Capitolo 6: Cedric

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''A secret, kept from all the rest,

Between yourself and me''

-Lewis Carrol

Odiavo quell' orrendo deja-vù che si ripeteva ormai troppo spesso tra me e Asher da quando sua sorella era ritornata dall' ospedale.

Mi odiavo per quello che provavo, cosciente che in quel modo stavo tradendo la persona a cui volevo più bene al mondo, quello che per me era come un fratello.

Gli stavo mentendo, ormai lo facevo da anni... da sempre in pratica e mi sentivo in colpa per ciò perchè lui mi aveva sempre detto tutto, ma sapevo che se avessi ammesso i miei sentimenti davanti ad Asher lo avrei ferito come nessuno aveva mai fatto.

Forse era l'unica cosa che avrebbe potuto distruggerlo, vedere me ed Eloise insieme, perchè Eloise era e sarebbe sempre stata l'unica in grado di tenere il suo cuore in mano e ad avere il potere di distruggerlo.

E lei, non aveva la più pallida idea di tutto ciò.

Era questo che voleva dire essere innamorati? Amare talmente tanto da fregarsene se quell'amore poteva causare dolore a chi ti circondava?

Era sbagliato il mio amore per Eloise, avevo avuto delle cotte adolescenziali e anche qualche fidanzatina, ma non le avevo mai amate. Gli avevo voluto bene, tanto, ma non avevano mai significato nulla in confronto a Eloise.

Non avrei saputo dire bene quando me ne fossi innamorato, sapevo solo che era già da molto tempo e dopo il suo soggiorno in ospedale, dopo le ore passate con il panico di non poter mai più rivedere il suo bellissimo sorriso, il mio amore per lei era aumentato in modo smisurato.

<<Ceddy, ci sei?>> la voce di Asher mi risvegliò dai miei pensieri, evidentemente era già di ritorno dopo aver accompagnato Eloise al piano di sotto.

<<Non mi chiamare in quel modo>> lo richiamai, sapeva bene che odiavo quel nomignolo e permettevo solo a mia madre di usarlo, ma lui si divertiva a stuzzicarmi.

In quel momento la sua rabbia di me era scomparsa, ma non mi stupì della cosa, Asher era in quel modo: cercava di nascondere il suo istinto, la sua rabbia, la gelosia e la sofferenza.

Poi, c'erano momenti in cui non riusciva più a trattenersi e scoppiava: erano pochi, brevi momenti in cui il suo dolore si trasformava in rabbia, quella rabbia ceca e distruttiva che lo rendeva capace di distruggere il mondo se lo avesse potuto tenere in mano; poi in un battito di ciglia tornava il classico, tranquillo e pacifico ragazzo che non sembrava capace di fare del male a una mosca.

Come se nulla fosse accaduto.

<<Okay, Ceddy.>>

Sbuffai: <<Sei un caso perso, lo sai?>>

Lui sorrise.

<<In fondo, sono sempre tuo fratello...>>

Mi sentii in colpa.

No, Asher, non sono così innocente come pensi. Sono colpevole, ho fatto una cosa orribile. E non me la perdonerai mai.
Mi sono innamorato della stessa ragazza di cui tu sei sempre stato innamorato ritrovandomi a scegliere in ogni gesto tra la mia o la tua felicità.

Anche se ci eravamo ripromessi che MAI una ragazza si sarebbe messa tra di noi.

Se io negassi di provare qualcosa per lei, rinnegherei anche me stesso; ma se lo ammettessi non potresti più guardami in volto. Perché ogni volta mi malediresti per essere io quello che ufficialmente non ha il suo stesso sangue; sebbene l'amore che io e te proviamo per lei non muti nemmeno di una virgola, io posso amarla senza problemi e tu no.

E mi sento in colpa per questo, perché vorrei toglierti questa sofferenza, amico mio, prendermela sulle mie spalle, ma il destino ha scelto per noi e il destino è crudele alle volte.

Il mio e il tuo volere non contano e lei rimane tua sorella, ma non la mia.

Cosa posso fare io, se non evitare di mentirti? Ma come posso non mentirti se la verità ti distruggerebbe; perché tu metteresti al primo posto la mia felicità e dovresti guardami ogni giorno, chiedendoti "Perché non io?" mentre ogni giorno mi vedresti baciarla sotto i tuoi occhi.

Volevo urlarglielo, ma il nodo che si formava in gola ogni volta che decidevo di farlo era più forte della mia volontà e quindi anche quella volta non dissi niente, promettendo a me stesso che lo avrei fatto presto.

Ma dopotutto erano anni ormai che mi ripetevo che gli avrei detto, un giorno o l' altro, la mia più tremenda colpa.

<<Tutto bene? Ti vedo cambiato nelle ultime settimane...>>

Finsi di non capire che si riferiva al netto cambiamento del rapporto tra me e sua sorella, del fatto che dopo averla vista così prossima alla morte non riuscivo più a far finta di non provare nulla e annuii.

<<Bhe, anche tu non hai un bell' aspetto...>> gli passai un dito sotto un occhio cercando do spostare la sua attenzione il più lontano possibile da me <<il correttore di Ashley non ti nasconde bene le occhiaie, lo sai?>>

Era una cosa che aveva sempre fatto, quando dormiva poco prendeva il correttore della sua gemella e nascondeva le occhiaie per non far preoccupare i genitori.

L'aveva fatto per la prima volta quando aveva iniziato a dormire sempre meno la notte, verso l'inizio del liceo, e i suoi genitori avevano iniziato a preoccuparsi a causa delle occhiaie scure e malsane che si scontravano con il suo colorito.

Ero l' unico a saperlo e anche l' unico a rendersi conto quando l'aveva.

<<L' ansia mi perseguita>> ammise abbassando lo sguardo<<se gli accadesse qualcosa... io non potrei sopportarlo>>

<<Neanche io>> ammisi con un sospiro.

Ash sospirò e poi incrociò i miei occhi: <<Sicuro che non hai niente da dirmi?Sai che puoi dirmi qualsiasi cosa, vero?Rimarrai sempre il mio migliore amico>>

"Provi qualcosa per Eloise?"
Si, la amo. La amo più della mia stessa vita.
Mi dispiace.

Distolsi lo sguardo:<<No, è tutto a posto>>

Un altro giorno, un'altra menzogna.

Un giorno forse, avrei trovato il coraggio di ammetterlo a lui.

Di ammetterlo ad alta voce.

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