you're back.

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Stesse nuvole.
Stessi volti spenti per le strade.
Stesso vento freddo che penetra le ossa.

Era tutto così grigio.

Sorseggiai il mio caffé sulla via del ritorno, le lancette del mio orologio da polso erano congelate, inquietanti.

Maledetto inverno, che squarcia i corpi e ne dilania le carni, senza pietà.

Il vuoto e il freddo erano perpetui ospiti nel mio piccolo e infelice rifugio.

Inserii la gelida chiave e, immediatamente, il silenzio divenne nuovamente il mio coinquilino, racchiudendo la mia monotona solitudine in pugno.
Ogni suono che riproducevo echeggiava in quella maledetta casa.

Ma non quella volta.

Quella volta si nascondeva un nuovo sottofondo.

Un nuovo profumo.

Esso si faceva sempre più vicino, e respiravo a pieni polmoni mentre i miei accorti passi continuavano ad avanzare.

Il suono che riecheggiava era singolare.
Era come uno strofinio di varie stoffe o tessuti di vario genere.

Gettai di scatto la mano sulla maniglia della mia camera da letto e aprii la porta, con una pressante ansia di capire che mi divorava viva.

E proprio in quell'istante, riconobbi quel profumo.

Riconobbi quell'incanto che non accarezzava le mie narici da ormai troppo tempo.

Poi, di fronte ai miei occhi, la tua figura riscaldava quel piccolo ambiente.

Eri tu, così perfetto anche dopo un semplice bagno.
Solo un asciugamano caldo avvolgeva i tuoi fianchi; e i tuoi occhi, incontrati i miei, si accesero di mille colori.

In un inaspettato, ma bramato momento, eliminasti la distanza tra due paesi troppo differenti.

Forse l'aria non era più così fredda.
Forse il buio aveva trovato la sua luce.
Forse tutto si accendeva con te.

Circondai il tuo collo con le braccia e ti strinsi al mio petto, e le mie labbra si schiusero in un sorriso spensierato.

Non esitasti un secondo a cercarmi in un bacio lento.
Il tuo respiro invadeva i miei sensi, mentre accarezzavo i tuoi capelli biondi ancora scompigliati.
Le mie dita studiavano la tua mascella perfetta, ancora e ancora.
Il tuo petto nudo aderiva gelosamente al mio, mentre mi stringevi i fianchi che tanto amavi.

Scendesti più in basso a esplorare il mio collo: le tue labbra desiderose non esitarono a lasciare dei segni d'amore.
Cominciai a liberare quei respiri proibiti mentre tu mi mordicchiavi il lobo e sorridevi divertito.
Mi liberasti del dolcevita per poi sganciare il reggiseno.

Quanto era bella quella stanza con te.
Tu che, tornato da un mondo lontano, cospargevi questo ambiente di una incredibile passione.

Spogliasti te e me anche dei capi inferiori, e stringendo sotto i denti le tue labbra rosse e gonfie, mi adagiasti sulle lenzuola. Le nostre, quelle che avevano aspettato per troppo tempo di essere ricoperte dai nostri corpi lussuriosi.

La tua bocca marchiò ancora una volta i miei seni, poi le tue mani si intrecciarono alle mie. Mi stringevi in una presa sicura, dominante, come la nostra prima volta.

Le tue iridi nere, profonde, peccaminose, cercavano il consenso delle mie, marroni e dense, e in un istante iniziammo a muoverci in una danza vorticosamente ardente.

Dopo tanto, troppo tempo.

Ero tua.
Completamente tua.
E il fuoco la nostra carne invase.

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Spazio autrice
beh, nulla da dire.
semplicemente il fatto che questo ragazzo mi sta consumando l'anima.
Lo amo immensamente.

Mi raccomando ragazze, stay tuned perché manca pochissimo alla mia nuova storia su Taehyung, "That Crazy Photographer"! Non vedo l'ora che la leggiate ♡

Spero che questa oneshot non vi abbia fatto vomitare BYEEE ❤

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