22. Zero webcam

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Hestia 

Il mio rientro a scuola è traumatico.

Sono riuscita a fingermi malata per un tempo ragionevolmente lungo (lunedì e martedì) dopodiché mia madre ha scoperto gli altarini et voilà: costretta a compiere il mio dovere a calci nel sedere.

Già, come se non fosse già abbastanza brutto essere odiata da Tommy, presa in giro da mezza scuola e sgridata dalla mamma. Oggi è davvero un giorno nefasto.

Per tutta la mattina sono riuscita ad essere un'ombra: cappuccio calato sugli occhi, sguardo basso e spray al peperoncino in tasca, per i casi estremi. A ricreazione niente caffè, durante le lezioni attenzione estrema solo ai professori e non alle risatine e, infine, ai cambi dell'ora reclusione nel bagno delle femmine per evitare spiacevoli incontri.

Tutto liscio come l'olio.

Fino all'uscita dopo l'ultima ora.

Sto infatti seguendo la semiretta immaginaria che collega la mia posizione attuale a un infinito di sofferenza che mi spetta a casa, quando qualcuno bussa sulla mia spalla. Mi volto, sperando che i buchi neri al posto dei miei occhi lo risucchino via, ma purtroppo mi ritrovo davanti a un mio simile e quindi non riesco a trarlo in inganno.

"Ehi, Punkie."

"Hes, ti è caduta una cosa."

"Cosa?" Faccio voltandomi appena all'indietro.

"La voglia di vivere. Tieni, spero di ridartela con questo."

Punkie mi porge un foglietto di carta e accompagna la sua sagace battuta con un'espressione di gioia. Non lo vedevo così radioso da quando ci siamo sparati due ore di omicidi di massa in streaming, anche se, in generale, non è mai stato radioso.

Ora c'è qualcosa in lui. Qualcosa di strano. 

Sono forse... cuoricini al posto degli occhi? Mio Dio, Hera ha rovinato pure lui. Quella donna è il quinto cavaliere dell'apocalisse.

Con questa profezia oscura impressa nella mente, srotolo la finta pergamena di Punkie e leggo le parole scritte in calligrafia ordinata: sono state firmate dalla preside in persona, la quale attesta che Hestia Felici e Domenico Caruso sono gli studenti più brillanti del laboratorio pomeridiano di scienze. Inoltre, specifica che grazie a noi quest'attività extracurricolare verrà riconfermata anche l'anno prossimo, rendendo così il nostro liceo un'eccellenza non solo nel campo umanistico.

"Wow." Commento, fermandomi nei pressi del parcheggio. "Non credevo che fosse così importante per la scuola."

"Invece lo è. Visto che roba? Siamo stati fantastici." Punkie sbandiera la sua cresta come fosse veramente quella di un gallo, ma io non riesco a condividere la sua allegria. 

"Mimmo, questo attestato è sbagliato. Non è il mio nome che dovrebbe apparire accanto al tuo, ma quello di mia sorella. In fin dei conti, è stata lei a portare a termine il progetto. Fosse stato per me, nemmeno mi sarei presentata a scuola."

"È vero, ma l'esposizione finale non ci sarebbe stata senza tutto il lavoro in precedenza. E il lavoro in precedenza di Hera è consistito nell'interrogarsi sulle calorie di un frullato all'ananas anziché sulle particolarità delle cellule, quindi..." Punkie si chiude nel giubbotto in pelle che indossa nonostante facciano trenta gradi, e la sua provocazione viene raccolta da Satana in persona, che gli spunta da dietro la spalla destra con fare minaccioso.

"Senti, signore oscuro, il fine giustifica sempre i mezzi, quindi ciò che importa è risultato." Hera mi ruba l'attestato dalle mani e legge solo le parole chiave, per poi restituirmelo. "Per carità, lasciamo pure i vostri due nomi. Non voglio che la gente pensi che sono una nerd: il passo dalle stelle a Big Bang Theory è molto più breve di quanto sembri."

Una ragazza come teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora