Agosto.•
Hoseok scese dal treno, trascinando dietro di sé la grande valigia che aveva preparato una settimana prima.
Aveva passato il breve viaggio da Seoul fino a Daegu in tranquillità, riposandosi con le cuffie nelle orecchie.
Si guardò intorno frettolosamente non appena ebbe messo piede a terra, cercando un ragazzo alto, dai capelli ossigenati e con le guance marcate da due adorabili fossette.
Suo cugino aveva detto che lo avrebbe aspettato alla stazione ma, a causa dell'affollamento in quell'orario, non sarebbero mai riusciti a distinguersi.
Perciò si mise in un angolo all'ombra con l'intenzione di chiamarlo, cercando di evitare come la peste il sole per non morire dal caldo, mentre provava disperatamente a non dare nell'occhio e non farsi riconoscere, il viso parzialmente coperto dalla mascherina.
Prese il cellulare e trovò il suo numero in rubrica, facendo partire la telefonata.
Nessuna risposta.
Tentò un'altra volta.
Ebbe lo stesso risultato.
Sbuffò e si sedette sulla panchina libera più vicina, iniziando a sventolarsi con il libro che aveva portato con sé, per non affogare in una pozza di sudore.
Pochi minuti dopo percepì due mani coprigli gli occhi e non potè fare altro che spaventarsi.
Sentì una risata familiare alle sue spalle.
"Sono io, idiota" disse giocoso suo cugino, sorridendogli ampiamente.
Il rosso si abbassò di poco la mascherina e ricambiò il gesto, per poi avvicinarsi a lui e abbracciarlo forte.
Ma si, nonostante il caldo, non si sarebbe sciolto per un abbraccio.
Finalmente, dopo tanto tempo, si erano rivisti.
"Daehyun, mi sei mancato" mormorò Hoseok, dopo essersi staccato da lui.
L'altro gli sorrise, annuendo.
"Anche tu, nanetto" rise, prendendolo in giro. Hoseok arricciò il naso.
"Smetterai di chiamarmi così, prima o poi?" borbottò dopo, divertito.
"Lo sai che non lo farò mai." scoppiò a ridere l'altro, circondando le sue spalle in modo amichevole.
Infatti, fin da quando erano piccoli, Daehyun era sempre stato molto più alto di Hoseok e, intorno ai suoi nove anni, quando il rosso ne aveva ancora solo sei, nacque il soprannome "nanetto".
Inizialmente veniva usato dal maggiore in modo dispregiativo, non erano mai andati particolarmente d'accordo, ritrovandosi sempre a litigare per qualche giocattolo rotto o rubato.
E per questo, Hoseok non si sarebbe mai aspettato che proprio suo cugino, con cui aveva avuto questo rapporto di amore e odio, lo avrebbe sostenuto nei momenti peggiori della sua adolescenza, prima che sfortunatamente si trasferissero entrambi in città diverse: uno a Seoul, l'altro a Daegu.
La prima persona a cui fece coming-out era stata, appunto, Daehyun.
Un giorno, dopo essere uscito con degli amici più grandi che lo avevano fatto bere nonostante non potesse, era andato da lui per evitare di farsi vedere dai genitori in quelle condizioni.
Non appena ebbe varcato la soglia di casa del cugino, era scoppiato a piangere, gettandosi di scatto tra le sue braccia con le lacrime che scivolavano senza freno lungo le sue guance.
Daehyun, spaventato, lo aveva trascinato fino alla camera, facendolo sedere sul letto, cercando di calmarlo e di capire cosa gli fosse successo.
Dopo quella che al maggiore era sembrata un'eternità, Hoseok aveva iniziato a sfogarsi, raccontandogli del fatto che si sentisse strano e confuso, che si fosse accorto di prestare troppa attenzione ai ragazzi, che aveva iniziato a considerare, oramai già da troppo tempo, un suo compagno di classe come qualcosa di più di un semplice amico, e che si sentisse estremamente impaurito perché non aveva idea di come gestire i suoi sentimenti o di come comportarsi con i genitori se per caso fossero venuti a sapere della verità.
Daehyun, rimasto inizialmente sorpreso da quella rivelazione, non aveva esitato nemmeno un secondo ad abbracciarlo forte e rassicurarlo, asciugandogli le lacrime sugli zigomi con un ampio sorriso.
Da quel giorno, Hoseok considerò suo cugino un alleato,
una persona fidata, con cui condividere i suoi piccoli segreti,
una persona che lo avrebbe ascoltato vagare tra le insicurezze e i dubbi in qualunque momento, offrendogli sostegno là dove nessun altro avrebbe potuto farlo.
"Hai fame?" chiese Daehyun, riportandolo alla realtà dai suoi pensieri, prendendo la valigia del rosso e trascinandola fuori dalla stazione, verso la macchina.
Hoseok annuì, passandosi una mano sullo stomaco. Non aveva fatto colazione, quella mattina, ed effettivamente mettere qualcosa sotto i denti non gli avrebbe fatto male.
Il maggiore gli scompigliò i capelli.
"Allora andiamo, che mi sembri un po' sciupato."
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𝘼 𝙋𝙚𝙧𝙛𝙚𝙘𝙩 𝙈𝙚𝙨𝙨 .{VHOPE} (interrotta)
Fanfic❁ « 𝖢𝗈𝗆𝖾 𝖿𝖺𝗂 𝖺𝖽 𝖺𝗆𝖺𝗋𝗆𝗂? 𝖲𝗈𝗇𝗈 𝗎𝗇 𝗰𝗮𝘀𝗶𝗻𝗼.» 𝖽𝗂𝗌𝗌𝖾 𝗂𝗅 𝗋𝗈𝗌𝗌𝗈, 𝖺𝗌𝖼𝗂𝗎𝗀𝖺𝗇𝖽𝗈𝗌𝗂 𝗅𝖾 𝗀𝗎𝖺𝗇𝖼𝖾. 𝖳𝖺𝖾𝗁𝗒𝗎𝗇𝗀 𝗅𝗈 𝗀𝗎𝖺𝗋𝖽𝗈' 𝖾 𝗌𝗈𝗋𝗋𝗂𝗌𝖾 𝖽𝖾𝖻𝗈𝗅𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾. 𝖨𝗇𝗂𝗓𝗂𝗈' 𝖺 𝗀𝗂𝗈𝖼𝗁𝖾𝗋�...