Odio

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"Ho un'altra." Più in là i suoi amici se la ridevano. Io sapevo chi era, l'altra. Era la stessa a cui mi paragonavo quasi sul punto di piangere, era semplicemente l'altra. Quante volte mi ero paragonata a lei, quante volte lui, squadrandola, mi diceva "sei più bella tu", "è una barbie", "tutta tette e niente cervello". Se solo avessi colto quei segnali. Se solo avessi capito. Lui la squadrava con disgusto, davanti a me. Ridevamo di lei. E lei ogni volta si girava e ci guardava.

Quante volte hai riso con lei di me?

Come hai avuto il coraggio di farmi questo?

Cazzo, tu l'hai vista. L'hai vista la distruzione che avevo piantata nello sguardo. L'hai viste le mie manie autodistruttive. L'hai visto come mi sono autodistrutta. L'hai visto come mi son tirata su, grazie a te.

Questo mi ha fregato. Quel: grazie a te. Mi ha fottuto alla grande. Quando ti tiri su grazie a una persona, diventi dipendente da lei: che tu lo voglia o no.

L'hai visto. Hai visto tutto. Hai vissuto le mie disavventure in prima persona, hai visto le cicatrici sulla pelle, le battaglie negli occhi. Hai visto tutto. Eppure te ne sei fregato. Eppure lei ti aveva fatto dimenticare tutto.

Ti guardai, giusto per capire se era vero. I tuoi amici ridevano. Tu, no. Tu eri serio. Sembravi dispiaciuto. A me veniva da ridere, avevi la stessa espressione di quando scopristi tutto ciò che c'era da scoprire su di me. La stessa identica espressione. Sputata. Mi veniva da ridere, ma non c'era niente da ridere. Sono sempre stata quel tipo di persona che crollava in silenzio, che non lo dava a vedere. Sorridevo sempre. Ma tu lo sapevi vedere quand'ero sul punto di crollare.

I tuoi amici ridevano. Quelle risate. Quelle odiose risate mi erano entrate nella fottuta testa, e mi stavano mandando a puttane il cervello. Tu lo vedesti. Avevi l'espressione dispiaciuta, mentre io socchiudevo gli occhi piano piano, per non urlare, per assimilare. Non avevo bisogno delle urla, io. Io le urla le ho sempre odiate. Non avevo bisogno di urlare parole cariche d'odio, perché - semplicemente - sapevo odiare perfettamente con lo sguardo.

Ti guardai, con gli occhi socchiusi. Non ho bisogno di chiedertelo, so che tu hai visto l'odio che conteneva quello sguardo. Ti spostasti di poco, quasi colpito da tutto quell'odio. E io avevo proprio voglia di colpirti, in quel momento.

Mi avevi illusa. Mi avevo fatta innamorare. Anche se non te lo dissi, sapevo che ti amavo. Tu, invece, me lo ripetevi tutti i giorni ma non lo sapevi di amarmi.

Mi avevi delusa, soprattutto.

Ti guardai. Ti guardai e con lo sguardo ti dissi tutte le parole che non t'avevo mai detto. E ti arrivarono. Tutte.

I tuoi occhi si inumidirono un po'. Non dicesti nulla.

"Ti odio." Ti dissi. E pensai che no, non ti odiavo neanche un po'.

Lui, lei e l'altraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora