✨Eighteen✨

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Dopo qualche minuto arrivammo al ristorante, prendemmo un tavolo e ordinammo da mangiare.
Eravamo così affamati che ordinammo due volte quello che mangiavamo di solito.
Iniziammo a mangiare un po' di ramen e del pane cinese, per poi passare a piatti più tipici coreani, dopo ancora mangiammo del sushi e della carne di maiale.
Io e Mark per comunicare l'uno con l'altro spesso parlavamo a bocca piena.
Mark mangiò anche più di me, stupendomi del fatto che non gli fosse ancora scoppiato l'intestino visto che io mi ero fermato solo perché il mio stomaco stava chiedendo pietà.
-Ok, adesso basta. Non ce la faccio più a mangiare- disse andando all'indietro con la sedia.
-Ringraziamo che il costo a persona è prestabilito, sennò ci saremmo ritrovati senza soldi- dissi ridendo.
-Non ho mai mangiato così tanto in vita mia- disse lui portando la testa all'indietro prendendo una bella boccata d'aria.
La canzone di sottofondo cambiò e improvvisamente partì Boss. Ci guardammo negli occhi per poi iniziare a ridere.
-Ci mancava questa!- disse il corvino ridendo e impugnando il bicchiere.
-È vero, tra ieri e oggi è successo di tutto- confermai continuando a ridere.
-Vado un attimo al bagno, vieni?- chiesi poco dopo sentendo la mia vescica al limite della sopportazione.
-Ok- rispose solo il corvino per poi seguirmi verso i servizi.
-Tienimi il telefono- dissi per poi chiudermi in bagno per liberarmi da quel peso.
Uscii dopo due minuti e fissai Mark, il quale era appoggiato ai lavandini con il mio telefono in mano intento ad impicciarsi.
-Hai veramente quella password?- chiese spiazzandomi.
Mi ero dimenticato di cambiarla, era ancora il giorno in cui si erano fidanzati lui e Soyon. Quella password significava la mia fine, la mia completa distruzione, la mia delusione, il mio fallimento, il "sempre amici".
Forse mi ero dimenticato di cambiarla, o forse mi ero semplicemente dimenticato di quella password perché usavo sempre il lettore dell'imposta digitale.
-Sì, non la uso mai. Probabilmente l'avrò dimenticata di cambiare- risposi riprendendo il telefono dalle sue mani. Ci fissammo per diversi secondi, lui era molto serio. Mi faceva sentire piccolo, un cucciolo di fronte a un lupo affamato, o come una preda di fronte al suo predatore, una gazzella contro un leone. Uno scontro perso già in partenza, lui sapeva dominarmi, questo ormai mi era ben che chiaro, non potevo fare niente per impedirlo, il mio corpo e la mia mente si facevano abbindolare troppo facilmente da lui.
-Toglila- disse guardandomi, io abbassai lo sguardo. Sembravamo veramente due lupi, un capobranco che sgrida un cucciolo.
-Perché?- controbattei alzando di nuovo lo sguardo verso quelle iridi nere come la pece.
Non intendevo lasciarmi dominare a vita, come quando un cucciolo si ribella al suo capobranco: se vince comanda lui, se perde, invece, il maggiore può decidere che fare con lui. Il nostro era un gioco di comando, questo lo sapevamo entrambi, ma era sempre lui a vincere, anche se io mi ribellavo a lui più volte.
-Perché so quanto ti faccia male pensarci- disse avvicinandosi fin troppo.
Eravamo veramente molto vicini.
-Dammi un'altra password e io cambierò quella che ho ora- risposi accendendo lo schermo del mio telefono guardando lo sfondo di me e lui al mare.
-La data di oggi- disse per poi andare verso l'uscita del bagno.
Perché proprio quella data?
Cambiai la password per poi tornare al tavolo, Mark era seduto a giocare con il suo cellulare.
-Tutto ok?- chiesi e lui annuì, gli credevo, sembrava sorpreso della mia domanda.
-Andiamo a pagare adesso, dobbiamo tornare a casa. Tra un po' scatta il copri fuoco e Taeyong o Doyoung ci staranno sicuramente aspettando, lo sai come sono fatti e se non torniamo in tempo mi vietano di uscire perché mia madre gli ha dato il permesso. Maledetta racchia!- disse portando gli occhi al cielo facendomi ridere, conoscevo la madre, era una brava persona e molto allegra, non era molto anziana ma era cocciuta come il figlio e si insultavano a vicenda con questi nomignoli per prendersi in giro, anche se in realtà si volevano un mondo di bene.
Ci alzammo dal tavolo per andare al bancone a pagare per uscire per tornare a casa.
-Ohi,
dopo Overwatch?- chiese Mark girandosi verso di me facendomi un sorriso a trentadue denti.
-Ovvio!- risposi per poi attaccarmi alla sua spalla.
-Ehi- disse dopo qualche minuto di silenzio.
-Mh- feci solo poggiando il mento sulla sua spalla mentre trascinava i piedi per stare al suo passo.
-Chi arriva prima inizia a giocare!- disse per poi scappare via verso casa.
-Ehi non vale! Sei partito prima!- mi lamentai per poi iniziare a correre come un pazzo dietro il corvino che non ne voleva saperne di fermarsi.
-INFAME FERMATI!- urlai ancora facendo ridere me stesso per la cattiveria con cui l'avevo chiamato.

ꜰxᴄᴋ ɪᴛ | ᴍᴀʀᴋʜʏᴜᴄᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora