Burning Ice

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BURNING ICE

CAPITOLO 1

Camminava a passo lento, le braccia incrociate e la schiena ritta, che gli conferivano quell’andamento fiero che da sempre lo caratterizzava.

Il cappello calato sugli occhi, a nascondere il suo sguardo intimidatorio.

Lo sguardo di chi non teme nulla.

Lo sguardo di chi potrebbe uccidere con un solo schiocco di dita.

Lo sguardo di un falco.

Non si ricordava nemmeno il perché era lì, ma poco gli importava.

Solitamente, non si presentava mai alle riunioni della Flotta dei Sette; quella volta, però, aveva deciso di andare, forse per curiosità, forse per noia.

Sembrava passato un secolo dall’ultima volta che aveva messo piede su Marijoa, ma incurante come sempre, non vi diede peso.

A volte veniva da chiedersi perché avesse accettato di far parte della Flotta dei Sette, dal momento che, ogni cosa riguardasse quest’ultima, sembrava non toccarlo minimamente.

Varcò la porta del palazzo, per poi recarsi nella sala adibita alle riunioni.

Guarda guarda…Drakul Mihawk, qual buon vento ti porta qui?- lo accolse Doflamingo, con il suo solito ghigno, mentre se ne stava comodamente seduto a gambe incrociate sul divanetto della sala.

Non rispose, né lo degnò di uno sguardo.

Si limitò a sedersi su una delle tante sedie disposte intorno al lungo tavolo, rimanendo in silenzio.

Con la coda dell’occhio, notò gli sguardi torvi con cui gli altri membri lo stavano fissando.

Non era certo il tipo che ispirava simpatia, anzi, era visto da tutti come un solitario musone e silenzioso.

Poche e rare parole uscivano dalla sua bocca, e il suo tono profondo e duro lasciava tutti sull’attenti.

Incuteva timore anche all’uomo più coraggioso del mondo.

Il suo sguardo non lasciava scampo.

Persino una donna come lei, avvezza a trattare gli uomini come pezze da piedi, a non farsi intimorire da loro, restava muta davanti a lui.

Lei, Boa Hancock.

Trovava il suo abbigliamento ridicolo, ma non glielo avrebbe mai detto chiaramente.

Le incuteva troppa soggezione.

Durante la guerra di Marineford, era stata l’unica persona che non aveva tentato di contrattaccare, quando aveva cercato di colpire Rufy.

L’aura e la potenza emanate da quell’uomo erano disarmanti, sotto ogni punto di vista.

Solo standogli accanto, potevi sentire il sangue ghiacciarsi nelle vene, il respiro mozzarsi, gli arti immobilizzarsi.

Poteva forse essere definito il più forte, fra tutti i membri della Flotta.

Il caso aveva voluto, che durante quella riunione il suo posto fosse esattamente di fronte a lui.

Gli lanciava rapide occhiate, di tanto in tanto, per poi distogliere subito lo sguardo.

Quegli occhi…

Era quasi impossibile sostenerli.

Solo pochi prediletti vi riuscivano.

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