Capitolo 1

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*Driiiin driiiin*

Ecco il suono che tanto odio ormai da molto tempo. La sveglia suona ormai da 5 minuti e alla fine decido di alzarmi e andare a fare una doccia per prepararmi per la scuola. Finita la doccia mi vesto e faccio colazione. A scusate non mi sono presentato. Mi chiamo Louis Tomlinson e ho 20 anni. Vado ancora a scuola anche se di malavoglia perché vengo sempre picchiato e deriso perché sono gay dichiarato. Appena finita colazione prendo lo zaino e mi dirigo verso la fermata dell'autobus. Appena arrivato vedo Eleonor

"Hei Lou. Come stai?"

"Ciao Eleonor. Bene per ora tu?"

"Bene grazie. Tranquilo che andrà tutto bene"

"Si dici sempre così però poi vengo comunque picchiato"

Subito dopo averlo detto arrivo Josh. Un ragazzo della mia scuola che mi picchia in continuazione.

"Hei frocetto"

"C-ciao Josh"

mi iniziò a picchiare e lo lasciai fare. Appena finii mi diresti verso casa mia e sentii Eleonor dire

"LOU MA CHE FAI? TORNA QUI!"

Io non le diedi ascolto e mi avviai a casa. Poco distante da essa andai a sbattere contro qualcuno e io, ancora con io volto tumefatto, dissi a bassa voce

"S-scusa. N-non v-volevo"

"Niente non preoccuparti"

Allora io alzai lo sguardo timoroso della persona davanti a me. Era alto e portava degli stivaletti di camoscio marroni, un paio di skinny jeans e una maglietta bianca che lasciava vedere i tatuaggi e ne aveva molti. Alzai ancora di più lo sguardo e vidi due labbra carnose che ti facevano venir voglia di baciarle e due occhi verde smeraldo nel quale ti ci potevi perdere.

Harry

Stavo camminando tranquillamente nelle strade di Londra quando qualcuno mi viene addosso e sussurra

"S-scusa. N-non v-volevo"

Sembra indifeso da come parla. Così piano, così lentamente...

"Niente non preoccuparti"

Dissi io tranquillo. Lui piano piano alzò lo sguardo e io intanto guardai come era vestito. Mocassini senza calze, skinny jeans e una maglietta nera. Lui poi alzò di più lo sguardo e riuscii a vedere due labbra rotte dalle percosse appena prese e subito dopo due occhi color oceano ridotte a fessure.

"Oddio chi ti ha ridotto così?!"

Chiesi io.

"Un mio compagno di classe"

"E perché mai avrebbe dovuto farlo?"

Lui abbassò lo sguardo e sussurrò

"P-perché s-sono g-gay..."

Non potevo crederci. Una creatura così bella era gay come me ma veniva picchiata dai suoi compagni di classe.

"Sai, anche io sono gay"

Dissi e subito lui alzò lo sguardo e gli si illuminarono gli occhi.

"Dai vieni a casa mia. Ti disinfetto le ferite e mi parli un po' di te"

Così ci incamminammo verso casa mia

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Scusate ma l'altra storia l'ho eliminata perché avevo scritto due nomi diversi e non riuscivo più a modificarlo. Comunque chiamatemi Arianna. Grazie mille

Baci baci

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