Era tutto sfocato. Sbattei più volte le palpebre finchè non riuscii a capire dove mi trovavo.
Ero in un letto in una sala bianca/grigiastra con una finestra a sbarre che faceva filtrare i raggi pallidi della luna.
Avevo le mani e i piedi legati con delle corde dorate. Provai a liberarmi spezzandole con i denti ma sembravano indistruttibili. Eppure non mi graffiavano la pelle nè stringevano.
Al lato del letto vi era un tavolino con degli strani arnesi, pergamene e ampolle dagli svariati colori.
Più dietro un piccolo specchio che riflesse la mia immagine. Sussultai dalla sorpresa. Sembravo più grande. I miei occhi erano giallo/ambrato e con le pupille che si allungavano quando mi sforzavo di vedere al buio. Ero dimagrita e i canini appuntiti erano evidenti quando aprivo la bocca. Poi mi colse una consapevolezza. Non ero più malata nè ferita. Anzi, mi sentivo in forma e pronta a tutto.
Un improvviso rumore mi riscosse dai miei pensieri. La porta d'acciaio sul lato sinistro della parete si aprì ed entrò un uomo. Ora era senza cappuccio ma lo riconobbi dal terribile odore di muffa e animale che emanava. Dalla mia gola uscì un ringhio sordo mentre Malachia si avvicinava. Era alto con i capelli neri corvini che gli arrivavano fino alle spalle. Gli occhi a mandorla ancora più neri erano accesi da malvagità pura mentre la bocca accerchiata da una barbetta rasata era piegata in un ghigno di scherno.
- ti sei svegliata micetta-
-cosa vuoi? -
-come siamo aggressive! - disse con una risatina.
-sei qui da tre giorni. Devo ammettere che ho esagerato con quelle catene. Se non fosse per la tua pellaccia dura non te la saresti cavata così facilmente...-aggiunse
-Tuttavia... faresti meglio a tenere quella boccaccia chiusa. Sei davvero irritante...- disse con una smorfia di disgusto sul volto.
-Se non fosse per gli ordini ti ucciderei sotto atroci torture sedutastante ma mi è stato proibito... per ora- su quell'orribile faccia si dipinse un sorrisetto compiaciuto. Poi mise la mano dietro la schiena tirando fuori un pugnale in un fodero di cuoio. Prese in mano l'arma mostrando la lama lunga e affilata, leggermente ricurva. Sgranai gli occhi riconoscendo il pugnale.
Flashback
Correvo incontro ad Alem che teneva qualcosa in mano.
-che cos' è? che cos'è? - La curiosità mi divorava. Sembrava un arma.
-Calmati e guarda- detto questo tolse l'arma dal fodero. Rimasi subito stupita dalla bellezza della lama. Rifletteva il rosso del tramonto quasi assorbendone il calore.
-L'ho fatto io! - ammise con orgoglio. Sapevo che il padre costruiva delle armi a volte e che Alem stava imparando ma non mi sarei mai aspettata nulla di così magnifico. Spalancai la bocca stupeffatta.
-Ahahah chiudi la bocca che sennò ci entrano i moscerini-
- è...è bellissimo!- fu tutto quello che riuscii a dire.
Alem teneva molto a quell'arma e la trattava con una cura incredibile. Non la faceva tenere a nessuno. Nemmeno a me
Fine flashback
Cosa ci faceva li Shirl( Cosi chiamato da Alem. Shirl significava luce nel loro dialetto)?
-Ahahah la riconosci? - per un attimo mi ero dimenticata del lurido individuo che avevo difronte.
-perchè la hai tu? giuro che se hai sfiorato con un solo Alem dito io...-
-Calmati micetta.- disse con un gesto di non curanza con la mano.
-la tua amica( Alem giusto?) è venuta chiedendo implorante di darti quest'arma anche se... dubito che te la darò- aggiunse con una faccia da prendere a schiaffi.
Mi dimenai come una pazza. Non doveva permettersi di toccare quel pugnale.
- Piano carina. Forse te lo darò quando sarai nell'Anera. Fino ad allora pensa a guarire. Non c'è divertento se muori subito- detto questo si avviò verso la porta ed uscì sbattendosela dietro.
ALEM POV
Una sera, mentre ero ancora sotto shock per quello che era successo presi una decisione.
Dal giorno in cui portarono via da me Tressa ero come in stato di trance. Era passato più o meno un mese ma sentivo che era ancora viva. Se fosse morta l'avrei sentito nel cuore. Mio padre era triste nel vedermi cosi giù e mi dispiaceva ma non potevo farci nulla. Il dolore era troppo forte per poter reagire.
Mentre ero sul letto scorsi Shirl. Tenevo molto a quel pugnale. Ricordai con un sorriso quando lo mostrai a Tressa.
Avevo deciso.
Glielo avrei dato. Come arma per l'Anera. Per regola ogni combattente poteva portare con se un arma a sua scelta.
La notte fuggii dalla finestra e arrivai difronte il portone del laboratorio. Rabbrividii solo guardandolo e delle lacrime mi solcarono il viso pensando a quello che stava sicuramente passando la mia amica.
- Chi va la?- mi riscossi guardando una guardia venirmi incontro con una fiaccola.
-S...s...sono un amica di Tressa. Una ragazza che stà qui.
-niente visite carina e ora smamma prima di raggiungere la tua amica li dentro-
-ma...-
-niente ma. Và via su!- disse agitando la lancia nella mia direzione.
- Mitch lascia stare la ragazza- a parlare era un uomo dal volto incappucciato di cui si vedevano solo gli stivali neri e il ghigno divertito.
La guardia difronte a me sbiancò di colpo.
-certo signore- detto questo si allontanò lasciandomi sola con lo sconosciuto.
-Sei un amica di Tressa? -
-Si. ma tu come la conosci? -chiesi con aria indagatrice.
-Ti basti sapere che abbiamo avuto una piccola discussione... ora cosa vuoi? -
-A tutti i guarrieri che combattono nell'Anera è concessa un'arma. Ebbene io ho portato questo pugnale per lei-
-Dallo a me.-lo scrutai sospettosa. - Ti prometto sul mio nome che gliela farò avere- disse con un gesto di noia.
-Muoviti prima che cambi idea-
Gli consegnai il pugnale nel fodero di cuoio e me ne andai.
Buona fortuna Tressa.
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alpha e omega
FantastikLa terra di nemsi, divisa da tempo in cinque regioni si trova sull'orlo della guerra. la causa: le sfere del tempo, Alpha e omega, inizio e fine. rappresentate nella terra di nemsi da due umani molto particolari. Tressa: una ragazza modificata gene...