La sala slot kart di Rio era vecchia e trascurata in modo non indifferente: una delle due piste e il banco dove di solito avvenivano le riparazioni erano colmi di scatoloni di cartone, carcasse di piccole auto da corsa, vari pezzi per le sostituzioni, riassunti di ordini fatti online, cacciaviti e bulloni vari sparsi sui binari e una parte modesta della consistente somma di trofei vinti dal titolare erano stati tolti dagli scaffali traboccanti di oggetti e precariamente - solo una supposizione – ammassati sul fondo dell’anticamera.
Il caldo della stanza era pressante, ed enfatizzato dall’odore di polvere e lubrificanti, e le pale appese al soffitto non risolvevano granché: se non fosse stato perché conoscevo quel posto, pensai, avrei avuto l’impressione che stessero per chiudere la bottega. Ma la sala slot kart era così da quando potevo ricordare.
Ero atterrata all’aeroporto internazionale di Rio de Janeiro circa quarantacinque minuti prima; in pochi minuti mi recai al nastro e ritirai le mie tre pesantissime valigie – quattro in tutto, includendo il bagaglio a mano, e mi feci aiutare da un facchino a trasportarle fino alla mia auto, che avevo parcheggiato nei pressi dell’edificio.
Caricai le valigie in auto, e chiamai Rafaella, informandomi della posizione di Neymar, e partii veloce verso il centro della città. Solo un quarto d’ora di auto ci separava, e adesso incontrarlo non sarebbe stato uguale a prima: adesso ero libera, libera di vivere con lui, di perdere tempo in sciocchezze varie, perché ormai la mia casa era il Brasile. Niente più voli, niente più jet lag per almeno tre settimane, prima della partenza per Barcellona.
Salii a piedi la breve scala che portava alla sala, l’auto in sosta precaria davanti al negozio. Sbirciai dal muro di separé la lunga ed intricata pista che si stagliava per tutta la lunghezza del vano. Neymar era in piedi sulla piattaforma di ferro e regolava attentamente il pulsante che faceva sfrecciare il suo kart color lime. Il cappello si poggiava in bilico sopra la testa, ma avevo smesso di preoccuparmi, perché lo faceva sempre.
“Guarda chi c’è!” sbucai dall’anticamera con fare esultante e con le braccia spalancate, pronta ad abbracciarlo.
Lui alzò gli occhi dalla pista, e poggiò il pulsante sulla mensola. Scese dal piedistallo e corse a ricambiare l’abbraccio.
“Jo! Meu amor!” esclamò prima di baciarmi.
Rimanemmo abbracciati per una decina di secondi, i più belli delle ultime settimane. Potevo sentire il suo petto aderire al mio, e i nostri battiti coordinarsi in modo quasi perfetto.
“Allora? Cos’hanno detto i tuoi? Hanno accettato?”
“Giudica tu stesso.” Lo condussi alla finestra, e gli mostrai l’auto colma di bagagli.
Neymar non credeva ai suoi occhi. Fissava intontito e sorrideva in modo meraviglioso, quasi con le lacrime agli occhi. Senza perder tempo, mi trascinò giù e saltammo entrambi in macchina. Lui era alla guida.
“Andiamo a casa?”
“Ora vedrai.”
Accelerò.
. . .
Claudette McCarthy camminava su e giù per il molo di New York City. Non era ancora rassegnata al fatto che io, dal mio canto, non ci fossi più; imparai a non biasimarla quando capii che forse la mia decisione era davvero stata a bruciapelo. In un nonnulla, “vi avviso che mi trasferisco in Brasile”.
Inopinabilmente crudele da parte mia, verso una creatura gentile e accondiscendente – forse troppo – come Claudette.
Lei era convinta che Neymar Jr fosse il mio zahir.
Zahir è quella parola araba che indica un pensiero che all’inizio ti sfiora appena e finisce per essere la sola cosa a cui riesci a pensare. La sua accezione per me era sempre stata positiva, ma per Claudette era un altro paio di maniche. Lei era convinta che Neymar mi avesse offuscato completamente il cervello, che mi avesse inculcato ciò che voleva, e che mi avesse convinta a fare e agire solo a mio discapito.
Non capiva che amavo davvero quel ragazzo.
“Beh”, pensò Claudette “se ne accorgerà presto.”
Si fermò a contemplare lo skyline.
“Ne sono più che sicura.”
Spazio autrice
Salve a tutti i miei lettori! Sono felicissima per tutte le visualizzazioni e per tutti gli apprezzamenti. Vogliono dire molto per me, è la mia prima fanfiction qui su Wattpad. Vorrei pregarvi di votare il capitolo se vi piace!
Ah, ultima cosa, dato che me lo chiedono in molti: sono di Rio de Janeiro, non di San Paolo. ^^
Valeu! cat x
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Brasileiros (Neymar Jr Fanfiction)
FanficJo è una ventenne fredda, ossessionata dalle mode strane e con la mente offuscata dal suo sogno: la solitudine, l'unica cosa che renderebbe felice il suo animo solo e restio a relazioni di qualsiasi genere quando incontra per la prima volta Neymar J...