TRISTAN'S POV.
Le parole della ragazza piombarono nella mia mente, creando molti dubbi in essa. Quelle descrizioni potevo ricollegarle solo ai miei amici, eppure Anastasia mi aveva detto che nessuno oltre lei fosse venuto a trovarmi quando ero in ospedale. Sicuramente una delle due mentiva, ma chi? Sicuramente, avrei cercato di capirne di più. Salutai quella ragazza, il cui nome scoprii fosse Vicky, ed uscii. Camminai ancora un pò per i vari corridoi, fin quando una voce dietro di me non attirò la mia attenzione.
"Evans? Dove crede di andare?" Merda. Mi voltai lentamente, incrociando quei due piccoli occhi neri della professoressa di Geografia. Quella domna era un vero e proprio tiranno!
"Mh..a dire il vero la stavo cercando"
"Beh, mi ha trovato." Notai che la donna teneva tra le mani un indumento ben piegato di colore blu. La professoressa ricominciò a parlare.
"Il suo mestiere era quello del meccanico. Sappia che le è già stato assegnato un incarico: Revisionare l'auto del preside." Rimasi sorpreso. Tutto quello che mi veniva detto ultimamente riusciva a sorprendermi.
"L'auto del preside? Ma io.."
"Niente ma. Ecco, indossi la sua tuta e inizi. Queste sono le chiavi, l'auto è nel parcheggio sul retro." La donna mi consegnò gli oggetti, lasciandomi solo in quel corridoio.
"..Io non ho esperienza in meccanica."
Realizzai in quel momento che ero fritto. Rischiavo di essere romandato, o direttamente bocciato. Che fare?
E in quel momento, ecco una lampadina accendersi. James. Lui sapeva smontare un auto pezzo per pezzo e rimontarla come se stesse giocando con un puzzle. Chi meglio di lui poteva aiutarmi in quell'impresa?
Riportai lo sguardo sulle mie mani, controllando l'indumento blu. Era classica tuta intera da meccanico. Decisi di andare in bagno per cambiarmi. Iniziai così ad avviarmi.
MIRIANA'S POV.
Tristan aveva deciso di consegnare la sua verifica, anche se era in bianco. Come biasimarlo? Non aveba senso continuare a tenere quel foglio tra le mani senza conoscere le risposte. Firmai ed inserii data e classe sul foglio, per poi consegnarlo al professore. Lui tolse gli occhiali, poggiandoli sul ripiano verde della cattedra. Ispezzionò il mio compito per pochi secondi, poi portò lo sguardo su di me. Era deluso, si notava. Anch'io lo ero. Era il mio primo anno in quella scuola e fino a quel momento non avevo dato proprio una bella impressione. Vagai un attimo nella mia memoria. Non era mai successo. Avevo sempre avuto dei buoni voti, non mi era mai capitato di fallire così miseramente. Perchè allora stava succedendo quella volta? Cosa c'era di diverso? Probabilmente il sorriso di qiel dannato demone dagli occji azzurri che mi aveva ormai stregata. Oh si, era quello, anche se ancora non riuscivo ad accettarlo.
"Signorina, sa che questo compito vale meno di due, vero?" Annuii, abbassando lo sguardo. Mi sentii un fallimento in quel momento, e non era la prima volta.
Flashback
Una ragazza piuttosto robusta si getta di peso sul letto, piangendo. Lo faceva ogni pomeriggio ormai. La madre entrò, sedendosi al suo fianco.
"È successo di nuovo?" La figlia annuì, asciugando le lacrime. Nom voleva mostrarso debole amche se lo era. Doveva essere forte, per la sorella.
"Sono un fallimento, lo hanno detto amche loro." La ragazza riceve uno schiaffo. Porta una mano sulla guancia, guardando la madre stupita.
"Non sei un fallimento. Non permettere che gente così sciocca ti convinca di cose non vere." Una terza voce chiama la madre, avvisandola dell'arrivo del taxi. La donna schiocca un bacio sulla fronte della figlia, raggiungendo il marito. La ragazza ormai sola sospira, ricordando il motivo per cui deve essere forte. Lava il viso con acqua fredda e sorride allo specchio, ripetendo la stessa frase di ogni giorno: "Per Tiffany."
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Hi Stranger, I'm a disaster. Can you love me?
De TodoAvete presente tutte quelle ragazze perfette, carine, sempre ben vestite, truccate bene e a cui non succede mai nulla di imbarazzante o imperfetto? Fantastico, dimenticatele. Questa è la mia storia, la storia di una ragazza di 16 anni che sembra and...