Capitolo 25

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1 anno dopo.

(M)

Ero con Diego, Sara, Ale, la sua fidanzata e Cecilia, che ormai era diventata la mia ragazza, davanti alla tomba di mia sorella per il primo anniversario della sua morte e quella fu per me e per Diego, la prima volta che riuscimmo ad andare a trovarla in un anno.

Guardai il mio amico e lui subito capì le mie intenzioni, così facendo ci girammo verso le nostre fidanzate e chiedemmo loro la cortesia di lasciarci un minuto da soli noi 3, e così tutte e tre si allontanarono di qualche metro.

Dalle facce di Ale e Diego mi risultava fossero più sconvolti di me, Ale sembrava sul punto di vomitare in preda all'angoscia, Diego sembrava piuttosto in procinto di scoppiare in una crisi di pianto inarrestabile.

M: "Diè, se vuoi dire qualcosa ti prometto che nulla verrà riportato."

D: "C-cosa dovrei dire?"

A: "Bro, lo sappiamo..."

Il mio amico mi guardò con un pò di imbarazzo, ormai era risaputo del legame che c'era tra lui e mia sorella, o meglio, diciamo che era risaputo solo tra chi poteva saperlo, ma nonostante ciò non fu mai in grado di parlarmene così apertamente dopo la sua morte.

M: "Non ti sentire a disagio, non ti prenderemmo mai in giro in una situazione del genere." Gli dissi indicando la tomba di fronte a noi.

A: "Vai sereno fré, tanto Sara non ti può sentire."

D: "Voi mi promettete solennemente che ciò che succede qui.. rimane qui?"

A: "Sicuro."

M: "... Croce sul cuore."

Diego prese un bel respiro e si chinò sulla tomba appoggiandosi con il braccio sulla lapide, per lui doveva essere difficile tanto quanto lo poteva essere per me, ancor più di come poteva esserlo per Ale, Diego non era uno qualunque per Diana, e non era un semplice fratello... e per lui uguale.

D: "Ti odio per averci lasciato così presto e odio il fatto che tu ci abbia respinto quando siamo venuti a darti il nostro aiuto, odio che ti sia sempre tenuta le cose dentro e odio che ne siamo venuti a conoscenza troppo tardi.

Ma più di ogni altra cosa.. odio me stesso, per non averti capita a pieno, per non essere stato attento, per non essere riuscito a cogliere quei segnali che stavi sicuramente cercando di mandarmi, non smetterò mai di rimproverarmelo. Eri una delle persone più belle e speciali che abbia mai conosciuto e mi dispiace che il mondo abbia perso un anima così pura come la tua, e se me lo permetti, non è vero che sei in un posto migliore perché il tuo posto migliore era con noi.. con me.

Non scorderò mai il tempo passato insieme, come quella volta che mi difendesti al parco da quei tizi che mi prendevano per il culo perché ero grasso e non dimenticherò mai la forza che riuscisti a trasmettermi quel giorno.

Non scorderò mai le chiacchierate che ci siamo fatti tutti i giovedì sera, non scorderò mai che tutte le volte che ti ho chiamato in preda all'ansia tu sei sempre venuta, senza mai un tentennamento o ripensamento.

Non scorderò mai tutte le risate al parchetto, la prima canna fumata insieme, la prima volta che ti parlai di una ragazza, la prima volta che mi chiamasti 'fratello', la prima volta che ci baciammo.."

M: "Ok ma io questo voglio scordarlo." Dissi, seguito poi dalle risate di Ale e Diego.

D: "E soprattutto sappi che io la nostra promessa non l'ho dimenticata, e tu hai avuto il coraggio di infrangerla, da adesso mi toccherà fumare da solo e forse questa è l'unica cosa di cui non ti perdono.

Spero però che tu possa perdonare me, per tutte le volte che ti ho fatta sentire la seconda scelta, per tutte le volte che per qualche motivo non ti sono stato abbastanza vicino.

Dovevo salvarti, ma non ci sono riuscito.

Ti amerò per sempre, fai la brava lì su."

Finito il discorso Diego si tirò sù e noi rimanemmo un istante in silenzio a fissare la foto di Diana sulla sua lapide, Ale diede delle pacche sulla spalla a Diego ed io... non resistetti dal non ridere.

M: "Che femminuccia che sei, 'ti amerò per sempre gnegne'; 'sei speciale'.."

A: "Hai dimenticato il 'la nostra promessa non l'ho dimenticata'."

D: "Siete degli stronzi bastardi"

Tutti e tre cominciammo a ridere, certi che quel nostro modo di fare non avrebbe offeso nessuno, Diana no di certo, se fosse stata qua sarebbe stata la prima a prendere in giro tutti, ed ero sicuro che quello era certamente il modo migliore per lasciarla andare.

I miei due amici e compagni di vita stavano per ritornare dalle fidanzate quando gli dissi di raggiungermi alla macchina perché sarei rimasto un altro minuto per conto mio e così fecero.

Mi chinai anche io e sfiorai la sua foto sorridente, per un attimo credetti che sarei scoppiato a piangere ma mi bastò guardare quel sorriso per riprendermi in un istante e mi ritirai su.

"A Diego non ho detto niente di Elena, forse avevi ragione tu, sarebbe una notizia che farebbe più male che bene e lui non se lo merita, come non lo merita neanche Sara. Manterrò la promessa, proteggerò tutti i nostri cari sicuro tanto che lassù tu farai lo stesso per me, croce sul cuore."

In quel momento una piccola raffica di vento mi arrivò dritta in faccia scompigliandomi i capelli, l'aria era calda, sembrava come se qualcuno mi avesse fatto una carezza sul volto.

Quella era sicuramente Diana che mi diceva: "Grazie."

«Come siamesi»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora