Eleonora guardò di soppiatto suo fratello Filippo intento a scrivere freneticamente sul suo portatile. << Sei sicuro che siamo adatti ad ospitare un ragazzo che vuole fare una vacanza studio? >> gli domandò titubante. << Certo, sorellina. Perché tanti dubbi? >> sorrise Filippo, avvicinandosi a lei e scompigliandole i capelli. << Quanti anni ha? >> chiese Eleonora.
<< La tua età.>>
La ragazza si accigliò, ma evitò di contraddire suo fratello. Solitamente non s'intrometteva nella sua vita, a meno che non si trattasse di decisioni che la coinvolgevano personalmente.
<< Non sono tanto d'accordo con l'idea di ospitare un estraneo in casa per tanto tempo, sai >> sussurrò.
<< Okay, Ele, ma poi non venirmi a dire che tu sei quella gentile, che mette a suo agio le persone ed aperta mentalmente >> replicò Filippo infastidito. Eleonora abbassò lo sguardo, reduce da una delusione che era ancora una ferita non rimarginata. << Ho solo imparato a fidarmi meno delle persone, Filippo.>>
Eleonora aveva sempre avuto il chiodo fisso di vedere il buono in tutto e in tutti, nel notare più un minuscolo punto di luce piuttosto che concentrarsi su una massa di buio. Questa sua attitudine l'aveva portata più volte a sacrificarsi e a mettere in discussione la sua visione troppo colorata del mondo.
Filippo si mordicchiò il labbro nervosamente, consapevole di aver toccato un tasto dolente. << Ehi, non puoi impedirti di vivere per quel che è successo. Sei una Sava, sei forte. E comunque il ragazzo sembra un tipo a posto.>>
<< Sì, va bene >> ribatté Eleonora. << E come si chiamerebbe il "misterioso ospite"? >> domandò al fratello.
<< Edoardo >> rispose Filippo.
<< Tipico nome straniero >> scherzò Eleonora.
<< No, è di Londra ma ha origini italiane. Figo, no? Probabilmente parla bene la lingua.>>
<< E perché ti staresti impegnando così tanto in questa causa? Sii sincero, Fil.>>
<< Voglio solo dare l'opportunità ad un ragazzo di poter scoprire una cultura diversa, di poter viaggiare e...>> iniziò a dire Filippo, ma venne interrotto da Eleonora.
<< Sul serio >> ribadì la ragazza.
<< Uhm, potrebbe avere a che fare con il fatto che ho iniziato a chattare con suo cugino >> ammise Filippo, alzando le mani in segno di resa. << Mi ha chiesto questo favore. Dai, Ele, è solo per due mesi.>>
<< Va bene >> acconsentì Eleonora, dopo i tentativi di convincerla da parte di suo fratello, che aveva giocato anche la carta dell'espressione implorante. << Quando dovrebbe arrivare? >> chiese.
Filippo diede un'occhiata furtiva all'orologio appeso alla parete della cucina. << Un quarto d'ora! >> esclamò allarmato, infilandosi in fretta la giacca a vento.
<< Un quarto d'ora? >> domandò Eleonora stupita. << Credevo di avere più voce in capitolo! >> esclamò, spostandosi i capelli dietro le orecchie e passandosi un velo di rossetto sulle labbra. Era buffo, ma erano dei rituali a cui non rinunciava mai prima di uscire, l'aiutavano a sentirsi in ordine, elegante e al contempo se stessa. Uscì di casa insieme a Filippo, che procedeva a passo svelto. Roma quando calava la sera era sempre la personificazione della bellezza e della poesia. Le luci incorniciavano le strutture antiche con un'imponente maestosità, ma al tempo stesso la città dava un'idea di casa. I due fratelli raggiunsero la stazione a piedi quasi puntuali. Almeno, per i loro standard.
<< Chi è Edoardo? >> chiese Eleonora a Filippo, cercando un volto che non conosceva tra la folla.
<< Ho visto una sua foto...oh, eccolo! >> esclamò Filippo, facendo un cenno di saluto con la mano ad un ragazzo alto e con i capelli scuri e ricci, che indossava un giubbotto di pelle nero sopra una t-shirt bianca. Edoardo avanzò verso di loro e sorrise, lo sguardo fiero e sicuro di sé. Eleonora pensò che incarnasse perfettamente il tipo di ragazzo per il quale le sue compagne di classe avrebbero perso la testa, e per un attimo si pentì di non aver insistito di più affinché non alloggiasse in casa sua.
<< Edoardo >> si presentò il nuovo arrivato prima a Filippo e poi ad Eleonora, che gli tese la mano e disse il suo nome senza smettere di guardarlo negli occhi. C'era qualcosa in lui che la spingeva a mantenere il contatto visivo, a sfidare la sua aria di sicurezza che sembrava non poter essere scalfita. Eleonora guardò per qualche istante i lineamenti del volto di Edoardo illuminati dalla luce fioca di un lampione.
Filippo la riportò alla realtà. << Parli italiano, vero? >> chiese ad Edoardo.
<< Sì, potrei dire perfettamente >> rispose lui.
Eleonora realizzò che non dava solo l'impressione di essere sicuro di sé, probabilmente lo era e si trattava di quel tipo di sicurezza insopportabile che sfociava nel narcisismo.
<< È ora di vedere la dimora in cui starai in questi mesi! >> esclamò Filippo, percorrendo il tragitto di ritorno verso casa, facendo qualche constatazione su Roma e sugli stereotipi italiani di tanto in tanto, mentre Edoardo rispondeva in modo non troppo interessato ed Eleonora camminava in silenzio, con le braccia lungo i fianchi.
<< Ecco la nostra splendida casa! >> esclamò Filippo, aprendo la porta della piccola villa in cui lui e la sorella abitavano. Edoardo si guardò intorno ed accennò un sorriso. << È molto carina >> commentò.
<< Quella è la stanza degli ospiti >> indicò Eleonora.
<< Credevo di dormire sul divano...mi è andata bene! >> esclamò Edoardo. Il telefono della cucina squillò e Filippo si allontanò per rispondere. << Torno subito, ragazzi. Intanto mostragli la casa, Ele! >> disse prima di allontanarsi. Eleonora lo fulminò con lo sguardo e notò l'espressione divertita di Edoardo.
<< Che c'è? >> gli chiese seccata.
<< Non mostri la casa all'ospite? >> rise Edoardo, quasi a mo' di presa in giro.
<< Come vuoi >> rispose Eleonora, avanzando di un passo verso di lui. << Questo è un corridoio, poi ci sono una cucina, due bagni, due camere, una stanza degli ospiti e anche un salotto >> sbuffò.
<< Non mi sembra molto cortese da parte tua, se devo essere sincero >> commentò Edoardo in tono provocatorio, avanzando di un altro passo in avanti.
<< Hai ragione, forse avrei dovuto fare qualche domanda di circostanza...allora, perché sei qui in casa mia? >> replicò Eleonora.
<< La curiosità verso l'Italia e Roma mi ha portato qui >> rispose Edoardo con tranquillità, acciambellandosi sulla poltrona del salotto. << Ma adesso questo posto non è l'unica cosa ad incuriosirmi >> sorrise, guardando Eleonora di traverso. La ragazza si chiese se stesse alludendo a lei, ma non ebbe il coraggio di pensare ad una risposta definitiva. Qualsiasi cosa provasse per Edoardo, era un sentimento sbagliato, era l'unica certezza che possedeva.
<< Vado a dormire >> si congedò. << A domani.>>
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Tutta Roma a piedi.
FanfictionEleonora vive con suo fratello Filippo, che ha deciso di ospitare senza l'iniziale consenso della sorella un ragazzo di nome Edoardo, con il desiderio di visitare Roma per una vacanza studio. La convivenza tra Eleonora ed Edoardo è fin dall'inizio t...