Canzone capitolo: The show must go on -Queen
Erano passati pochi giorni dal funerale di Christie, ma il dolore aumentava sempre di più.
Le persone che più di tutti l'avevano amata si trovavano nella sua cabina, ormai disabitata. Camille e Jennifer erano sedute in un angolo, per terra, cercavano di trattenere le lacrime. Claire era in piedi e osservava attentamente le foto appese sul muro, come se volesse entrarci dentro. Alex era seduto sul letto di Christie, distrutto. Teneva i gomiti appoggiati alle ginocchia e gli occhi socchiusi fissi al pavimento. Non piangeva, ma era come immerso in sé stesso e nel suo dolore. Margot era seduta per terra, sotto il davanzale sul quale ora c'erano due vasi di fiori: i fiordalisi in memoria di Rosie e i tulipani rossi in memoria di Christie. Margot era in pessime condizioni, non mangiava quasi nulla, dormiva pochissimo, piangeva quasi in ogni momento libero. Il silenzio era rotto solo dai suoi singhiozzi sommessi.
-Non possiamo andare avanti cosi '-disse improvvisamente Claire.
Margot alzò di scatto gli occhi arrossati e la guardò come se avesse commesso un sacrilegio.
-Lo so che è passato poco tempo e stiamo ancora soffrendo –aggiunse la figlia di Afrodite- ma lei ci ha chiesto di andare avanti. Dobbiamo accettare che lei non tornerà.
-Fuori –ordinò Margot a voce forse troppo alta.
-Stiamo sprecando tempo! Queste specie di riunioni che ti ostini a fare sono inutili! –gridò Claire, facendo sobbalzare Camille. Alex alzò lo sguardo.
Margot balzò in piedi. –Vattene. –disse calma mentre le lacrime le inondavano il viso.
Claire la guardò con risentimento e se ne andò sbattendo la porta. Corse fino alla sua cabina e si chiuse nel bagno, facendo preoccupare le sue sorelle.
Camille si alzò e andò ad abbracciare la sorella che aveva iniziato a singhiozzare. I quattro ragazzi uscirono dalla cabina di Iride e ognuno tornò alle attività della giornata.
Dalla mattina seguente Margot assunse un atteggiamento preoccupante. Partecipava ad ogni singola lezione impegnandosi più di tutti e, quando aveva del tempo libero, cercava il modo più faticoso di impiegarlo. Aveva iniziato a fare sempre più attività fisica, provava qualsiasi sport le sembrasse impegnativo. Era diventata vegana al massimo e mangiava pochissimo. Come se non bastasse, aveva iniziato ad ignorare chiunque. Le sue sorelle provavano a farla sfogare, e lei rispondeva male, se ne andava infastidita. Thomas era quello che soffriva di più per il suo atteggiamento. Avevano appena iniziato una relazione, e lei sembrava essersene dimenticata. A dire la verità, si comportava come se il resto del mondo fosse sparito.
Dopo circa una settimana, Thomas perse la pazienza. Si presentò alla casa di Demetra e aspettò che uscisse Margot, ma gli dissero che era già uscita. Il figlio di Atena stava per andare a cercarla, ma Camille lo fermò.
-Margot ha bisogno di aiuto. –esordì Cam, con un tono di voce serio che non le apparteneva-Ha quasi smesso di mangiare e non sta ferma un secondo. Sta perdendo peso velocemente e non è una cosa sana. Soffre in un modo che non puoi nemmeno immaginare.
Thomas evitò il suo sguardo. –Che cosa devo fare? Provo a parlarle da giorni e lei mi evita. Evita chiunque.
-Devi farle capire che ci sei e che la ascolti. Deve capire che non risolve nulla così. Deve capire che si sta rovinando la vita. –Cam si interruppe un attimo, come per trovare le parole. –So esattamente cosa fare –esclamò, e corse via, lasciando Thomas solo e perplesso.
Camille corse per il campo chiedendo informazioni sulle lezioni che si stavano svolgendo in quel momento. Dopo una decina di minuti, la trovò alla lezione di scherma. Stava massacrando un manichino con la spada, facendo volare ovunque pezzi di stoffa e paglia. Liam, figlio di Ares e istruttore di scherma, la guardava spaventato a qualche metro di distanza.
-Margot! –gridò Cam, con il tono di chi dà un ordine impossibile da ignorare.
La sorella smise di infierire sul manichino e si girò verso di lei. –Che vuoi?
-Dobbiamo parlare. –affermò, per poi voltare le spalle e andarsene. Conosceva bene la curiosità quasi infantile di sua sorella e sapeva che l'avrebbe seguita solo per sapere cosa aveva da dirle.
Margot lasciò cadere la spada e la raggiunse di corsa. –Che succede? –chiese infastidita.
-Questo dovresti dirmelo tu. –rispose tranquillamente Camille, guardandola negli occhi.
-Non capisco che vuoi dire.
Cam si fermò all'improvviso. –Non è normale il modo in cui ti comporti. In questo modo non risolvi nulla, stai solo peggiorando la situazione.
-Cam...
-Stai facendo del male a te stessa...
-Basta! –Margot stava iniziando a piangere.
-Ma il dolore più grande lo stai dando a chi ti sta intorno –Camille alzò la voce all'improvviso –Oggi Thomas è venuto a cercarti, sai? Lui vuole solo aiutarti, e tu lo respingi. Che ti prende, Margot?
Camille si rese conto di aver esagerato. Mormorò: –Ti ricordi di quando Chris è arrivata al campo? Rosie era morta da poco. Tu e Alex avete aiutato Chris ad essere felice di nuovo. Tu adesso devi fare lo stesso. Devi ricordarla ma devi andare avanti.
Margot la abbracciò. Sentiva di non meritare una sorella come lei.
Quel pomeriggio Margot andò a cercare Thomas. Lo trovò davanti la sua cabina mentre chiacchierava con uno dei suoi fratelli. Improvvisamente si rese conto di quanto fosse fortunata.
-Thomas. –disse impassibile. Voleva parlargli in privato e non voleva che tutti vedessero il suo dolore. Il ragazzo si girò sorpreso.
-Andiamo. –ordinò la figlia di Demetra. Lo prese per mano e lo portò via.
Girovagarono in silenzio sulla spiaggia per un tempo che a Thomas parve infinito.
-Mi dispiace. –iniziò Margot- Mi sto comportando in modo ingiusto con te e con tutti. Ma soprattutto con te. Tu non hai nessuna colpa.
Il figlio di Atena rifletté un attimo. –Due anni fa ho partecipato a una missione con due dei miei fratelli. Un giorno ci siamo trovati davanti ad un mostro e non abbiamo avuto paura. Avevamo solo quindici anni, ma avevamo già ucciso altri mostri come quello e sapevamo che sarebbe stato piuttosto semplice uscirne illesi. –Thomas fece una pausa –Il mostro uccise mio fratello Jacob. –Il ragazzo arrotolò una manica della felpa e mostrò una cicatrice irregolare sul braccio-Mi ha anche lasciato questa cicatrice. Un ricordo indelebile di quel giorno.
Margot lo guardò con occhi diversi. Avevano entrambi diciassette anni, ma lui aveva più esperienza di lei. Aveva già subito un lutto simile e lo aveva accettato. Era riuscito ad andare avanti.
-So esattamente come ti senti. –continuò il figlio di Atena –E due anni fa avevo davvero bisogno di qualcuno con cui sentirmi al sicuro. Volevo solo che sapessi che io sono sempre qui. – prese un respiro profondo –Dii immortales. Sono così grato di essermi innamorato di te.
Margot appoggiò delicatamente le mani sulle spalle di Thomas e, in punta di piedi, lo baciò. Fu il loro primo bacio.
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SEQUEL- Non Abbiamo Scelto Noi di Essere Mezzosangue
FanfictionSequel di "Non Abbiamo Scelto Noi di Essere Mezzosangue"