Cap. 1

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Ricordo che ballavo. Si, ballavo forse con una ragazza. Non ricordo bene. La testa mi girava, però stavo bene. Mi sa che avevo bevuto troppo.
Ah, ok ora ricordo!!

Ero in discoteca. Stavo ballando, un ragazzo mi si era avvicinato e io, per sbaglio, gli ero andato addosso. Lui si è girato e con lo sguardo ha detto tutto: "voglio una rissa, così mi faccio vedere dalle ragazze che mi sono intorno". Quel ragazzo lo conoscevo, era inconfondibile, i capelli biondi, gli occhi azzurri, muscoloso e alto. Julius. Praticamente un sogno per le ragazze. Mentre io avevo i capelli neri e gli occhi azzurri chiaro, non ero muscoloso. Facevo fatica a comunicare, non solo con le ragazze, ma anche con gli uomini in generale. Be, con le ragazze era peggio. L'unica ragazza con cui parlavo era Ashley, la mia migliore amica. Ma mi parlava solo perché siamo cresciuti un periodo nella stessa casa.
Lei abitava con suo padre, mentre io stavo da mia nonna.
Julius, aveva già tirato il pugno, ma lo schivai, non so come feci, ma pressupponevo che era il fatto che era del tutto brillo. Non avevo calcolato una cosa... Se il pugno non era arrivato a me. Dove era andato a colpire? Si sentì un urlo:" figlio di ( il resto ve lo immaginate voi)!" Raga, aveva colpito Ermes, il suo vero nome era Jack, era sempre insieme a un tizio che tutti chiamavano Daniel, insomma una bella combinazione. Insieme si chiamavano Jack Daniel come il liquore, ma Jack solitario lo chiamavano Ermes. Lui era il messaggero di... in realtà non so il perché lo chiamavano così.  Comunque forse in quel momento non era di buon umore, tralasciando il fatto che 1. Ogni persona si sarebbe incazzata se avesse preso un cazzotto in faccia a caso 2. Aveva bevuto più liquore di Osahma Bin Laden. Vi risparmio come è andata. Ma la fine è che quasi tutte le persone che erano in discoteca, sono entrate pulite e perfette, quasi, e sono uscite con qualche livido in più, qualche dente in meno e una maglietta più stracciata del normale. Mi allontanai dalla discoteca. Ma mi trovai davanti a Julius:" tu!" Mi urlò. Non volevo casini, così provai ad allontanarmi. Ma lui si mise davanti a me. Mi disse:"tu, brutto coglione, sei solo uno stronzo" era brillo di sicuro, sennò mi avrebbe offeso e picchiato allo stesso tempo, come faceva a tutti i ragazzi del suo quartiere. Ma ovviamente io cercavo le botte, insomma gli ho risposto, forse ero brillo anch'io:"dovresti vergognarti, un coglione e uno stronzo è moolto più intelligente di te". Dopo un quarto d'ora mi rimisi in motorino con un livido nell'occhio. Porca puttana, sapeva mirare quel Julius. Non mi sentivo più l'occhio. Prima che riuscissi ad accendere il motore, una ragazza mi si avvicinò e mi chiese:"come ti chiami? Ho visto che gli hai tenuto testa a quello stronzetto." Conoscevo anche lei, era Agnese, l'ex di Julius. Avevo sentito che lei l'aveva lasciato solo perché aveva picchiato una ragazza. E sottolineo solo. Io:" c-c-c-ciao mi chiamo James" meno male che era notte sennò mi vedeva andare fuoco da quanto ero rosso, temevo che se fosse stato giorno avrebbe chiamato i pompieri. Lei:" io mi chiamo Agnese" Io (sempre più impacciato):" lo so, sei l'ex di Julius s-se non sbaglio" Lei (come se gli capitasse tutti i giorni di patlare con uno sconosciuto, forse era così):"vabbe ciao ci si vede domani a scuola" nessuna ragazza mi aveva detto questo, e mi dimenticai di salutarla, penso ci sia rimasta un po' male. Ma che ci posso fare? Sono fatto così.  Non posso essere qualcun'altro io sono me stesso e basta. E sinceramente non trovo il senso di diventare qualcun'altro. Ma sai la vita non va sempre come vuoi tu. E così io sarò destinato a cambiare ma ve ne parlerò nei prossimi capitoli.

Cap.1 terminato

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