3° Capitolo: Sconvolgenti rivelazioni.

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Mi sveglio in un letto che sa di lavanda. Non ho idea di dove mi trovo, non è decisamente la mia camera. Jenna è di fianco a me che mi lecca il viso per farmi svegliare.

“Vieni qui piccolina.”

Le accarezzo il muso e cerco di alzarmi dal letto, cosa che mi risulta impossibile. Non riesco a muovere le gambe, le sento, so che ci sono, ma non riesco a muoverle.

“Ci voleva anche questa.”

Non mi ricordo nulla di ieri, di come sia finita in questa stanza. C’è un enorme scrivania davanti a me, con pile e pile di libbri, una finestra gigante che illumina la stanza e un comodino vicino al letto.

Sopra c’è un bigliettino con scritto ‘Per Kassy.’

Mi sporgo il più possibile senza far cadere Jenna, che è ancora in braccio a me. Sulla busta non c’è scritto nulla, tranne che è per me. La apro e tiro fuori il fogliettino. Ci sono scritte poche cose, ma essenziali e che mi fanno salire l’ansia alle stelle.

‘Cara Kessy, spero che la stanza ti aggradi. Tornerò stasera, Jerome si prenderà cura di te. Ah, non provare a scappare, sarebbe inutile. L’incantesimo che ti ho posto te lo impedirà. Buona giornata.’

“Firmato, il signor. Scottins.”

La lettera mi cade di mano, all’improvviso ho freddo, ma do la colpa alla finestra aperta. Incantesimo?Ma di che cosa sta parlando? Ovviamente stava scherzando, stava inutilmente cercando di spaventarmi.

“Jenna, ho bisogno che vai a chiamre Jerome. Voglio che mi porti il cellulare. Hai capito?Il signor J-E-R-O-M-E.”

Mi guarda negli occhi è per un momento mi sembra quasi che mi abbia capito, apre il muso, come se volesse parlare, ma alla fine tira fuori la lingua e annuisce col muso, dandomi una leccata sulla mano.

Si arrampica sulla finestra e scompare. Ora non mi resta che aspettare. Intendo chiamare il signor Scottins e farlo tornare immediatamente qua. Devo parlargli, sono successe troppe cose strane e devo chiarire immediatamente la situazione.

Non riesco ancora a muovere le gambe, d’ho la colpa al freddo, che le avrà fatte intorpidire.

Sento qualcuno che bussa alla porta.

"Avanti."

Vedo sbucare il muso di Jenna che mi viene subito in braccio, seguita dal signor Jerome, con in mano la mia borsetta. La posa al fondo del mio letto, saluta con un cenno della testa e come è entrato esce. Prima di uscire sento come una mano, una presenza, davanti a me, che mi scruta. 

Caccio un urlo.

C'è qualcuno, nella stanza c'è qualcuno. Jenna lo percepisce, comincia a ringhiare contro la scrivania. La paura mi attanaglia la gola. Non riesco a parlare. Prendo l'agenda dalla borsa la prima cosa che trovo, un agenda nera e la lancio nel punto in cui Jenna sta ringhiando.

L'agenda non colpisce il muro, ma un punto prima, come se ci fosse qualcuno li davanti. Urlo, continuo ad urlare. Ho paura, sento come dei passi. Jenna continua a ringhiare.

Forse la troppa paura, non so cosa ma riesco a muovere le gambe. Prendo Jenna e mi chiudo dentro al bagno. 

Nel silenzio del momento, si sentono solo i miei respiri affannati, coordinati al continuo ringhiare di Jenna. Non ho idea di che cosa ci sia al dila' di quella porta. Ho paura di scoprire la verità. Ho paura di vedere.

Queste parole mi colpiscono come un macigno. 'Quando vedrai, capirai.' 

E' a questo che si riferiva a mio padre? E' questo il motivo per cui mi ha abbandonata? Perche' non mi ha spiegato subito come andavano le cose?

Kassandra - La figlia del diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora