservo sotto il cuscino, invece, dovrei semplicemente lasciarlo. Una parte di me sarebbe tentata di ascoltare i consigli, perché è pur vero che se Tommy e io siamo arrivati fino a questo punto qualcosa di me, intendo... della vera me, gli piace. E mi sono aggrappata a questa convinzione per la maggior parte delle mie elucubrazioni, perché mi dà un minimo di incoraggiamento, però poi mi sono ricordata delle parole di Tommy, della sua risata di scherno e di quel 'Senza offesa, ma quel tipo di persona non piace alla gente, quindi è sicuramente un odio reciproco'.
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Una ragazza come te
Teen Fiction[COMPLETA] Hera ed Hestia. Con la H. Due gemelle così diverse da poter essere paragonate al diavolo e l'acqua santa. Diverse, sì, ma le differenze possono essere facilmente superate quando nel quadro generale entra anche lui. Lui... che è innamorato...