Capitolo quattro

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Ho deciso che forse non ne vale la pena, che magari posso restare negli Eruditi e diventare dottoressa, psicologa o quello che è.

Forse però voglio pensare a quello che desidero io per una volta, non comportarmi da Abnegante - quale non sono - e pensare a come i miei genitori ne uscirebbero distrutti vedendo un altro figlio lasciarli per qualcosa di diverso.

Oggi è una giornata importante, perché avverrà la scelta delle fazioni. Per quanto sia poco educato da dire, mi sto davvero cagando in mano dalla paura. O dall’ansia, ancora non l’ho capito. credo che potrei vomitare da un momento all’altro, ma faccio comunque colazione con mamma, papà e mio fratello minore Daniel.

A scuola ci andiamo in auto perché è più comodo, perché le macchine sono fatte per essere usate e perché così prenderemo i posti migliori nella parte riservata alla nostra fazione.

Per tutto il viaggio c’è un silenzio assordante, poi papà parcheggia e aspetta che usciamo dalla macchina. Mamma e Daniel corrono dentro, lui mi ferma mettendomi una mano sulla spalla, un sorriso rattristato sul volto.

“Io e tua madre abbiamo discusso, ieri. Qualunque scelta farai andrà bene per noi, voglio che tu lo sappia.”

Faccio un sorriso striminzito, tecnicamente non potrei dirgli quale fazione è più appropriata per me, quindi non glielo dico. Chiudo la portiera dell’auto con un tonfo.

Noi crediamo negli atti di coraggio ordinari, nel coraggio che spinge una persona a ergersi in difesa di un'altra.

Papà serra la mascella, credo di vedere un’antica scintilla di fierezza nei suoi occhi, ma non ne sono sicura, in realtà.

“Noi proteggiamo coloro che non posso proteggere sé stessi.”

Quello che sento è un sussurro, ma va bene così. L’importante è essersi capiti e non lasciare niente in sospeso, visto che non avrò più la possibilità di rimediare.

“Abbi cura di te, Dorcas.” Dice, mentre attraversiamo l’entrata della scuola.

Mi siedo accanto alla mamma, vorrei salutare Daniel e spiegargli la mia scelta, ma è troppo intento a parlare con Will, il fratello di Cara, su argomenti che non sembrano interessare nemmeno a lui.

Cara lo guarda dal gradino più alto con fare dispotico, come se fosse pronta a ucciderlo o cosa. Mi siedo accanto a lei e l’abbraccio.

“Che succede?”

“Quando Will sceglierà gli Intrepidi farò in modo di tenerlo sotto controllo, okay?” Le chiedo, e lei mi fulmina con lo sguardo, proprio come stava facendo prima con suo fratello.

“Quindi te ne vai?”

“Sembra di sì.”

Sposto lo sguardo alle file più alte, Eric è circondato da diversi dottori e Jeanine Matthews, la nostra capo fazione.

I nostri sguardi si incrociano per un attimo, mentre lui stringe la mano a un tizio che nemmeno conosco, nonostante viviamo nello stesso posto.

Sospiro e guardo Tobias, nella sezione riservata agli Abneganti. Suo padre presiederà la Cerimonia, quindi lui starà a sedere da solo; Zeke e Shauna stanno raccomandando i loro genitori di tenere i posti a sedere per dopo la Cerimonia.

“Se hai intenzione di andare dagli Intrepidi non dovresti dire a Mr. Futuro brillante da dottore barra scienziato barra psicologo Eric Nicolson della tua secolare cotta per lui?”

Sbuffo alle parole di Cara.

“Ma che senso ha, tanto me ne vado.”

“Te lo ritroverai nelle tue paure!”

Scuoto il capo sorridendo, mi alzo e mi sistemo i jeans. “E va bene.”

Sto per salire le scale che mi condurranno a guardare in faccia la mia attuale più grande paura. Eric sembra a suo agio in mezzo a tutta quella gente, sembra nato per stare al centro dell’attenzione, anche se non sembra vista la sua natura schiva.

Sto per chiamarlo, quando Marcus Eaton inizia il suo sproloquio sulle fazioni, subito dopo Jeanine ci dice di scegliere in base a ciò che sentiamo, ma questo non ha senso, perché loro non vogliono questo, loro vogliono tenerci tutti sotto controllo.

Ci sono un paio di persone che scelgono chi le fazioni di appartenenza, chi altre, madri che piangono sconvolte o famigliari che sono indignati o fieri dei propri figli.

“Dorcas Vitani.”

Mi alzo e butto uno sguardo veloce a tutta la sezione degli Eruditi. Cara cerca di trattenere le lacrime – perché lei è comunque una donna tutta d’un pezzo – la mia famiglia invece attende con ansia, tranne papà, perché sa già cosa sceglierò.

Mi avvicino al tavolo con le ciotole e prendo il coltello; il solo pensiero che quel coltello viene usato da tutti mi fa vomitare, ma cerco di non pensarci su.

Lo imprimo sulla mano sinistra e vedo un rivolo di sangue iniziare a sgorgare. Prima che possa cadere nella ciotola piena d’acqua degli Eruditi, sposto la mano sui carboni, che sfrigolano al contatto con il sangue.

“Intrepidi!”

Mi volto e vedo mamma respirare a fatica, posso vedere l’orrore nei suoi occhi per una figlia che ha saputo nascondere bene le proprie intenzioni.

Mi siedo tra gli Intrepidi, che urlano frasi sconnesse e cori da stadio perché ora hanno un nuovo membro (da torturare aggiungerei, ma ne parlerò più avanti).

Vengono chiamate altre persone, poi arriva il turno di Eric. Lui si muove sicuro verso il tavolo, non si guarda indietro e non tentenna.

Prende il coltello dalle mani di Marcus con grande impazienza, si fa un frego sulla mano destra e velocemente la butta sui carboni degli Intrepidi.

Non dovrei farlo, ma l’unica cosa che riesco a fare in mezzo a tutto quel casino è cercare Cara con lo sguardo, e poi la vedo.

Stiamo così per tutto il tempo, a fissarci perché noi abbiamo sempre pensato che Eric fosse nato per essere un Erudita fino alla fine dei tempi dei tempi.

“Che diavolo stai facendo?”

“Cosa ti sembra? Mi ribello ai programmi dei miei.”

Sgrano gli occhi. Non mi è mai passato neanche per l’anticamera del cervello che magari anche lui avesse un futuro già programmato che gli sta troppo stretto.  

“Okay.”

“Okay.” Risponde lui, lo sguardo impassibile e fiero posto a guardare con attenzione qualcosa dietro le mie spalle. Poi mi rimetto a sedere composta, e noto che è il turno di Tobias.

Gli Abneganti hanno grandi aspettative nei suoi confronti, eppure a lui non sembra importare molto, e a giudicare dalle grida orgogliose degli Intrepidi, neanche a loro.

Holdin' my breath till there's nothing leftDove le storie prendono vita. Scoprilo ora