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Gli arti di Jungkook, dalle braccia fino ad arrivare alle sue gambe e alla pianta dei piedi, sembravano essersi trasformati in pietra.
Quando i suoi occhi si posarono sulla silouhette ambrata di Kim piegato in avanti e dal cui orifizio gocciolava proprio il seme della recluta, il corvino si sentí morire dentro.

Era stato così preso dall'euforia del momento, era stato ingannato dalla vista di Taehyung nudo e bisognoso di essere soddisfatto che non aveva minimamente pensato al fatto che accoppiarsi durante il periodo del calore avrebbe significato solo una cosa: una gravidanza.
Certo, le possibilità erano scarse, forse Jungkook era sterile o Kim era incapace di avere figli; il corvino analizzó mentalmente ogni singola situazione possibile, senza però trovare un senso logico ad ognuna di esse.

Jungkook doveva accettarlo, aveva fatto una grande stronzata.

Indietreggió fino ad appoggiarsi allo stipite della porta con una mano, mentre l'altra andó ad intrecciarsi nei suoi capelli neri come la pece. Le due pupille erano dilatate, gli occhi spalancati e il suo corpo era scosso da tremori forti, ormai realizzato cosa avesse combinato.
Forse Kim non se ne rendeva conto, in quello stato di trance dovuto al calore, era ancora sul letto a mugolare parole sconnesse e con la pelle ricoperta da un velo scintillante di sudore. Eppure Jungkook era ben lucido, seppure avesse un omega dall'odore così potente vicino, abbastanza lucido da capire a cosa stesse andando incontro.

Strofinó i palmi sudati delle sue mani l'uno contro l'altro nella speranza di attutire il suo nervosismo e si morse un labbro per evitare che la rabbia che aveva in corpo esplodesse da un momento all'altro.
«Merda... Merda adesso cosa faccio» si tiró alcune ciocche di capelli, mentre quel pensiero lo attanagliava dall'interno: lui e Kim non potevano permettersi di avere figli per una serie di motivi, uno più serio dell'altro.

Sicuramente, a detta di Jungkook, nessuno sapeva che Kim fosse un omega in mezzo a quella mandria di alpha, e se fosse venuto alla luce, sarebbe stato radiato dall'ordine dei militari all'istante. Inoltre, se il caso avesse voluto che rimanesse incinta, il generale non avrebbe più potuto nasconderlo a nessuno. Per quanto riguardava lui, beh forse Jungkook era quello messo meglio: era ancora solo una recluta, e se ai piani alti avessero deciso di radiarlo, almeno avrebbe potuto provare con altre carriere.

Ma si sentiva terribilmente colpevole per l'accaduto: si sentiva sporco, un approfittatore ad aver giocato con un povero omega in calore che non era neanche in grado di capire cosa gli veniva effettivamente fatto. Se Kim fosse stato cosciente, probabilmente Jungkook si sarebbe ritrovato di già con una pallottola nel petto, agonizzante per terra in una pozza di sangue.
«Cosa cazzo ho fatto...» sussurró, annaspando con le mani per terra in cerca dei suoi boxer e dei suoi pantaloni, che infiló in modo goffo una volta trovati.

«NH mm... Dove vai... » ansimó Kim, raggomitolato su sé stesso, senza vestiti sul letto dove avevano appena consumato il loro rapporto.
«Io...» si bloccó il corvino, cercando una scusa plausibile per scappare via da quella situazione scomoda. «Io... Torno subito.» decise di liquidarlo così, lasciando che un'aura di mistero aleggiasse attorno alla sua risposta.

«Non andare ti prego, non andartene anche tu...» mugoló ancora il generale, ora sporto verso Jungkook e che gli tirava una manica dell'uniforme. Gli occhi scuri del corvino incontrarono quelli color castagna dell'altro, e ancora una volta si sentí morire dentro per starsi comportando da vero stronzo; Kim aveva espressamente detto "anche tu", il che aveva reso la sua frase ancora più pietosa.

Ma Jungkook doveva scappare, doveva aggiungersi alla lista dei bastardi senza cuore che avevano piantato in asso Taehyung, così strattonó con forza il braccio e velocemente uscí dall'appartamento, lasciandosi dietro il suo generale a lamentarsi e ad inveire contro di lui.

Ad ampie falcate, la recluta percorse il blocco H della caserma, ossia quello degli appartamenti dei militari con grado alto, fermandosi di tanto in tanto solo per fare delle riverenze, con un solo obiettivo nella testa: il blocco K, poco distante di lí.
In effetti, vuoi per la velocità a cui camminava o vuoi per la vicinanza dei due blocchi, Jungkook si ritrovó a spalancare la porta dell'ufficio che cercava con una forza sovrumana.

«Devi aiutarmi, cazzo.»

Hola! Scusate l'assenza ma come sapevate, ero a NY!! Ah e vi lascio con questa cosa magica che ho fatto ahahahah

Hola! Scusate l'assenza ma come sapevate, ero a NY!! Ah e vi lascio con questa cosa magica che ho fatto ahahahah

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Chi pensate che sia il misterioso aiutante di JK??! Uvu

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Killer Scent | Kooktae [BTS Fanfic] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora