8. Era scritto?

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Piper's pov, il giorno dopo
«terra chiama Piper, ci sei?» io e Sam ci troviamo in aula in attesa dell'inizio della lezione ma, com'è normale che sia, la mia mente si trova chissà dove, a fantasticare su quanto sia stata speciale la serata di ieri con Alex.

Riconosco che non posso dare alcun tipo di giudizio sulla nostra "relazione" perché non credo nemmeno che si possa definire tale in quanto nemmeno noi sappiamo cosa siamo; ho imposto dei paletti per costruire qualcosa, dei paletti che Alex deve rispettare altrimenti non avrebbe alcun senso continuare, ma come inizio l'ho vista molto determinata, forse davvero tiene a me ed io ho deciso di fidarmi di lei.

«Larry mi tempesta di messaggi e chiamate» lamento con Sam, appoggiando la testa sul banco «che devo fare?»
«non puoi tenere due piedi in una scarpa, Piper»
«ma va?» rispondo con fare sarcastico «devo parlargli, dopo la lezione gli chiedo di vederci».

Mentre Sam approva la mia decisone, facendomi un segno d'intesa, in aula cala un improvviso silenzio perché l'insegnante è appena entrato.
Appena alzo lo sguardo, credo di aver perso un battito e subito inizio a sudare freddo

«Alex?» chiedo sottovoce a Sam «perché Alex è qui? Cazzo!» inizio ad agitarmi presa da un forte imbarazzo perché non era nei piani avere Alex come professoressa, ancora una volta
«le cose iniziano a farsi interessanti» sogghigna Sam, mangiucchiando la punta della sua matita «uh guarda, ci ha appena viste» dice ancora la mia amica, compiacendosi del mio imbarazzo in questo momento
«accidenti a lei» esclamo io a disagio, nascondendo la faccia nel libro e cercando di guardare Alex, senza arrossire come un pomodoro.

Durante tutta la lezione, non presto molto interesse alle parole che dice Alex, spesso mi incanto nell'osservare quanto sia bella, oppure inizio a fantasticare su di noi, perdendo, appunto, il filo del discorso per tutta la durata della lezione

«mi scusi, signorina Chapman» all'improvviso, però, la voce di Alex mi arriva diritta e pungente come una freccia scoccata da un infallibile arciere «per caso il prato fuori è più interessante della mia lezione?» io mi giro imbarazzatissima verso la mia prof, non sapendo esattamente cosa rispondere; mi ero persa nel guardare il nulla fuori dalle finestre dell'aula ed Alex se n'è accorta immediatamente.

Che stronza, mi ha fatto fare una pessima figura di fronte ad un centinaio di studenti!

«n-no» rispondo io a disagio «mi scusi» aggiungo ancora, mentre lei riprende la lezione come se nulla fosse.

«come umiliare la propria ragazza» esclama Sam sottovoce, ridacchiando
«stai zitta» la minaccio io «se continua così, non sarò più la sua ragazza» affermo poi con un sorriso orgoglioso e soddisfatto, mentre riprendo a seguire la lezione, senza più distrazioni.

Alla fine delle due ore di lezione, aspetto con ansia che tutta l'aula si svuoti, o quasi, infatti senza più pazienza mi avvicino ad Alex, che intanto stava riordinando le sue cose alla cattedra

«venga al mio ricevimento se ha domande da farmi» mi dice infatti, appena mi avvicino, senza alzare lo sguardo, ma continuando a posare le sue cose nella sua ventiquattr'ore; io sbuffo e aspetto che anche gli ultimi ragazzi rimasti abbandonassero l'aula.

Una volta rimaste totalmente sole, indispettita strappo di mano ad Alex una pila di documenti e la butto per terra

«mi hai fatto fare una pessima figura» le dico infatti totalmente nera di rabbia «davanti a tutti!» aggiungo ancora, incrociando le braccia, aspettando un suo cenno
«eri distratta, cosa potevo fare?» mi risponde lei assumendo quella solita espressione che assume quando vuole prendermi in giro «e poi è stato divertente»
«ma smettila!» rispondo io irritata, scostando con fastidio la sua mano dalla mia guancia, pronta a farmi una carezza per aggiustare la situazione
«dai, dammi un bacio» mi dice ancora lei dolcemente, avvicinandosi sempre di più a me

Shall I compare thee to a summer's day?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora