Away

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Per la terza legge della fisica, vale il principio secondo cui a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. 

Eppure, in quel momento, con un coltello nella mano e gli occhi nocciola spalancati, Valerie lo fissava e si chiedeva se mai avesse avuto il coraggio di fare quello che lui le aveva fatto.

Di rovinarle la vita come lui l’aveva rovinata a lei.

I suoi occhi erano chiusi e la mano era premuta contro la ferita sul torace.

“Fallo, Valerie.” tossì, sputando sangue.

Ma la ragazza scosse la testa, se l’avesse fatto, se avesse affondato quella lama, sarebbe stata proprio come lui e lei non voleva.

Lui sorrise, vedendola indietreggiare e tremare.

La piccola e dolce Valerie.

“Oh, andiamo, Val.” disse, prendendo un respiro profondo. La ferita lo stava distruggendo. “Non è così difficile. Devi solo venire qui.” mormorò, battendo con una mano vicino a lui.

Valerie aprì la mano, lasciando che il coltello cadesse sulla strada e si portò entrambi le mani davanti la bocca, mentre un vento glaciale iniziava ad alzarsi e a farla rabbrividire.

I suoi capelli castani le sferzarono il viso, ma lei continuava ad allontanarsi.

“No.” sussurrò e solo quella parola fece ridere il ragazzo, facendogli scuotere la testa.

Cercò di alzarsi, ma non ci riuscì, e fu costretto a muoversi sui gomiti per avvicinarsi a Valerie.

La ragazza avrebbe voluto urlare mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime, ma dalla sua gola non uscì niente, perché, per quanto odiasse ammetterlo in quel momento, lo amava ancora.

“Vattene, per favore.” sussurrò, continuando a indietreggiare finché la sua schiena non sbatté contro una parete e lei si accasciò per terra, portandosi le mani tra i capelli.

Lo vedeva avvicinarsi, lentamente, e il suo sorriso la inquietava.

Incontrò i suoi occhi e rabbrividì, stringendosi tra le braccia, ma non riuscendo a spostarsi di un millimetro, non riuscendo a dire nulla.

Lui era lì, e voleva che la ferisse perché sapeva che così avrebbe messo fine a quel dolore che lo stava devastando.

“Andiamo, Val. Fai un favore a entrambi, facendo questo.” disse, facendo finta di puntare una lama al suo torace.

Valerie scosse la testa, gli occhi colmi di lacrime mentre lui si sedeva al suo fianco, alzando una mano sporca di sangue.

Le sfiorò una guancia, con dolcezza, e la ragazza trattenne il respiro, mentre la sua mano scendeva fino a posarsi sul suo petto, sopra il cuore.

Non le avrebbe mai voluto far del male, quello lei doveva saperlo.

Valerie gemette quando sentì quelle labbra al suo orecchie, solleticarglielo mentre si muovevano.

“Fallo, Val. Salvaci entrambi.” mormorò, lasciandole poi un bacio che si ripercosse in tutto il corpo.

Valerie tremò e si girò, allontanandosi il giusto per vederlo a pieno viso ma non tanto per non sentire il suo respiro sulle sue labbra.

“Perché?” sussurrò, tremando. “Perché così non paghi per quello che hai fatto, eh? Io ti sto dando un’opportunità, l’unica possibilità che hai. Scappa.” sussurrò, chinando poi la testa.

Chiuse gli occhi, aspettando di sentire il vuoto vicino a lei, ma quando sentì invece la sua mano sulla sua gamba, come era sempre stato, un brivido la percosse.

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