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“E così papino ti ha restituito la macchina” inizio a schernire William mentre mi fa accomodare all'interno del Suv.
“Cassandra... devo dire che ti trovo molto bene stasera!” Esordisce lui e non capisco se si stia prendendo gioco di me.
Indosso un semplice vestitino verde abbinato ad uno stivaletto primaverile con un accenno di tacco.
Niente trucco eccessivo e se non fosse per l'oscurità, che circonda gli interni della vettura, sono sicura che chiunque, adesso, potrebbe notare le mie guance andare a fuoco.
Le parole di Will mi imbarazzano ed è per questo, forse, che mi agito sul sedile in pelle che mi sembra dannatamente scomodo.
“ Sai, questo vestito fa risaltare il colore dei tuoi occhi” continua imperterrito il ragazzo, ormai, alla guida.
“ William Davis non vorrai farmi credere che sei in vena di complimenti stasera?!” Accenno con una risata un tantino isterica.
“Cercavo di essere gentile. Altrimenti ti avrei detto che la lunghezza del tuo vestitino rende ben scoperte le tue gambe e lascia poco spazio all'immaginazione… forse avrei dovuto dire che mette in risalto il tuo cu..”
“Guida, è meglio!” Tento di zittirlo, ma tenere testa a questo ragazzo non è facile.
“Allora vedi che preferisci i complimenti!”
Non replico nulla. Ancora mi chiedo come sono finita in questa situazione. Rivolgo il mio sguardo verso il finestrino scuro e mi perdo tra i miei pensieri guardando scorrere tutto davanti ai miei occhi.
Al momento riecheggia solo il silenzio, ma appena Will accende la radio distolgo il mio sguardo dalla strada per portarlo su di lui.
È molto concentrato alla guida e qualche ricciolo sfugge ribelli. Al contrario, lui, indossa un pantalone nero con tanto di giacca abbinata e devo ammettere che oltre che affascinante è molto elegante.
“Allora dov'è che mi porti? Devo temere il peggio?” Cerco di trarre qualche indizio sulla serata che mi aspetta, devo ammettere di essere abbastanza tesa e a disagio.
Quasi in risposta alla mia domanda, Will, parcheggia la macchina a lato del marciapiede alla mia destra effettuando un paio di manovre.
Senza attendere ulteriori risposte, scendo dall'auto e prendendo la mia borsa mi sistemo il vestito cercando di recuperare qualche centimetro stirandolo sulle cosce.
“Cassandra, oh cara Cassie” cantilena ridacchiando, per poi aggiungere dell'altro: “stai benissimo, non diventare paranoica. Ancora non hai imparato a dare meno peso alle mie parole?!”
Inaspettatamente mi prende sottobraccio e iniziando a camminare mi accompagna verso sinistra, dove si trova un ristorante non molto appariscente. Tiro un sospiro di sollievo, almeno l'ambiente propone le prospettive per una serata tranquilla.
Agli ultimi pochi metri che ci separano dalla porta di ingresso, William, si ferma e quest'azione frena anche i miei passi.
“Prima di entrare vorrei metterti al corrente di una cosa..” con queste parole ha definitivamente catturato la mia attenzione e l'ansia diventa quasi palpabile.
Con un gesto della mano lo incito a continuare e vedendo che alcune smorfie di preoccupazione affiorano sul suo viso, gli poggio la mano sulla spalla per tranquillizzarlo.
Stupita delle mie stesse azioni, inizio a chiedermi in quale momento si sia instaurata tale confidenza.
Ritraggo la mia mano e nello stesso istante lui continua la sua frase, lasciata in sospeso pochi secondi prima: “ho mentito. Non sarà una cenetta intima. Lì dentro c'è mio padre che attende accomodato al tavolo. Dovevo dimostrare di aver messo la testa a posto e quale modo migliore, se non portare una brava ragazza a cena!” Conclude distogliendo lo sguardo e dandomi le spalle.
“Ah e così sarei una brava ragazza?! E complimenti al piccolo Leery, davvero patetico!” Giro i tacchi nell'intento di lasciarlo lì da solo, quando..
"Non puoi andartene bambolina, ricorda che è il pegno della tua scommessa”
Penso che l'arroganza di questo ragazzo raggiunga limiti inimmaginabili, ma effettivamente ha ragione. Non posso sottrarmi a questa serata, meglio non svegliar il can che dorme e, soprattutto, meglio non sfidare ulteriormente William Davis.
Così, stizzita, lo supero e faccio il mio ingresso nel locale con Will al seguito.
Lo vedo subito posizionarsi accanto a me e cingermi i fianchi con un braccio. A quanto pare si entra in scena!
“Sai Leery, ho sempre sognato di recitare, ma non so se sarò all'altezza di un ruolo così importante! Che ne dici, sicuro che non commenterò alcun errore?!” Tento di stuzzicarlo tanto quanto basta per infastidirlo. Se messa in condizione sono anche capace di trasformarmi in una vera stronza.
“Cassandra Jackson sarà meglio per te non giocarmi brutti scherzi. Che ne dici, sicura di voler commettere errori?”
Ormai giunti al tavolo non ho il tempo di controbattere. Un uomo ci dà le spalle e appena William si schiarisce la voce, questo rivela anche a me il suo volto.
Rimango sorpresa da questa rivelazione. Mi irrigidisco di colpo nel momento in cui i suoi occhi incontrano i miei.
L'uomo che mi sta di fronte l'ho già visto e, come la prima volta, un brivido risale lungo tutta la mia schiena.
I capelli corvini, la mascella contratta in un'espressione seria e quegli occhi grigi dannatamente glaciali.
“Ciao Pa’” i miei pensieri vengono interrotti dalle parole di Will.
Non trovo alcuna somiglianza tra di loro eppure, adesso che so come stanno le cose, riconosco molti atteggiamenti di Will nel padre.
“Lei è Cassandra Jackson. Ti avevo avvertito che avrei portato qualcuno con me, stasera” la presa del suo braccio si fa più stretta sui miei fianchi e in quel momento mi accorgo di quanta agitazione aleggi intorno a quel tavolo.
“Piacere, io sono Sebastian” mi tende la mia mano e io allungo la mia per stringere quella dell'uomo e come sospettavo la sua stretta è molto forte e ferma.
Sempre in silenzio prendo posto di fianco a William e, inevitabilmente, mi ritrovo faccia a faccia con suo padre.
“ Spero non vi spiaccia, ma nell'attesa ho ordinato l'antipasto… non pensavo di doverti aspettare così molto” le ultime parole sono rivolte al figlio, quasi con tono di rimprovero.
William non fa trasparire alcuna emozione, mentre io accenno un sorriso nervoso.
“Scusatemi un secondo, torno immediatamente”
Mi alzo prendendo la mia borsa e mi dirigo verso il bagno.
La mia serenità sta piano piano scomparendo e, sempre più in fretta, lascia il posto alla paura di dover affrontare una cena formale.
Una volta in bagno mi sciacquo i polsi e estraendo il cellulare dalla mia borsa scrivo un messaggio veloce a Jenna: si prospetta un tale disastro. Ricordami di uccidere Adam poi.
La risposta non tarda ad arrivare e sorridendo leggo quelle poche righe: basta anche solo uno squillo e corro da te. Sono la regina delle messe in scena!
Sistemo per l'ultima volta i miei capelli e tirando un respiro profondo ritorno al tavolo.
Vedo che tutte e due stanno stuzzicando il loro antipasto e si scambiano qualche parola.
Non appena mi accomodo al mio posto le attenzioni di Sebastian si spostano su di me.
“Allora Cassandra, William mi stava raccontato del tuo impegno nei confronti della scuola. Suppongo che tu sia davvero una brava ragazza.”
Sorseggio dell’acqua e il mio disagio non fa che aumentare.
“Sì Cassie, stavamo giusto parlando della tua idea per la petizione..”
“Non so come tu abbia fatto, ma non ho mai visto William così interessato a problematiche scolastiche” le frasi di Will vengono sempre interrotte dal padre e non posso fare a meno di notare il fastidio che cresce nel ragazzo al mio fianco.
“Si beh.. Will è stato molto gentile ad aiutarmi con le firme. In fondo ho pensato che potesse sfruttare la sua popolarità per darmi una mano. Suo figlio è davvero una persona piena di sorprese.”
Le mie parole sono pronunciate in tono di sfida, ma non so esattamente a chi mi stessi rivolgendo, soprattutto con l'ultima frase.
Sicuramente colui che mi sta di fianco si è sentito particolarmente tirato in causa e, infatti, ricevo un colpetto a livello del polpaccio.
“Se solo mettesse metà del suo impegno anche nello studio. Se solo si applicasse allo stesso modo in cui si impegna col basket..”
“Papà abbiamo già fatto questo discorso e, sinceramente, non mi sembra il momento migliore per affrontare l'argomento” lo interrompe irritato Will, incupendosi.
Le portate principali vengono servite, ma il mio stomaco sembra essersi improvvisamente chiuso. L'aria è tesa e nessuno sembra voler proferire parola fino al termine di questa imbarazzante cena.
Con molta difficoltà inizio ad addentare le mie linguine, ma dopo alcune forchettate mi arrendo.
Mi soffermo ad osservare i due uomini seduti al mio stesso tavolo. L'elemento comune è l'eleganza dei loro gesti. Sembrano esattamente lo specchio dell'altro.
“Cassandra, qualcosa non va?” Mi richiama alla realtà Sebastian.
“No, assolutamente è tutto molto buono!” Ed è vero. Se solo non fossi così impacciata a mangiare in compagnia.
“Piuttosto voi due come vi siete conosciuti? Siete completamente l'opposto. Mi stupisce il fatto che una ragazza come te sia riuscito ad avvicinarsi a mio figlio.” Non riesco a capire il suo tono di voce e mi stupisco nel sentire William irrigidirsi al mio fianco, che per poco non si strozzava.
“Oh beh..” tento di rispondere in modo convincente. “ Seguiamo gli stessi corsi praticamente, ma ho conosciuto Will durante una lezione di storia. Mi ha affascinato il fatto che fosse così preso dal film che veniva proiettato in classe.” ometto i particolari più importanti, ma la mia versione sembra convincerlo.
Annuisce con un ghigno stampato in faccia e non riuscendo a sostenere il suo sguardo mi volto verso William, che sembra ormai aver abbandonato ogni speranza per la riuscita di questa cena.
Il resto della serata prosegue soltanto con un sottofondo di posate e bicchieri che tintinnano ed è inutile aggiungere che la tensione di tutti, ormai, sia alle stelle.
al termine dell'ultima portata è Sebastian a parlare: “Oh finalmente il dolce!” Ogni singola parola pronunciata da quell'uomo sembra essere espressa con un velo di strafottenza e ipocrisia.
Ormai completamente disgustata, mangio il tiramisù che assume un sapore così amaro.
Sebastian degusta con piacere la sua cheesecake e non proferisce più parola.
William è assorto nei propri pensieri e non sembra avere la minima intenzione di assaggiare il suo dolce. Sembra, piuttosto, tenere il conto dei minuti che mancano per il termine di questa cena.
Non pensavo che il loro rapporto fosse così problematico e Will non riesce proprio a sopportare le parole di suo padre, teme ogni frase pronunciata da quell'uomo.
“Il conto per favore!” Il cameriere annuisce a Sebastian e dopo pochi minuti ci raggiunge tenendo un libretto in mano.
La situazione diventa, per assurdo, più imbarazzante. Non voglio crearmi ulteriori paranoie, ma non so come comportarmi in questo istante. Dovrei pagare io la mia parte.
William sembra accorgersi della mia evidente agitazione e, come se volesse rassicurarmi, poggia una mano sulla mia coscia. Il contatto delle sue dita fredde con la mia pelle mi fa rabbrividire, ma effettivamente mi sento più tranquilla.
“Beh ragazzi, spero che la serata sia stata di vostro gradimento” Sebastian ha offerto la cena e ora si sta preparando, indossa la giacca e ripone la sedia al suo posto.
Io e William seguiamo i suoi gesti e io mi sento in dovere di fare qualcosa, ma non riesco a proferire parole e perciò sorrido in modo cordiale.
L'aria fresca mi colpisce in pieno viso appena usciamo dal ristorante. Questo contatto freddo mi fa notare che la serata sta volgendo al termine e che, finalmente, non dovrò avere più niente a che fare con William Davis.
“ Cassandra! Che dire...” Sebastian interrompe i miei pensieri e io non posso fare altro che ascoltare cosa ha da dire.
“sembri davvero una ragazza garbata e premurosa. Ripeto, non so come tu sia riuscita ad attirare l'attenzione di mio figlio, ma devo ammettere che la bellezza fa la sua parte…”
Quindi stava insinuando che sono troppo sempliciotta e timida per attirare un gran fanatico come suo figlio. Fantastico! Non poteva andare peggio questa sera, ma ci sono commenti su cui non posso sorvolare.
“ Sa, signor Davis” cerco di essere il più distaccata e formale possibile e mantenendo una certa fermezza continuo: “ non sono una ragazza così superficiale. So intrigare le persone anche senza ricorrere al mio aspetto. Forse lei è troppo importante e troppo impegnato per accorgersi di ragazzi come me, come suo figlio…” mi volto verso William che strabuzza gli occhi increduli per ciò che sto osando dire, ma ormai è troppo tardi per tacere.
“Lo vedo, cara, sei una ragazza davvero intraprendente. Ma hai frainteso le mie parole.
Sei tutt'altro che superficie e mi stupisco del fatto che mio figlio sia interessato ad un genere di ragazza che preferisce utilizzare la testa piuttosto che le gambe o peggio ancora…” Sebastian assume la solita espressione strafottente, mentre William guarda ormai completamente a terra.
“Oh quanta stima ha di suo figlio, eppure si sbaglia! A modo suo è anche lui un ragazzo intraprendente e se solo si soffermasse ad ascoltarlo di tanto in tanto, potrebbe ricredersi!”
Io non so per quale assurdo motivo stia prendendo le difese di William, ma ormai è come se quel discorso toccasse anche me direttamente. Potrei giurare di rivedere una delle liti con mia madre in questa stupida discussione.
Ormai le parole fluiscono senza controllo ed è come se la mia bocca fosse un fiume in piena.
“Se solo conversasse con William scoprirebbe che si interessa anche ad altro oltre al basket. Se solo inveisse meno contro sui figlio imparerebbe a conoscerlo molto di più” vorrei rimangiarmi le ultime parole. È sempre così, dico ciò che penso però subito dopo me ne pento.
“Interessi come le feste? O forse ti riferisci al cinema, alla recitazione e alla regia? Beh tale e quale alla madre il nostro piccolo Quentin.
Buonanotte ragazzi, è stato un piacere conoscerti Cassandra.” Senza aggiungere altro ci dà le spalle per affrettarsi verso la sua macchina e io con le forze che mi rimangono pronuncio le ultime parole: “vorrei dire lo stesso..” le mie parole non toccano per nulla quell'uomo che, ormai dandomi le spalle, continua a camminare verso la sua meta.
Giunto davanti alla propria vettura, Sebastian, sfreccia via con la stessa macchina grigia del primo giorno in cui l'ho incontro nell'ufficio del preside
Seguo William che si sta incamminando verso il marciapiede dove ha parcheggiato, ma il suo passo e molto svelto.
Appena mi accomodo sullo scomodo sedile in pelle, lui mette in moto e senza proferire parola inizia a guidare.
Questa volta il tragitto sembra ancora più lungo e il silenzio è straziante, ma non so cosa potrei ancora dire.
Arrivati davanti casa mia faccio per scendere, ma mi blocco con le mani sullo sportello.
Tento di dire qualcosa, ma suona più come un sussurro: “ scusami se ho commesso errori…”
William sembra intenzionato a non dire nulla e quindi mi affretto a scendere dall'auto.
“Cassandra” nel sentire il mio nome mi fermo ormai con un piede fuori, ma lascio che lui parli.
“Hai fatto più di quello che dovevi. Il tuo compito era solo quello di fare presenza, rispettare il pegno della nostra scommessa. Non ti avevo chiesto di parlare..” nel suo tono di voce avverto una leggera sfumature di ira e amarezza.
Con tono calmo ribatto: “ però non hai impedito che lo facessi”
Sono irritata dalle sue parole e non ho voglia di ricominciare a discutere, sono stanca perciò gli auguro la buonanotte e aggiungo: “ pegno pagato, dunque, non ti devo più nulla William Davis!” lui annuisce e rimettendo in moto è pronto ad andarsene.
Chiudo lo sportello e rimango ad osservare la macchina finché non diventa un puntino lontano.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 06, 2019 ⏰

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