•③: OCEANO 🌊

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Io e Namjoon stiamo passeggiando da almeno 20 minuti. «Ma non potevamo prendere la macchina?! Ti ricordo che ne abbiamo una» dico già stufo.
«Zitto e cammina, ti fa bene» mi risponde lui tranquillo, accennando un sorrisetto.
«Bah..» dico sottovoce.
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«Siamo arrivati. Contento? È quella laggiù» mi dice, indicando una casa piuttosto grande.
«Uff... finalmente... non ne potevo più» dico facendo un sospiro.
Guardo in che via è e scatto una foto col cellulare, almeno me la ricordo.
«Ok, ora che l'hai vista...possiamo tornare a casa? Non hai fatto altro che fare la lagna e lamentarti» mi dice con tono autoritario. «Oohh, eddai. Siamo appena arrivati. Voglio vedere meglio questa villetta...» dico, andando verso la casa.
Chissà quanti soldi deve avere quel pezzo di merda di suo padre, per avere una casona del genere... spero vivamente che lei sia diversa da lui.
Cammino in direzione del campanello: non so nemmeno come fanno di cognome.
«Ehi! So cosa vuoi fare e non farlo. Se non ti ho detto il loro cognome ci sarà una ragione» Namjoon corre verso di me e si mette davanti al citofono. Io faccio un sospiro, poi mi allontano da lì.
«Dai, andiamo a fare colazione in qualche bar. Anche perchè siamo vicini al centro» dico. Nam mi raggiunge e c'incamminiamo. Chissà perché non mi voleva far vedere il loro cognome...non ne ho idea.
Arriviamo ad una caffetteria. Lo hyung mi ferma prendendomi per la manica della giacca e mi fa segno di mettermi la mascherina: potrebbero capire chi siamo. Io annuisco con la testa e la metto. Entriamo e facciamo un inchino in segno di saluto. Contempliamo per un po' il cartellone con su scritto tutto ciò che preparano, poi ordiniamo. «Prego, signori, laggiù c'è un tavolo con vista sulla spiaggia» la cameriera da dietro al bancone ci indica un tavolino con due sedie. Noi la ringraziamo e ci andiamo a sedere. Ho sempre adorato il mare, ma lo preferisco di notte: sei consapevole che c'è perchè senti il rumore delle onde arrivare a riva o scagliarsi contro gli scogli, ma non lo vedi perchè è buio. Il venticello fresco ti muove i capelli dolcemente e ti rinfresca il viso. Qualche sera dovrei tornarci.
«Jungkook?» Namjoon mi scuote leggermente  il braccio, facendomi riconnettere al mondo intorno. «È arrivato il tuo caffè» dice indicando un bicchiere di carta fumante. Lo prendo e inizio a sorseggiarlo. «So che adori il mare, ma è da dieci minuti che ti chiamo» ridacchia.
Dopo aver finito entrambi, io dò un ultimo sguardo all'oceano, per poi andare al bancone a pagare. Torniamo a casa. Sinceramente, mi faceva bene una bella passeggiata, con quella piccola e lieve arietta che ti scombina pian piano i capelli e col sole che ti riscalda la pelle.
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Arriviamo a casa. Bussiamo alla porta e ad aprire è Jimin. «Finalmente! Sapete che sono passate quasi due ore?!» dice appena entriamo. Il capo fa un sospiro, poi va in cucina, mentre io mi avvio verso la mia camera.
La nostra casa, che è una villetta, ha una disposizione delle stanze... particolare. La mia camera si trova al piano di sotto con quella di Jimin e Tae, il primo in mezzo; mentre quelle di Namjoon, Jin, Hobi e Yoongi si trovano al piano superiore, con due bagni. Mentre al piano inferiore ci sono le nostre stanze, il salotto e la cucina ed un bagno, oltre la porta d'ingresso. C'è anche un piano sotterraneo in cui prendiamo in ostaggio e nascondiamo le nostre vittime, dove c'è anche una piccola palestra con il necessario per allenarsi, due piccole vasche idromassaggio ed una piscina di circa 10x20 metri. Si, una semplice villetta.
Arrivato nella mia camera, mi stendo sul letto, con le gambe incrociate una sull'altra e le braccia dietro la testa, a fissare il soffitto.
Poi chiudo gli occhi.
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«JUNGKOOK!» un urlo mi fa risvegliare dal mio beato e tranquillo riposino mattutino. Sgrano gli occhi dallo spavento, poi realizzo e continuo a respirare regolarmente, visto che avevo smesso per un attimo. Mi alzo con tutta la tranquillità e la lentezza del mondo, poi, quando sono seduto sul letto con le gambe distese davanti a me, sbadiglio e faccio un sospiro. Mi giro un po' intorno, poi, finalmente, mi decido ad alzarmi. Intanto, qualcuno continua a bussare alla mia porta insistentemente e continuando a chiamarmi. Vado verso la finestra e noto che sarà circa l'ora di pranzo. Contando che erano le 11:30 circa quando io e Nam siamo tornati,ora dovrebbero essere le 13.
Vado alla porta e la apro. Jimin è lì davanti e mi sta per dare un pugno in faccia, che io afferro e tengo stretto. «Sei forse l'unico un tutta la Corea che fa un sonnellino la mattina!» gli mollo la mano, che lui riprende con l'altra e se la porta al petto, massaggiandola per il dolore. «Cosa vuoi?» dico. «Muoviti, il pranzo è pronto» risponde, subito dopo va a passo svelto verso la cucina.
Io mi chiudo la porta alle spalle e cammino stropicciandomi gli occhi. Raggiungo gli altri al tavolo e mi siedo al mio solito posto: tra Tae e Jimin. I posti a tavola sono: a capo tavola Namjoon e dall'altra parte Seokjin, tra cui a destra del primo c'è Jimin, io e Tae. Mentre alla destra del secondo ci sono solo Yoongi, davanti a Tae, e Hoseok, davanti a me.
Noto che sul ripiano davanti a me ci sono delle delizie uniche cucinate dalla nostra eomma Jin: kimchi, dakgalbi, kalguksu, samgyeopsal e sundubu jjigae.
Sgrano gli occhi e sul mio viso si forma un sorriso a trentadue denti solo alla vista di tutto ciò. «Wow! Ma quando hai avuto tutto il tempo di cucinare ciò?! -mi giro verso il cuoco- Dai, allora...mangiamo? Io non vedo l'ora!m!» quasi saltello sulla sedia.
Stacco le bacchette e inizio a prendere qualcosa dai diversi piatti e metterli nella mia ciotola. Dopo che essa quasi straripa di cibo, inizio a rimpinzarmi. Acchiappo i noodles e li risucchio. Poi alzo la testa e noto che c'è un silenzio tombale, seguito da tutti i miei hyung completamente fermi che mi fissano. «Che c'è?» dico sentendo i loro sguardi su di me e bruciarmi la pelle. Scoppiano tutti in una fragorosa risata, preceduta da occhiate reciproche anche tra gli altri. «Niente, Kookie. Solo che sei troppo cute quando mangi» mi dice Tae, facendo rimanere solo uno dei suoi bellissimi sorrisi rettangoli, che fanno intravedere solo i denti bianchi e piccoli. Io gli ricambio il sorriso, poi mi rigiro verso Jin che ha aperto bocca per parlare. «Io sono solo felice che ti piaccia così tanto ciò che cucino. E se lo dice Jungkook, iniziamo a mangiare anche noi?» scambia sguardi interrogativi ma allo stesso tempo retorici agli altri, che intanto hanno smesso di ridere. «Ovvio!» dice Jimin. «Allora, buon appetito!» esclama Hobi, staccando le bacchette, seguito dagli altri.
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Dopo pranzo, faccio un sospiro e mi butto all'indietro sulla sedia. Chiudo gli occhi, stanco dallo rimpinzarmi. Che bene o male siamo riusciti a finire tutto il cibo che c'era sul tavolo. «Cavolo, Jin! Queste cose si fanno solo per capodanno!». Faccio un sospiro e mi stiracchio un po' sulla sedia, poi faccio un piccolo sbadiglio. «In ogni caso, sono felice che vi sia piaciuto tutto» lo hyung fa uno dei suoi più calorosi sorrisi, che gli assottiglia le carnose e grandi labbra. Un suo sorriso perfeziona ancora di più il suo viso da worldwide handsome.
Tutti gli ricambiamo un sorriso. «Si, hyung! Comunque ora devo levare il disturbo» mi alzo dalla sedia e la spingo sotto il tavolo. Prendo i miei piatti e vado verso la cucina, poi li riposo nel lavandino. Infine torno in camera mia.
Mi butto a peso morto a pancia in giù sul mio letto, su cui rimango un po' ad oziare. Giro la testa verso il lato del comodino e allungo il braccio per prendere il MacBook. Lo afferro e mi alzo a gambe incrociate, mettendolo sulle mie cosce. Lo apro e lo accendo. Magari faccio altre ricerche su quella ragazza e sulla sua famiglia. Anche se Nam sembra non voglia particolarmente che io sappia molte informazioni sul padre, ma più sulla ragazza e nonostante mi dica che non posso e non devo sapere, questo mi invoglia ancora di più a farlo. Cioè, quando sai che qualcosa ti è proibita ti invoglia ancora di più di farla. Tranne con Namjoon. Già stamattina si é incazzato con me solo perchè gli ho risposto male, figuriamoci disobbedirgli... non voglio rischiare.
Appena il laptop ha finito di accendersi, apro immediatamente Instagram e vado a cercare il nome della ragazza da quanto mi ha detto Nam: 'Choi Sooyeon'.
Eccola. Devo dire che è una ragazza molto carina, da quanto posso vedere dalle sue foto e dalla sua immagine di profilo. I suoi capelli corvini e lunghi le arrivano un po' sotto il petto, i suoi occhi a mandorla hanno anche alcuni tratti occidentali e sono sottolineati da un po' di trucco, ha un sottile strato di rossetto rosa carne ma rossiccio sulle sue minute labbra. Gli occhi sono profondi e hanno un colore mischiato tra il marrone e il verde: un po' come le lenti a contatto che si mette a volte Jimin.
Rimango un po' a contemplare la sua foto. Beh, per avere una pelle delicata e trattata come la sua ci credo che ha tanti soldi. Scorro un po' le foto della ragazza su Instagram, per poi passare a Facebook. Provo a ritornare su Instagram e vado a vedere chi segue, visto che ne segue circa 6. Sono tutte persone che, stranamente, non ho mai visto. E sono tutte provenienti dall' America. Perchè mai dovrebbe seguire persone dagli USA, soprattutto se hanno così pochi follower? Vabbè, saranno fatti suoi. Anche se ormai mi sto già facendo i fatti suoi.
Sento che i miei occhi si stanno stancando, tanto da volerli chiudere. Ciò che mi fa risvegliare è il rumore di qualcuno che bussa alla porta. «Avanti» chiudo il portatile. «Ehi Kookie» una testolina arancio-rosa sbuca dalla porta.
Jimin.
Entra nella stanza con la porta ancora socchiusa e viene verso di me. «Ti volevo dire che stasera andiamo a mangiare fuori» dice poi. «Ok, ma offre Nam perchè l'ultima volta lo aveva promesso» incrocio le braccia. «No no, hai frainteso. Io intendevo solo noi due. I soldi ce li dà comunque lui» dice. Rimango un po' perplesso. «Ah ok. LO SCELGO IO IL RISTORANTE!» alzo un braccio all'aria. Lui risponde con un sorrisino e con un accenno di si con la testa. «Solo un'ultima cosa sulla tua missione. Namjoon ti vuole parlare, quindi dopo raggiungilo». Poi esce dalla mia stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Chissà cosa vorrà dirmi.
Riapro il computer e dò un'ultima occhiata alla foto di Sooyeon. Ma la curiosità di sapere cosa vuole dirmi Nam è troppa. Così chiudo il social e spengo il computer. Poi mi alzo dal letto e vado verso la porta.
Non so perché anche in questo momento, ma alcune volte penso e ripenso se sto facendo la cosa giusta. Insomma, sono voluto entrare io in questo mondo, ma non riesco ad uscirne. Forse per il grande piacere e la grande soddisfazione che mi dà l'uccidere. O forse provo soddisfazione nel rovinare la vita di molte persone anche innocenti. Come Sooyeon. Lei non ne potrà nulla quando la rapiremo. Sarà solo colpa nostra. Saremo le persone che le rovineranno la vita. Chissà come sta bene in questo momento. Al mio contrario.
Faccio un sospiro ripensando a ciò, mentre ho la mano sulla maniglia. Poi apro la porta.

𝑩𝑳𝑨𝑪𝑲 𝑯𝑬𝑨𝑹𝑻 || ʝ.ʝkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora