☕Twentyeight☕

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Iniziammo la performance senza problemi, Taeyong era riuscito a calmare bene o male tutti, ma io ballai come un pazzo, era già un miracolo che non fossi andato a strozzare il manager quel giorno. Quando lo stage finì tornammo verso sera al dormitorio.
Passarono un po' di giorni dallo stage e io e Mark non ci eravamo quasi più parlati, ogni tanto spiccicavamo parola, ma niente di ché, cosa che mi fece malissimo, odiavo questa situazione, mi faceva sentire sbagliato e io rivolevo il mio Mark indietro, anche a costo di reprimere i miei sentimenti a vita, anche a forza di vederlo di nuovo con un'altra persona, anche a costo di farmi del male per supportarlo, anche a costo di uccidere per aiutarlo, avrei fatto di tutto per lui, ma lui non se ne rendeva conto.
Un giorno decisi di uscire per conto mio, andai in qualche negozio a vedere che cosa c'era esposto senza comprare nulla, passai in un negozio di videogiochi per informarmi delle nuove uscite, entrai più volte in negozi di orologeria e di cartoleria, feci anche una sosta ad un bar vicino ad una palestra.
Il bar era veramente molto moderno, i colori che risaltavano nel locale erano il rosso e il nero, insieme ad un tocco di bianco qui e là.
Ordinai qualcosa da bere insieme a qualche cosa da mangiare, così mi rilassai definitivamente senza che per la mente avessi quel maledetto di Mark lo stronzo Lee.
Dopo qualche minuto mi alzai ed andai a buttare i tovaglioli che avevo usato insieme al bicchiere del bubble tea ormai finito.
Il mio momento di calma fu interrotto da un rumore molto forte che mi fece sobbalzare e girare di scatto nella direzione da cui era venuto.
-Oddio! Mi scusi tanto!- vidi un ragazzo accucciato a terra intento a raccogliere dei cocci bianchi, probabilmente appartenenti a una tazzina, ormai ovviamente rotta.
-Stia tranquillo, non c'è problema, succedono queste cose. Ci penso io adesso- rispose il cameriere uscendo da dietro il bancone con un panno dove ripose i cocci con delicatezza facendo attenzione a non farsi male.
-Posso almeno ripagarle il danno?- chiese il ragazzo.
Quest'ultimo era molto più alto di me, indossava dei jeans neri molto attillati con una catena al lato, a coprirgli il torace invece aveva una camicia del medesimo colore che gli calzava alla perfezione, teneva i primi due bottoni slacciati.
Era veramente molto virile, ed allo stesso tempo attraente e gentile, o almeno questa era la mia impressione a primo occhio.
Mi avvicinai al ragazzo una volta che si fu alzato da terra.
-Scusi, tutto ok?- chiesi inconsciamente. Fortunatamente indossavo una mascherina che mi copriva dal naso in giù.
-Sì, grazie del interesse- disse agitando piano una mano davanti a me.
Spalancai gli occhi a quella vista.
-Che c'è?- chiese lui confuso notando il mio cambio di espressione.
-La sua mano, ha un sacco di tagli. Doveva fare attenzione con i cocci!- replicai rimanendo il più possibile in tono formale, sembrava proprio essere più grande di me.
Lui girò il palmo della sua mano verso di sé e reagì come me, ridacchiai divertito sotto la mascherina.
-Cavolo, non me ne ero accorto- confermò le mie parole.
-Scusi! Per caso ha qualcosa per questo?- chiesi richiamando il cameriere di prima.
-Credo di sì, vado subito a vedere- rispose, tornò dopo nemmeno tre minuto con qualche benda.
-Grazie mille, ci penso io ora- disse il ragazzo prendendo le bende che il cameriere gli aveva porto.
-Lasci che la aiuti- dissi facendomi avanti e prendendo le garze dalla sua mano.
-Oh, grazie mille. È molto gentile- rispose portando avanti la mano.
Presi le bende ed iniziai a girarle intorno alla sua mano.
Mi si bloccò il cuore in gola quando sentii il suo respiro sul mio collo, mi ero avvicinato troppo senza pensarci.
Alla mente mi tornò il ricordo di me e Mark prima dello stage mentre gli fasciavo la mano dalle ferite.
Non riuscivo quasi più a respirare.
L'immagine di Mark mi annebbiò la mente, ma riuscii a finire di fasciargli la mano senza farmi riprendere dalla mia pausa improvvisa.
-Grazie mille, oggi ho la testa fra le nuvole. Posso sapere il tuo nome?- chiese meno formalmente, cosa che mi fece un po' stupire.
-Donghyuck, e tu?- chiesi in risposta, presentarmi con il mio nome d'arte sarebbero sembrato troppo strano, quindi preferii di gran lunga usare il mio vero nome.
-Bonhwa, piacere Donghyuck- disse chinandosi, cosa che feci anche io.
-Piacere mio, Bonhwa- risposi.
I suoi lineamenti non sembravano molto orientali, avevano qualcosa dell'Oriente, ma non troppo, già partendo dai suoi occhi grigi, per non parlare del resto. Aveva i capelli neri divisi da una riga centrale, i suoi capelli erano molto lisci.
-Senti, per ringraziarti ti va di fare una passeggiata?- mi chiese Bonhwa.
-Ehm, ok. Nessun problema- risposi al corvino.
La passeggiata passò con calma, parlammo del più e del meno senza problemi, avevamo anche smesso di usare la formalità, dovevo proprio dire che Bonhwa era proprio simpatico, anche se aveva un non so ché di misterioso che mi faceva sentire un po' in ansia ogni tanto.
Mi guardava in modo un po' strano ogni tanto ma non gli diedi tanto peso.
Avevo scoperto che era canadese, proprio come il mio Mark.

Proprio come Mark.

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Sta per succedere qualcosa, tenetevi pronti. 😁😁 I love you guys.

ꜰxᴄᴋ ɪᴛ | ᴍᴀʀᴋʜʏᴜᴄᴋDove le storie prendono vita. Scoprilo ora