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U.
UNICO.

Mi hanno associato varie volte questo aggettivo: unico.
Da piccolo mi ha sempre fatto piacere, mi sentivo quasi lusingato nel sentirmi dire essere speciale, diverso, unico nel mio genere.
Era motivo quasi di vanto per me il sapermi essere capace di dissociarmi dalla massa, l'essere diverso, particolare.

Poi sono cresciuto.
E quell'aggettivo ha progressivamente inizato a suonarmi come se avesse un'accezione negativa.
Sono unico, quindi sono differente.
Non sono come la società vuole che io sia.
Sono sbagliato.

Non mi piacciono le stesse cose che piacciono ai miei coetanei, ho aspirazioni diverse, ho un modo di pensare diverso.
Ciò mi rende da un lato ancora orgoglioso di me stesso, porto ogni giorno avanti una battaglia contro l'omologazione, ma da un altro mi fa sentire totalmente fuoriluogo.

Me lo chiedo spesso: perché non potevo essere come tutti? La mia vita sarebbe molto più semplice.
E mi rispondo sempre nello stesso modo: perché forse davvero sono unico.

C'è un solo contesto in cui vedo sempre questo aggetivo in modo positivo, ovvero quando viene attribuito a te.
La tua unicità è diversa dalla mia.
Tu riesci ad esprimerla a trecentosessanta gradi in ciò che fai, ciò che dici e ciò che sei.
Ti calza proprio a pennello, non riuscirei ad immaginarti in nessun'altra veste.
Perché sei così, ed è una cosa perfetta.

A quando riuscirò a ritenere anche me stesso UNICO in modo positivo,
Changbin.

Felix avrebbe davvero voluto interrompere in quell'esatto la lettura di quel quaderno per due ragioni:
in primo luogo una sorta di gelosia nei confronti della persona a cui le parole erano indirizzate lo stava mangiando vivo; in secondo luogo, e forse soprattutto per questo motivo, voleva correre a casa di Changbin e urlare al ragazzo quanto tutto ciò che scriveva sul proprio conto fosse sbagliato.

Tuttavia era troppo concentrato nella lettura per interromperla improvvisamente e sarebbe stato imbarazzante recarsi a casa di Changbin.
Una volta lì cosa gli avrebbe potuto dire?

"Ciao Changbin! Per tutto il pomeriggio ho letto il tuo diario per realizzare che tutto ciò che hai scritto su di te è una grandissima cazzata!"

No, non sembrava la cosa migliore da fare.
Dunque decise di agire come al solito e, impugnando la sua matita, rispose alle parole dell'amato.

Basta.
Basta dire che tutto ciò che ti riguarda sia sbagliato, che tu sia sbagliato.
Perché non è vero. Per nulla.

Binnie, è grazie alla tua unicità che mi sono innamorato di te, è grazie al tuo essere "diverso".
Ti stimo immensamente per questo, sei davvero un ragazzo da ammirare.
Non dimenticarlo mai.

Felix, una volta scritte queste parole, ripose la matita accanto a sé e girò pagina.

Ave Uomini, Sono riuscita a portare questo capitolo yay!Vi avviso che probabilmente il prossimo uscirà giovedì (yap alla fine se mi impegno riesco a far conciliare i miei impegni e la scrittura!)

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Ave Uomini,
Sono riuscita a portare questo capitolo yay!
Vi avviso che probabilmente il prossimo uscirà giovedì (yap alla fine se mi impegno riesco a far conciliare i miei impegni e la scrittura!)

So che magari i capitoli di questa storia vi possono sembrare qualcosa che si scrive velocemente, ma vi assicuro che non è così ><
È necessario che mi scervelli un bel po' sia sulla scelta di ogni parola sia sulle riflessioni che vi fa Changbin, quindi spero possiate capirmi.

Se non altro sto mettendo alla prova il mio animo filosofico e tra poco Nietzsche proverà solo invidia nei miei confronti! (Sto scherzando, pace all'anima sua.)

In ogni caso, buona vita.
Cats_Doped

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