I.

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Questo racconto è tutto per Luisa e Daniela che me l'hanno ispirato <3

Daniela l'ha anche illustrato, cover inclusa. Andate a dare amore anche a lei per le sue illustrazioni!<br />

La trovate qui: https://www.patreon.com/queenseptienna/posts

Grazie, ragazze <3


«Don't tell me everything is alright because I saw you in there, you were crying like a baby.»

«Because I've lost someone. The only person I've truly loved more than myself.»

Impossibile da ignorare

I.

Il primo pugnale svoltò l'angolo del vicolo dal basso, sfiorò una delle caviglie nude di Klaus e poi curvò di nuovo e si piantò nel piede dello spacciatore giusto mentre il secondo, con un sibilo, gli strappava di mano la bustina contenente le pillole e la mandava a piantarsi nel muro di mattoni alle sue spalle.

Lo spacciatore gridò di dolore come una bestia scannata e Klaus sollevò gli occhi al cielo.

«Davvero?» Scosse il capo in modo teatrale e sbuffò, spostandosi per non sporcarsi con il sangue dell'uomo che, nel frattempo, si era accartocciato su se stesso e si teneva il piede ferito, piagnucolando e insultando tutte le madri che sceglievano di dedicarsi al mestiere più antico del mondo.

«Mi hai quasi bucato la manica del cappotto, Diego!»

Da una scala antincendio poco più in là giunse uno sbuffo nasale e una voce nota replicò: «Cazzate.»

Klaus evitò apposta di guardare in quella direzione e, invece, rivolse un'occhiata alla sagoma appoggiata al muro sbeccato, giusto a pochi centimetri dal punto in cui si era piantato il coltello.

Ben gli rispose con una smorfia e un'alzata di spalle, come a dire: "Non guardare me, io non c'entro, e se c'entrassi darei ragione a lui".

Scuotendo di nuovo il capo, Klaus lo raggiunse e provò a prendere il sacchetto pieno di pasticche. Il pugnale era incastrato nei mattoni in profondità, ma la plastica della bustina avrebbe ceduto facilmente, se un terzo coltello non l'avesse centrata in pieno, mancando Klaus per un soffio e facendo volare fuori il contenuto che si sparpagliò sulla pavimentazione de vicolo, disperdendosi in tutte le direzioni.

Klaus strillò «No!» e si mise subito carponi per cercare di recuperare almeno un paio di pillole. Lo spacciatore lanciò un urlo acuto che fu seguito dallo scalpiccio di passi zoppicanti, in fuga, e dalla scala antincendio vennero uno sferragliare, qualche cigolio e un tonfo, mentre Diego saltava giù per poi marciare nel vicolo a passo di carica.

Klaus si sentì afferrare per la collottola e tirare su di peso, prima di riuscire nel suo intento.

«Ehi!»

Diego lo rimise in piedi, lo fece girare come una trottola, poi lo inchiodò al muro con una mano sola e lo fissò con uno di quei suoi ghigni sarcastici.

Ben, che si era spostato per evitare che Klaus gli passasse attraverso, sembrava godersi la scena. «Te lo avevo detto che tanto sarebbe arrivato.»

«Fratellino...» Diego stava facendo "No, no" con la testa e continuava a tenerlo premuto contro il muro.

«E dai.» Klaus mise il broncio e tentò di divincolarsi.

Le dita di Diego artigliarono la sua canottiera slabbrata con ancora più forza. «Le mani. Fammi vedere i palmi.»

Impossibile da ignorareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora