Capitolo IV:Solitudine

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Hai presente quelle mattine dove, quando ti svegli, ti senti pieno di dolori e indolenzito?
Io mi svegliai esattamente così...

Qualcosa mi solletica il viso, apro gli occhi e mi ritrovo davanti un gatto che mi sta annusando, appena vede che mi sono svegliata scappa via spaventato.

Sbatto gli occhi tre volte per mettere bene a fuoco, sono in un vicolo, è giorno, fa freddo e...sono sola.

Provo ad alzarmi dando un colpo di reni, inizialmente barcollo e mi appoggio sul muro sporco per reggermi in piedi, il corpo mi fa tanto male e vedo solo ora quante schegge di legno sono conficcate nella mia carne eppure non le tolgo, sono troppo stanca per farlo.

Mi guardo intorno e poi osservo il mio orologio, nel mentre il mio stomaco brontola spezzando quel silenzio angosciante...

Io:" le 9:30...devo trovare un riparo più sicuro..."

..non penso alla mia casa, a mio fratello, a mia mamma, non riesco ancora a concepire il tutto e ho paura che quando ci riuscirò non sarò pronta.

Io:"forza...un piede davanti all"altro"

Ho le vertigini e vedo tutto girarmi intorno ma non cado, barcollo fino all'uscita del vicolo e i raggi del Sole accompagnati dal freddo vento mi colpiscono come uno schiaffo; mi proteggo gli occhi abituati al buio con il braccio sinistro.

Per strada non c'è nessuno, solo qualche bimbo che gioca a calcio o a rincorrersi...

Io:"come mai non c'é nessuno?"

...sento un rumore assordante provenire dal cielo, sembra un elicottero, i bambini scappano spaventati e io mi immergo nuovamente nel buio.

All'improvviso come un flash, capisco tutto, mi porto una mano davanti alla bocca per soffocare le mie urla e i miei singhiozzi, trascino la schiena contro la parete e mi lascio andare per terra...

Io:"i...i mietitori, sono stati loro...come ho fatto a non capirlo"

...inizio a respirare in modo affannoso, mi manca l'aria e la testa pulsa...

'Non agitarti, non serve a niente, rischi solo di farti scoprire' cerco di rassicurarmi e riesco a calmarmi pian piano.

Io:"devo trovare un altro nascondiglio, se mi trovano...sono fottuta"

Mi rialzo e sbircio per vedere se se ne sono andati, i bimbi non ci sono più, ora fa caldissimo e la strada è deserta; guardo in cielo e non c'è nessun elicottero.

'okay Giulia...corri!'

Inizio a correre veloce, anche se i polmoni stanno scoppiando io continuo a correre fino a quando raggiungo una strada che non avevo mai visto.

Era una strada con una lunga linea bianca che sembrava non finire mai che separava nettamente la parte destra da quella sinistra,guardo in alto e vedo che dei nuvoloni neri hanno oscurato il sole, una goccia d'acqua fredda mi bagna la punta del naso e subito inizia a diluviare.

Io non mi muovo, i miei piedi sono esattamente su quella linea, non osano schierarsi da una parte, decidono di stare nel mezzo, come un funambolo cammino lungo la striscia.

Ormai sono fradicia, sul volto ho un lieve sorriso e vedo mano a mano i palazzi della città sparire a ogni passo che faccio.

Giungo alla fine della linea bianca, si interrompe di colpo e mi lascia davanti a una lunga distesa di sabbia e rocce.

Proseguo decisa a lasciare quella città infernale o forse sto fuggendo da quel passato deciso a catturarmi e uccidermi ma non lo lascerò mai vincere.

Cammino per un tempo incalcolabile lungo quella distesa di sabbia fredda, guardo davanti a me e vedo l'ignoto, il vuoto e non ho mai visto niente di così affascinante; come quel martedì mattina non mi volto decisa più che mai a trovare una risposta alla mia domanda...

Io:" in un modo o nell'altro migliorerò questo mondo e se fallirò riproverò fino a trovare una dannata risposta"

...stringo forte i pugni e proseguo il mio cammino verso la libertà, il percorso che mi avrebbe trasformato nell'eroina coraggiosa capace di affrontare la bestia e gli uomini stessi se necessario.

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