66- Qui e ora

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Finalmente le lezioni erano terminate. Certo, lo erano per tutti tranne che per me. Io dovevo rimanere a scuola per fare il recupero di francese. Uscii fuori in cortile e mi accomodai su un muretto per mangiare il panino che mia madre mi aveva preparato per pranzo. Gli alunni erano parecchi. E mentre girovagavo con lo sguardo per il cortile, vidi Jennifer parlare con un ragazzo, vicino ad un'auto. Sicuramente si trattava del suo fidanzato, perché alla fine della chiaccherata si scambiarono un bacio sulle labbra. Subito dopo il biondo salì in macchina e si allontanò velocemente. Jennifer stava digitando qualcosa al telefono, ma, alzando lo sguardo, si accorse che la guardavo. Ci mancava solo questa! Distolsi con rapidità lo sguardo, estrassi il cellulare dalla tasca del mio giubotto e andai a vedere chi mi aveva contattata mentre ero a scuola. Solo mia madre per dirmi che quella sera lei e Michael avrebbero portato dei colleghi a cena. A distrarmi fu una mano sventolata davanti al mio volto.
<<Ei, dico a te!>> alzai la testa e incrociai gli occhi scuri di Jennifer.
<<Che ti serve?>>
<<Veramente cosa serve a te! Perché guardavi il mio ragazzo?>> alzai un sopracciglio <<Vuoi rubarmi anche lui?>> disse con fare ironico.
<<Jennifer, secondo me stai dando di matto>> scesi dal muretto e mi avviai verso l'interno della scuola, mancava poco all'inizio del recupero di francese. Ma lei mi stava seguendo e quando fummo dentro la classe sbattè la porta. Eravamo sole, una contro l'altra.
<<Si può sapere cosa vuoi da me?>> tentai di mantenere un tono di voce calmo.
<<Voglio sapere perchè stavi fissando me e il mio ragazzo>>
<<Guarda che ti stai sbagliando. Vi ho semplicemente visti da lontano, del tuo ragazzo non me ne frega niente e stessa cosa vale per te>> feci qualche passo verso di lei <<Sinceramente l'unico di cui mi importa è Tyler>>  la sfidai.
<<Ti è sempre piaciuto, vero?>> anche lei adesso era più calma.
<<No, non da subito. Comunque non volevo stare con lui mentre eri tu la sua ragazza. Non faccio queste cose, anche se delle persone dicono il contrario>> scrollai le spalle <Tu sei ancora innamorata di Tyler?>> mi azzardai a chiedere, anche se intimorita dalla sua risposta. La ragazza sospirò.
<<Sto cercando di dimenticarlo. So che lui non è mai stato follemente innamorato di me e avevo capito dal principio che l'unica ad interessargli eri tu. Diciamo che avevo paura di perderlo, per me è una persona importante, mi ha aiutata quando ne avevo bisogno. Non si direbbe, ma sì,  sono insicura. E cercavo in tutti i modi di allontanarvi>>
<<Quindi sei stata tu a scrivermi quando ero rimasta fuori casa?>> Jennifer annuì.
<<E sai, all'inizio mi divertiva darti il tormento. Ora però non trovo una ragione per farlo>> abbozzò un sorriso  <<I sentimenti non si comandano, perciò non posso darti la colpa se a Tyler sei sempre piaciuta. Ma continuerò a trovarti insopportabile>> non sapevo cosa dire. Jennifer mi aveva svelato la sua vera identità, quella insicura e che addirittura ammetteva le sue colpe.
<<Okay Jen. Anche io continuerò a non sopportarti>> dissi soltanto.
Il nostro discorso finì lì, perché tutti i ragazzi e la professoressa entrarono in aula.
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La sera arrivò senza che me ne accorgessi. Il recupero di francese era stato meno noioso del previsto. I colleghi invitati da mia madre e Michael erano ancora in salotto, a chiaccherare e ridere e questo mi impedii di dormire. Erano le undici di sera, una di quelle serate tristi, in cui pioveva a dirotto. Mi rigirai per l'ennesima volta nel letto, sbruffando per il troppo rumore che facevano al piano di sotto. Decisi di accendere la bajour e di passare un pò di tempo su instagram, ma non feci in tempo ad aprire l'applicazione che un messaggio mi fece perdere il battito cardiaco. Era Ethan.
Scendi
Aggrottai la fronte, ma un secondo messaggio arrivò poco dopo.
Sono sotto casa tua
Sospirai pesantemente e in fretta e furia indossai una felpa e una tuta grigia. Quando scesi al piano di sotto aprii la porta di casa con estrema delicatezza, per non farmi scoprire. Per fortuna erano tutti in salotto con la porta socchiusa, perciò non si accorsero di me. In un secondo mi ritrovai fuori casa, con il gelo, la pioggia che era cessata e un Ethan fradicio che mi aspettava con ansia.
<<Ehi>> lo salutai con imbarazzo.
<<Ehi>> finse un sorriso.
<<Che ci fai qui a quest'ora? Vuoi entrare, per darti una ripulita?>> indicai la porta.
<<No, tranquilla>> annuii <<Volevo solo chiarire con te>> il cuore iniziò a battere forte, quindi mi avvicinai a lui.
<<Parla>> lo spronai.
<<Ecco io...Forse dovremmo allontanarci>> alzai le sopracciglia, mentre lui cercava invano di ignorare il mio sguardo.
<<Non ti capisco>>
<<Forse è meglio non parlarci per un pò, penso sia meglio per entrambi>>
<<Perché?>> chiesi con voce rotta. Ma cosa stava dicendo? Perché?
<<Penso sia meglio cosi>>
<<Ho capito, ma come mai la pensi cosi? Ho fatto qualcosa di male, detto qualcosa di sbagliato?>>
<<No, tu non hai fatto niente. Sono io che voglio stare per i fatti miei. Sicuramente tra un paio di mesi tornerà tutto come prima>> non stavo credendo alle mie orecchie. Non volevo credere alle parole che Ethan stava pronunciando con così tanta convinzione. Sentii un vuoto indescrivibile dentro, un forte groppo in gola. E poi, come sempre, gli occhi iniziarono a pizzicare, ma cercai di cacciare indietro le lacrime.
<<Ma sei serio? Ti senti quando parli? Perché cazzo mi stai facendo questo schifo di discorso, si può sapere?>>
<<Jess, ti ho spiegato che->>
<<No, non hai spiegato proprio un bel niente! Da quando ti sei scopato quella stronza di Isabel sei cambiato!  Scommetto che ti ha fatto il lavaggio del cervello>>
<<Ti sbagli. È una decisione che ho preso io>> deglutì.
<<Perfetto. Spiegami perché>>
<<Perché...Jess mi sono praticamente dichiarato a te. Vorrei che tu fossi gelosa di me e Isabel, che ci baciassimo di nuovo e tu ancora non capisci?>> non sapevo cosa dire <<Non capisci che mi piaci?!>> il mondo, in quel momento, mi crollò addosso.
<<Eth... non so che dire>>
<<Ecco. È per questo che non voglio avere più niente a che fare con te. Oltre a sentirmi in imbarazzo, ho fatto una figuraccia con te e so che il nostro rapporto da ora in poi non sarà più lo stesso. È meglio allontanarsi, no?>>
<<No, mi sembra ovvio. Io ti voglio bene Ethan, non riuscirei a stare lontana da te>>
<<Il bene e l'amore non sono la stessa cosa Jess>>
<<Lo so ma possiamo trovare una soluzione>> scosse la testa. Quel gesto mi fece capire che forse era lui a non voler trovare una soluzione. Magari si era stancato di me. Non riuscivo però a pensare di dovermi allontanare da lui. Sentivo un vuoto nel petto. Forse non provavo nessuna emozione. Decisi comunque di farmi forza e non fargli notare la tristezza.
<<Allora perché stai con Isabel?>> domandai.
<<Non stiamo insieme>>
<<State sempre appiccicati>>
<<Non è vero>>
<<Si che lo è. Ci vedo bene io>> scossi la testa, delusa, amareggiata e profondamente triste <<Possiamo almeno provare a->>
<<No Jess. Non funzionerebbe>>
Ethan scrollò le spalle, come se fosse rassegnato e non potesse fare niente per cambiare la cosa. Ancora ero sconvolta dalla sua confessione. Non mi aspettavo una cosa del genere, non dopo tutto ciò che avevamo passato. Mi spaventai quando, inaspettatamente, un tuono mise fine al silenzio che si era creato.
<<Credo proprio che sia meglio tornare a casa>> disse Ethan.
<<Che ci fate voi qui fuori?>> Tyler, alle spalle di Ethan, stava tornando a casa proprio in quel momento.
<<Tyler>> lo salutai con un falso sorriso.
<<Ciao Jess. Che hai? Ti vedo strana>> avanzò verso di me per stamparmi un dolce bacio sulla fronte.
<<Tranquillo, sono solo stanca>>
<<Ah! Ciao Parker. Non mi ero accorto della tua presenza>>
<<Immagino>> Ethan alzò gli occhi al cielo, mentre un altro tuono ci fece capire che era meglio rientrare.
<<Quindi? Mi volete spiegare perché alle undici e mezza di sera siete qui fuori, al gelo e con il diluvio alle porte?>> rivolsi un rapido sguardo verso Tyler, vedevo il suo nervosismo. Poi guardai Ethan, impassibile.
<<Stavamo parlando di una cosa>> dissi sospirando.
<<Di cosa?>>
<<Johnson come mai tutte queste domande? Sei geloso per caso?>> il mio amico, se potevo ancora definirlo così, lo sfidò.
<<Ethan, non iniziare>> mi intromisi, incrociando le braccia al petto.
<<No, non inizio, tranquilla. Voglio solo sapere perché alle undici e mezza di sera, con il gelo e il diluvio alle porte, Tyler vuole intrattenerci ancora di più con queste stupide domande>> prevedevo guai in vista. Ethan lo stava palesemente sfidando.
<<Senti Parker, non fare cose di cui potresti pentirti. Ci metto due secondi a spaccarti il naso>>
<<Ragazzi, sta per piovere. Potete  smettere di comportarvi come bambini?>> presi Tyler per mano <<Dai, andiamo>> gli dissi.
<<Scommetto che sei venuto qui per provare a scopartela>> sbuffai. Immaginavo che lo avrebbe detto.
<<Ti sbagli. Volevo solo parlarle>> si difese Ethan. Tyler scoppiò a ridere. Ma non era una risata vera, solo isterica.
<<Avanti, piantala di dire cazzate. Ti piace Jessica, no? È evidente>> il ragazzo chinò lo sguardo, mentre Tyler fece qualche passo verso di lui <<A me puoi dirlo, anche perché ti capisco. È una bellissima ragazza, è normale che ti piaccia. Però c'è un piccolo dettaglio che forse non ti è chiaro. Lei è la mia ragazza>> lo spintonò <<Devi starle alla larga>>
<<Levami le mani di dosso, stronzo!>> Ethan lo strattonò, facendolo arrabbiare ancora di più.
<<Ragazzi smettetela!>> esclamai. Mi sembrava di essere in un film. Tutto stava prendendo una piega sbagliata. Intervenni, cercando di allontanarli. Ci riuscii, anche se con fatica.
<<Diamine! Neanche due bambini dell'asilo si comportano cosi!>> rivolsi lo sguardo a entrambi. Per completare l'opera, iniziò a piovere.
<<Il tuo ragazzo è un vero stronzo! Il vostro è un amore senza senso>>
<<Ethan, ma che stai dicendo? Se il nostro è senza senso, come dici tu, quello tra te e Isabel com'è?>>
<<Semplice. Non è amore. Abbiamo scopato e basta!>> non risposi. Stranamente non avevo la risposta pronta.
<<Okay, adesso basta veramente. Ethan vattene, mi sembra che tu abbia detto abbastanza. E con te>> fulminai il mio fratellastro con gli occhi <<Dobbiamo parlare>> lo presi per un braccio e lo stascinai nella mia stanza, facendo sempre attenzione a non farmi scoprire. Erano ancora tutti in salotto. Arrivati in camera chiusi la porta a chiave.
<<Mi spieghi perché sei sempre cosi nervoso con Ethan?>>
<<Io nervoso? Stai scherzando spero. Ti stavo soltanto difendendo>>
<<Ma se non sai neanche di cosa stavamo parlando!>>
<<L'ho chiesto un milione di volte, eppure nessuno di voi due mi ha risposto>> sospirai, in fin dei conti aveva ragione.
<<Dai, lasciamo stare>>
Subito dopo posó le labbra sulle mie.
<<Ti amo Jess>> disse tra un bacio e l'altro <<Ti amo, ti amo e ti amo>> iniziai a ridere sulle sue labbra.
<<Anche io ti amo>>
<< L'ho detto a poche persone. Perciò sentiti fortunata>> sorrisi di nuovo, posai la fronte sulla sua per guardare megli i suoi occhi che brillavano di gioia.
<<Dormi con me stanotte?>> domandai.
<<Certo>> rispose, ma non feci in tempo ad aprire bocca che un altro bacio riempii il mio corpo di brividi. In poco tempo mi ritrovai sul letto con Tyler al mio fianco che mi stringeva la mano. Guardai il soffito, di nuovo immersa nei pensieri. Ma lo sentivo il suo sguardo bruciare sulla mia pelle.
<<Sei cosi bella>> mi voltai nella sua direzione, cosicché potesse accarezzarmi la guancia.
<<Anche tu>> dissi, e lui sorrise maliziosamente.
<<Lo so, ma grazie lo stesso>> scossi la testa, divertita dal suo modo di fare.
<<Cosa hai pensato la prima volta che mi hai visto?>> chiese Tyler.
<<Non lo ricordo bene. Che sei un figo sicuramente>> ridemmo entrambi <<Ma anche che eri uno scontroso, fanatico e presuntuoso>>
<<Ma bello>>
<<Si. Ho pensato anche quello>> ammisi <<E tu?>>
<<Allora>> il suo volto era a un palmo dal mio <<Ho pensato che fossi leggermente isterica e una di quelle ragazze un pò rompi palle. Ma anche che non avevo mai visto una bellezza simile>> arrossii, per poi ringraziarlo con un bacio passionale. 
<<È mezzanotte. Direi sia meglio dormire>> disse tra un bacio e l'altro.
<<Non ho sonno>>
<<Neanche io. Ma sono sicuro che, se non mi addormento ora, domani mattina non riuscirò a svegliarmi>> si coprii con il lenzuolo fino al collo.
<<Non ci svegliamo allora. Rimaniamo a casa, solo io e te>>
<<Per quanto l'idea mi alletti, anche parecchio, non posso. Ho l'interrogazione di storia>>
<<E hai studiato?>>
<<Poco>>
<<Non è meglio passare del tempo con me piuttosto che essere interrogati?>> alzai un sopracciglio.
<<Sicuramente>> si sporse verso di me <<Mi piacerebbe veramente Jess, ma è meglio farlo un'altra volta>>
<<Come vuoi>> alzai la mani in segno di arresa. Mi stampò un leggero bacio sulle labbra, poi spense la bajoux e mi augurò la buonanotte.
Osservai ogni suo dettaglio, adesso che aveva gli occhi chiusi. Le labbra leggermente schiuse, i capelli spettinati ma che a lui stavano cosi bene. La maglietta nera che aderiva perfettamente al suo corpo. Senza rendermene conto la mia mano finì tra i suoi capelli, li stavo accarezzando con cura. Tyler aprì un occhio e l'ombra di un piccolo sorriso sul suo volto mi costrinse a riportare la mano lungo il fianco.
<<Non smettere>> prese di nuovo la mia mano, ma questa volta la portò sulla guancia. Ci addormentammo cosi.

Il Mio Amato Fratellastro (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora