Long Distance - Jirosè

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23 giugno

"Perché non vai fuori a giocare?"

Jimin scosse la testa e rimise le dita sui tasti del pianoforte, ignorando le parole della nonna "ChimChim, tesoro mio, perché non vai fuori a giocare? Il sole splende e tira una brezza estiva fantastica!" ricominciò l'anziana signora, cercando di convincere il nipote ad uscire ma il giovane non alzò la testa dalla tastiera, che stava suonando delicatamente. "Non ho più dieci anni halmeoni." rispose Jimin continuando a premere i tasti con alcune difficoltà: non riusciva a raggiungere il si bemolle e il do diesis con il mignolo quando aveva l'indice e il medio impegnati sul sol e sul fa. Non aveva le dita da pianista come suo padre.

"Ma potresti uscire a fare due chiacchiere con la nipote dei signori Park!" Riprese la donna, osservando il nipote con gli occhi lucidi: amava sentirlo suonare il piano, le ricordava il figlio venuto a mancare ma sapeva che Jimin soffriva ogni volta che suonava. Sapeva di non essere all'altezza del padre. Non aveva il suo talento. Non era come suo fratello Taehyung. Lui era quello meno speciale.

Jimin smise di suonare di botto, sorpreso dalle parole della nonna "I signori Park hanno una nipote?" chiese sorpreso voltandosi verso la donna dai lunghi capelli grigi, seduta dietro di lui sul divano ricoperto di cuscini. La donna sorrise, sicura di aver trovato un espediente per mandare il nipote fuori "Credo abbia la tua età... non ho idea di come si chiami però." rispose allargando le braccia e fingendosi dispiaciuta per non sapere altro: Jimin non aveva bisogno di lei per ottenere altre informazioni, le avrebbe ottenute lui stesso.

Il giovane abbassò lo sguardo verso il pianoforte e chiuse il coperchio lentamente, senza fare alcun rumore: era incuriosito dalla nipote dei signori Park, gli esseri più riservati e anonimi del mondo, lui stesso non era sicuro della loro esistenza visto che li aveva visti solo una volta, per puro caso. La nonna sorrise quando lo vide alzarsi e avviarsi verso la porta finestra che conduceva al giardino sul retro della casa nella periferia di Hongcheon. "Esco un attimo in giardino." mormorò con un filo di voce il biondo, ottenendo un cenno d'approvazione dalla anziana donna, adesso focalizzata sulla televisione e sul kdrama che stava andando in onda in quel momento.

Jimin camminò lentamente nel grande giardino della nonna, soppesando ogni passo: era la prima estate che passava da sua nonna senza suo fratello, adesso all'università. Gli mancava terribilmente passare del tempo con Taehyung, scherzare con lui o anche semplicemente avere qualcuno con cui parlare.

Senza neanche accorgersene, si era avvicinato alla siepe che divideva il suo giardino da quello dei signori Park, ricco di alberi da frutto e piante, rendendolo simile ad un giardino incantato. "Eri tu a suonare il pianoforte?" Chiese una voce che fece sobbalzare Jimin: a neanche un metro da lui, seduta sotto un ciliegio di fianco alla siepe, c'era una ragazza dai lunghi capelli rossi; in grembo aveva una chitarra e un cestino di ciliegie, probabilmente appena raccolte. Lo stava fissando con gli occhi assottigliati, forse per vederlo meglio e per proteggersi dalla luce del sole.

"Mi hai sentito?" chiese Jimin curioso. La ragazza non trattenne una breve risata "Credo che ti abbia sentito l'intero vicinato: premevi su quei tasti con molta forza, forse troppa, si sentiva la tua inesperienza ma non era malissimo." Le mani sottili di lei cominciarono ad accarezzare le corde della chitarra, iniziando una melodia dolce e leggera, come la brezza che gli stava scompigliando i capelli. Jimin rimase imbambolato per un paio di secondi: l'aveva insultato o si era complimentata? Era così esperta di musica da riuscire a criticarlo senza neanche guardarlo suonare?

"Grazie..." replicò titubante il giovane passandosi una mano tra i capelli biondi. La ragazza annuì e continuò a suonare la chitarra "Stavi suonando "Let's not fall in love", vero?" chiese, stupendo Jimin "Sei riuscita a riconoscerla?" La ragazza rise di nuovo, stavolta più a lungo e gettando la testa all'indietro, in piena euforia "Difficile non riconoscere i Bigbang, nonostante tu stessi ammazzando la base. È una delle mie canzoni preferite." concluse con un sorriso, smettendo di suonare e voltandosi del tutto verso Jimin, che rimase senza fiato quando gli occhi magnetici della ragazza si piantarono nei suoi.

Normal life is too boring for usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora