Negli spogliatoi ci attendevano delle ragazze, spogliarelliste per la precisione. Oggi è il compleanno del nostro capitano e abbiamo deciso di organizzare una festa a sorpresa post partita. Al centro della stanza c'era un gigante pacco rettangolare con della carta decorata ai lati e un grosso fiocco rosso al centro. Non appena attraversiamo la porta, le ragazze sbucano da dentro quel pacco enorme. Stavano in costume e dagli occhi dei miei compagni si poteva leggere benissimo quanto questo li eccitava. Alessio era entusiasta, si lasciò toccare dalla brunetta, mentre i miei compagni si accingevano a filtrare con le altre, io osservavo la scena in disparte come se ci fosse una barriera di vetro che mi separassero da loro. Ad un certo punto vengo spintonato da Musacchio e Calabria che mi buttano tra le braccia della biondina. Non potevo fare a meno che rimanere ipnotizzato dal suo prosperoso seno e dalle sue sinuose curve. Lei comincia a strusciarsi su di me noncurante del fatto che puzzi eccessivamente di sudore. Io le tengo i fianchi debolmente, appoggio solamente i polpastrelli come se un contatto più avvicinato possa ledere qualcuno. Cerco di distrarmi, di lasciarmi accogliere da questo momento di divertimento con i miei compagni di squadra. Baka apre lo spumante, fa sbattere il tappo sul soffitto e va in picchiata sulla fronte di Abate, che inizia a rincorrerlo per tutto lo spogliatoio. Baka inizia a bagnarci a turno con lo spumante, praticamente ce n'era più sul pavimento che nei mostri bicchieri. Poi, dopo una doccia rapida e rinfrescante, invitiamo le signorine in un locale di Milano dove proseguire la nostra serata. Ordiniamo una piccola torta con sopra ventiquattro candeline. Nel mentre Alessio si accinge a soffiare, io e Kessie affondiamo le dita sulla panna soffice e gli dipingiamo dei baffi sulla faccia. Scoppiamo a ridere, le ragazze mettono le mani a coppa attorno la bocca per nascondere le loro risate. La bionda mi guarda sotto la lunga frangia, riesco ad avvertire il suo sguardo sulla pelle. Mi giro verso la sua direzione e comincia a leccarsi le labbra, un gesto che mi manda in estasi. Siamo ancora al quarto bicchierino e io mi sento leggermente brillo. Vorrei toccarla, vorrei chiederle di ballare, vorrei baciarla. In fondo cosa c'è di male? Eppure, qualcosa mi blocca, mi tiene ancorato sulla poltrona e non c'è forza che mi aiuti ad alzarmi.

Sonia. Tu non ci sei. Ed io non so nemmeno cosa fai. È possibile che riesci a manipolarmi anche a distanza?

Ti prometto che un giorno partiremo; Patrick CutroneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora